domenica 30 settembre 2007

Milano, ritorno alla tolleranza zero

Da fenomeno secondario a priorità assoluta nell’agenda istituzionale, la presenza dei Rom a Milano viene spregiudicatamente sopravvalutata, in assenza di una informazione libera e attendibile, correggendo al rialzo cifre assolute che per la loro esiguità sarebbero poco più che inconsistenti.
Ecco quindi che poche migliaia di persone, circa 5.000, diventano per l’Amministrazione Comunale oltre 10.000, cogliendo al volo l’occasione data dal Ministro degli Interni Amato che annuncia: “l’invasione dei rom è alle porte”.
Un meccanismo perverso spinge le lancette della politica al punto da dove eravamo partiti oltre un anno fa: tolleranza zero e sgomberi continui.
Verrebbe quindi da chiedersi che cosa sia successo in tutto questo tempo, in cui la Giunta milanese e i suoi partner trasversali hanno prima costruito una pseudoemergenza allarmistica che giustificasse un diverso trattamento istituzionale e giuridico per i concittadini rom, annunciando demagogicamente e con un fondo di razzismo il superamento della “emergenza Rom” con la costituzione del campo di via Triboniano.
Ora però si ritorna senza scrupoli al passato e a una più greve “caccia ai rom romeni” elevati a status di pericolo sociale.
Il fallimento di politiche sociali inefficaci e discriminatorie è inconfessabile, mentre centinaia di reietti si accalcano nei rifugi improvvisati e contesi dai poveri di ogni città.
E’ la coperta corta di una “carità” che abbandonati i diritti delle persone mostra la cattiva coscienza dei potenti e di chi vi si avvicina, benché logora e inefficace ad affrontare i problemi complessi della città.
Eppure, su televisioni e giornali continuano a sfilare gli stessi protagonisti bipartisan di una stagione politica oscura e consociativistica, che ora mostra nuovamente il suo lato peggiore.
A noi cittadini e associazioni che spesso, come i rom o i lavavetri veniamo allontanati dalla strada o messi a tacere, non resta che continuare a denunciare ciò su cui si posa il nostro sguardo.
Maurizio Pagani, Vicepresidente Opera Nomadi Sezione di Milano

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse siete voi che avete "la coperta corta di una “carità” che abbandonati i diritti delle persone mostra la cattiva coscienza", "logora e inefficace ad affrontare i problemi".

u velto ha detto...

ciao Carlo64, potresti spiegare meglio il tuo pensiero. grazie

Anonimo ha detto...

Voglio dire innanzitutto che nella cultura cristiana la carità è una cosa importante. A me da fastidio quando si scrive di carità in modo superficiale, perché la carità è una cosa importante. Questa polemica l'avevo già fatta, e rimango dell'idea che la carità è fin ora l'unica "cosa" che regge, a differenza della solidarietà di partito e degli interessi personali o di partito.
Poi sbaglio anch'io quando faccio un'obiezione di questo tipo, perché chi sono io per dire queste cose? Però quando leggo frasi come quella della coperta e della cattiva coscienza, mi domando chi possa dire di essere migliore degli altri. Dopo tutto, mi pare che di rom romeni ne parlano tutti ma poi gli aiuti voi delle associazioni li date solo a quelli che conoscete. Spero di essere smentito e detto questo mi scuso se ho espresso un giudizio senza averne il merito.

u velto ha detto...

la linea di sucardrom, delle associazioni collegate e crediamo dell'Opera Nomadi di Milano è di aiutare tutte le persone che richiedono il nostro aiuto, indiscriminatamente.

naturalmente le risorse a disposizione delle nostre associazioni sono infinitesimali miniori alle risorse in possesso delle associazioni cattoliche, come la Casa della Carità di Milano.

inoltre, l'obiettivo di fondo delle nostre organizzazioni è quello di considerare le comunità sinte e rom “protagoniste sociali pensanti”.