mercoledì 7 novembre 2007

Rom e Sinti, firma anche tu l'appello europeo

Onorevoli Primi Ministri e Rappresentanti delle Agenzie Intergovernative, vi scrivo per unire la mia preoccupazione a quella espressa da altri sui recenti avvenimenti in Italia.
Prima di tutto sono preoccupato che, a seguito di una campagna portata avanti da prominenti media sin dai mesi estivi, incitando il panico sui crimini commessi presumibilmente da Rumeni - ed in particolare da Rom Rumeni - il governo italiano ha votato un decreto d'emergenza che facilita l'espulsione di cittadini rumeni, con solo una protezione procedurale limitata.
Il sentimento anti-Rom è stato una caratteristica dei media italiani e romeni almeno dalla fine degli anni '90 e non è mai stato adeguatamente controllato da nessuna autorità pubblica. Un'intensa campagna - apparentemente con lo scopo di mobilitare presupposti razzisti sugli "zingari" nel pubblico italiano in odio attivo, al fine di spingere a diminuire l'immigrazione - è stata portata avanti dai media italiani dai mesi estivi del 2007, particolarmente seguendo le morti di diversi bambini Rom della Romania in un accampamento a Livorno. Le caratteristiche di questa campagna hanno incluso racconti altamente sensazionalisti dei crimini in Italia, come pure l'imputazione della colpa ai "Rumeni" o "nomadi" per tutti i piccoli crimini violenti e non chiarificati in Italia.
Settimana scorsa, a seguito di un brutale omicidio a Roma, nel quale il primo sospettato è un Rom della Romania, il governo ha capitalizzato l'onda di odio adottando un decreto d'emergenza che dovrebbe permettere l'espulsione dei cittadini rumeni con solo una protezione procedurale limitata. Dichiarazioni dei rappresentanti del governo indicano che questo decreto è rivolto primariamente ai "delinquenti Rumeni". Il decreto sembra permettere violazioni sistematiche dello spirito e dello scritto della Convenzione Europea sui Dritti Umani che proibisce le espulsioni collettive degli stranieri.
A seguito della pubblicazione di questo decreto d'emergenza durante la settimana tra il 29 ottobre e il 2 novembre, è apparso chiaramente che, come è avvenuto nei comuni di Roma, Milano e altrove, questo decreto è interamente e predominatamente anti-Rom; interi accampamenti sono stati smantellati, e persone con aspetto simile a Rom sono stati soggetti a rigorosi controlli di documenti - apparentemente allo scopo di determinare se dovessero essere espulsi dall'Italia. Discriminazioni razziali di questo tipo violano un numero di norme delle leggi italiane ed europee. Nei giorni recenti, non c'è stato tuttavia alcuno sforzo apparente delle autorità italiane per applicare le disposizioni relative all'anti-discriminazione verso la polizia alla ricerca di "zingari” da espellere.
Questi fatti indicano una preoccupate china del ruolo della legge in Italia. Pure un certo numero di risposte delle autorità fuori Italia meritano un commento.
In Romania, anche se alcuni rappresentanti pubblici hanno condannato il decreto, ci sono state anche espressioni di odio verso i Rom ad un livello veramente alto. Per esempio Cioroianu, Ministro degli Esteri ha dichiarato in un'intervista del 4 novembre 2007 riguardo alla crisi attuale: "Mi domandavo se non potremmo comperare un pezzo di terra nel deserto egiziano, dove spedire queste persone, che ci rendono noi (Rumeni) una macchietta. E' chiaro che se vanno in Italia, lì stanno bene, il clima è dolce, sentono intorno a loro una lingua latina che in qualche modo comprendono in qualche mese..."
C'è una profonda preoccupazione che gli eventi delle recenti settimane portino a un drammatico collasso delle già fragili relazioni etniche tra Rom e non-Rom in Romania. Alla luce del fatto che pogroms mortali anti-Rom sono un passato molto recente, queste preoccupazioni non sono da prendere alla leggera.
Anche le risposte a livello europeo sono state estremamente inadeguate. Il 3 novembre 2007, il Commissario per la Giustizia e le Libertà Civili, Franco Frattini, lui stesso italiano e strettamente collegato ai partiti politici italiani, ha dichiarato: "Ciò che c'è da fare è semplice. Entrare in un campo nomadi a Roma per esempio, e chiedere loro: “Sapete dirmi dove vivete? Se rispondono che non lo sanno, prendeteli e rimandateli in Romania. E' così che lavorano le direttive europee. E' semplice e sicuro. La Romania non può non riprenderli, perché questo fa parte dei suoi obblighi come stato membro della EU”. Ha poi chiesto all'Italia di smobilitare i campi per prevenire il rientro dei Rumeni.
Le dichiarazioni di Frattini seguono a meno di due settimane dopo che Thomas Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, notava, "Purtroppo le azioni di diverse autorità pubbliche... sono state acquiescenti in questa intensificazione dell'odio anti-Rom" e richiedeva con urgenza che "Gli standard europei legali e la legislazione anti-discriminazione devono essere rigorosamente rinforzate per assicurare una fine al trattamento arbitrario basato su un animo razziale contro i Rom".
Sono estremamente preoccupato dalla tollerante, persino compiacente attitudine dei governi italiano e rumeno e dell'Unione Europea (EU) in generale quando si tratta di anti-ziganismo, così come dell'assenza di una reazione EU alle dichiarazioni di alcuni politici rumeni ed italiani. E' inaccettabile che le autorità statli contribuiscano a colpevolizzare collettivamente cittadini rumeni ed abbiano un approccio docile mascherato da diplomazia verso le osservazioni xenofobe di alti funzionari.
Infine, come riportato da Le Monde il 4-5 novembre 2007, sono preoccupato perché appare possibile l'adozione di una nuova Direttiva dell'Unione Europea che limiterebbe il diritto della libertà di movimento dei cittadini europei tra gli Stati Membri. Come osservato da Le Monde, l'attuale livello di protezione europeo tutela gli individui dalla minaccia di espulsioni forzate verso i paesi di origine, quando erompono episodi di razzismo di massa, come quelli visti nei giorni recenti in Italia. L'erosione di questi standard - ancora, come risultato dell'isteria anti-zigana - sarebbe, in poche parole, un evento sconvolgente.
La mobilitazione di uno stato per scopi esplicitamente razzisti è qualcosa, avevamo inteso, apparteneva al passato in Europa.
Vi chiedo di intraprendere tutte le azioni possibili nei poteri derivati dai vostri uffici, per porre termine a questi atti esplicitamente razzisti e calmare gli infiammati interventi pubblici di Italia e Romania.

Firma anche tu l’appello...

(la traduzione è stata curata da Mahalla che ringraziamo)

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