mercoledì 4 luglio 2018

Gallarate (VA), appello alla città

A Gallarate il Sindaco leghista, Andrea Cassani, ha promosso delle azioni per cacciare le ed i gallaratesi, appartenenti alla minoranza linguistica sinta che vivono nell'area comunale di via del Lazzareto. Il Sindaco ha affermato davanti ai rappresentanti della Comunità sinta gallaratese di andare a “nomadare” e i burocrati comunali, di cui presto faremo nomi e cognomi su questo blog, hanno costruito delle ordinanze per cacciare tutte le circa venti famiglie, formate da persone nate e residenti a Gallarate. Le famiglie erano autorizzate dalla stessa Amministrazione fin dal 2007 a risiedere con le proprie abitazioni nell'area di via del Lazzareto, perché prima vivevano nel parco in centro città adiacente al cimitero. Oggi l'Amministrazione nega l'autorizzazione e vuole cacciare le famiglie a cui in Sindaco invita a “nomadare”. Pubblichiamo la lettera scritta dalle famiglie insieme a Dijana Pavlovic di Upre Roma che sta aiutando la Comunità sinta, insieme a Sucar Drom e con il supporto di tutte le associazioni sinte e rom.

Noi, abitanti del campo sinti di via Lazzareto di Gallarate, negli ultimi mesi viviamo nel terrore. I nostri antenati hanno vissuto a Gallarate, noi e nostri figli siamo ci siamo nati, nel cimitero di Gallarate ci sono i nostri morti e i nostri bambini vanno nelle scuole insieme con i bambini Gallaratesi. Siamo cittadini della nostra città ma non siamo considerati tali. Il rischio che corriamo è di rimanere letteralmente per strada senza niente e senza un posto in cui condurre una vita normale e dignitosa.

Durante il nostro incontro con il Sindaco di Gallarate ci è stato detto che non ci sono prospettive per noi visto che abbiamo uno stile di vita che non si addice ai “veri cittadini”. Il sindaco ci ha detto che “possiamo nomadare per un po', andare per esempio a Rho”. Il nostro stile di vita non solo non è nomade ma non è nemmeno in contrasto con le leggi italiane, tant’è vero che è formalmente previsto dalla Strategia Nazionale di Inclusione di Rom , Sinti e Caminanti, approvata dal Governo italiano.


Noi teniamo a dire che undici anni fa, come soluzione alternativa al posto dove stavamo da anni, in centro di Gallarate, il comune di Gallarate ci ha assegnato quel pezzo di terra “nuda”, nemmeno recintata, con allacci fognari ma senza bagni che abbiamo dovuto costruire noi, visto che siamo persone civili, e ci ha detto: qui non date fastidio a nessuno, potete fare il vostro campo. La concessione era per un anno ma ci dissero allora: non vi preoccupate, poi sarà rinnovata di anno in anno ed è stata tacitamente rinnovata fino ad oggi.

Per 11 anni nessuno si è occupato di noi, nessuno ci ha aiutato, nessuno del Comune è venuto da noi. Non abbiamo mai creato particolari problemi, pur con le nostre difficoltà abbiamo mandato i nostri figli a scuola, siamo persone tranquille che hanno cercato quanto è possibile di migliorare la propria condizione di vita. Non abbiamo mai chiesto nulla al comune, non abbiamo goduto di aiuti economici. Ora dopo undici anni, dopo averci messo lì e abbandonato, ci cacciano via perché dicono che non abbiamo il diritto di starci.

Il futuro che si prospetta per noi è che ad agosto arrivi la famosa ruspa, e che faccia tornare quel terreno “vergine” come ci ha detto il Sindaco. E noi saremo cacciati da ogni luogo dove cercheremo di mettere le nostre strutture mobili, saremo perseguitati dalla polizia e dai vigili ovunque appariremo, costretti a “nomadare” con la forza, non per nostra scelta e culture. I nostri figli perderanno tutto, la casa, gli amici, la stabilità, la scuola, la serenità e la dignità.

Abbiamo letto di dichiarazioni che vorrebbero decidere del nostro destino: soluzioni alternative solo per le mamme e per i bambini, separando le nostre famiglie, o addirittura di mettere i nostri bambini nelle strutture protette togliendoli ai genitori. A queste persone vogliamo dire che non ci interessa il costo economico ma il terribile costo umano che queste operazioni avrebbero su di noi perché le nostre famiglie, l’affetto e l’unità che ci legano sono l’unica ricchezza che possediamo, per nulla al mondo potremo separarci dalle nostre mogli e dai nostri mariti, e soprattutto dai nostri bambini. Gli vogliamo ricordare anche che ancora nel nostro paese esistono le leggi e la costituzione, che del destino dei minori non si occupano ne i sindaci ne la politica ma i giudici, e che non è possibile togliere i bambini alle famiglie per povertà.

Dunque, tutti questi ragionamenti ci spaventano perché cambiano il nostro destino da un giorno all’altro negando a noi e ai nostri figli qualunque tipo di futuro. Chiediamo ai cittadini di Gallarate di provare per un momento a mettersi nei nostri panni e capire che siamo esseri umani esattamente come loro e che i nostri figli sono semplicemente bambini che sognano, esattamente come loro. la Comunità sinta di Gallarate

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