giovedì 30 agosto 2007

Firenze, puniamo il raket e non i poveri

Quali sono i veri motivi che hanno ispirato il provvedimento anti-lavavetri? L'assessore ha dichiarato che tutto deriva dalle tantissime segnalazioni di cittadini esasperati e l'urgenza è tale da giustificare un atto emanato senza una preventiva discussione in Consiglio Comunale.
Si sono verificate aggressioni? Si è scoperta una pericolosa rete criminale che gestisce gli spazi ai semafori? C'è un crescendo di denunce per molestie?
Se questo è avvenuto esistono gli strumenti giuridico-penali per intervenire su questi comportamenti illeciti, altrimenti dobbiamo domandarci che senso ha distogliere forze dell'ordine da altri compiti per perseguire più che un reato un fatto per molti fastidioso che peraltro interessa quasi tutte le città del mondo.
Sembra piuttosto che prevalga l'ossessione contro gli immigrati e i poveri in genere, senza cogliere il punto, ovvero combattere il racket e punire le aggressioni. Ma quel che è peggio sono gravi i danni che si producono nel sistema di relazioni della città di Firenze, che ha vissuto profonde e sempre più complesse trasformazioni negli ultimi anni.
Si dovrebbe evitare di nascondere all'opinione pubblica la quasi inutilità di queste campagne. Anche se tutti si dichiarano a favore di comunità solidali, si fa una gran fatica poi a spiegare che per affrontare i problemi complessi che creano l'immigrazione e la marginalità, che non sono la stessa cosa, servono politiche di inclusione. Che partire dalla sicurezza è fumo negli occhi, non aiuta a comprendere la realtà, dunque si producono atti sbagliati, estremamente costosi, inutili.
Alla lunga si moltiplicano le tensioni e si rendono più insicure le città. Per senso di responsabilità e non per buonismo si dovrebbe evitare di dare alimento ai sentimenti di paura e di rifiuto della diversità di cui la nostra società è già piena. È facile raccogliere consenso sollecitando questi sentimenti ma dovrebbe essere chiaro a chi fa affermazioni ad effetto, soprattutto se è una figura autorevole come un assessore, che lanciare un allarme sul comportamento dei lavavetri farà crescere e non diminuire un sentimento di paura e intolleranza.
La povertà è anche fastidiosa. Piacerebbe a tutti che la marginalità non esistesse. Ma i poveri ci sono. In genere non è tutta responsabilità loro la condizione in cui versano. Sicuramente pensare di risolvere tutto con atti di polizia è irrealistico oltre che ingeneroso. Francesca Chiavacci (Presidente Arci Firenze) e Vincenzo Striano (Presidente Arci Toscana)

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