domenica 16 dicembre 2007

Milano, la segregazione per tutti i Sinti e i Rom

Il cosiddetto "patto di socialità e legalità" fatto sottoscrivere dal comune di Milano ai Rom romeni, residenti in via Triboniano, sarà esteso ad altri sette insediamenti meneghini, nei quali risiedono oggi 875 cittadini rom e sinti italiani, europei e non comunitari.
Ad annunciare questo provvedimento è stato il sindaco di Milano Letizia Moratti. «Proseguiamo sulla doppia linea di accoglienza e di rigore e rispetto delle regole di convivenza civile - ha detto il sindaco di Milano - già adottate nel campo di Triboniano e che sono state citate dalla Commissione Europea come una delle migliori pratiche per l' integrazione e la convivenza civile».
I residenti negli altri sette “campi” dovranno, con la sottoscrizione del patto, impegnarsi a mandare i propri figli a scuola, dimostrare di avere una occupazione che garantisca loro il sostentamento e di rispettare le normali norme igienico - sanitarie.
Contemporaneamente il comune si impegna a dotare questi “campi” di operatori e mediatori culturali e a garantire il presidio delle forze dell'ordine. Alla domanda se l'estensione del patto di socialità e legalità possa condurre all'istituzione di un numero chiuso di rom romeni ospitati a Milano, il sindaco di Milano si è limitata a rispondere: «il patto della sicurezza prevede la limitazione del numero di presenze in relazione alla capacità di assorbimento del territorio».
«Dopo Triboniano, il Comune di Milano riporterà controllo e legalità nei campi nomadi autorizzati della città». Così il vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Milano, Riccardo De Corato che, in merito all'estensione del patto di legalità a tutti gli insediamenti nomadi regolari presenti sul territorio, ha aggiunto: «La delibera approvata oggi dalla Giunta è la risposta ad un ordine del giorno votato all'unanimità dal Consiglio Comunale».
«Inoltre -ha annunciato De Corato- per rafforzare ulteriormente la positiva azione di controllo già svolta a Triboniano, nell'ambito della convenzione per la realizzazione di programmi straordinari diretti a garantire la sicurezza della città in attuazione del Patto per Milano Sicura, abbiamo chiesto alla Prefettura un presidio fisso delle Forze dell'Ordine all'interno del campo soprattutto nelle ore serali e notturne».

Noi di sucardrom condanniamo il cosiddetto “patto di socialità e legalità”, imposto forzatamente alle famiglie Sinte e Rom, presenti a Milano. Infatti nel “patto” sono contemplate delle “leggi” apposite per queste minoranze che mai sarebbero imposte ad altri Cittadini. Il “patto di socialità e di legalità”, adottato dal Comune di Milano, ripropone la maggior parte delle “norme” già contenute nei “regolamenti” per i “campi nomadi”, votati dai Consigli comunali dagli anni Settanta ad oggi. Queste norme se violate comportano inevitabilmente la cacciata. Se non pulisci, se non mandi i bambini a scuola, se non favorisci la formazione professionale, se ospiterai parenti… sarai cacciato.
Ma è il pensiero che sottende al cosiddetto “patto” che fa paura. Perché un Cittadino assegnatario di un alloggio di proprietà dell’ALER (azienda che gestisce gli alloggi popolari in Lombardia) non firma un “patto di legalità e socialità”? La risposta: perché i Rom hanno comportamenti, insiti nella loro cultura, che sono “devianti” ed è necessario riscrivere le regole di convivenza, il diritto!
Infatti un Cittadino assegnatario di un alloggio ALER che non pulisce, che non manda i bambini a scuola, che non favorisce la formazione professionale, che ospita parenti… non sarà cacciato!
Quindi possiamo chiederci: perché un cittadino povero, appartenente ad una minoranza rom o sinta, non ha sottoscritto un contratto d’affitto come qualsiasi altro Cittadino povero, residente a Milano?
Perché l’Amministrazione Comunale di Milano, e non solo purtroppo, non ha mai voluto accettare la presenza delle famiglie rom e sinte, in quanto appunto Rom e Sinti, sul proprio territorio e ha lasciato che nelle estreme periferie si formassero delle e vere e proprie bidonville.
In effetti si vive nel paradosso: mentre tutti gli organismi internazionali chiedono all’Italia di legiferare per proteggere e tutelare le minoranze sinte e rom, a Milano, e non solo, si “legifera” per colpire i rom e sinti.
Naturalmente qualcuno pensa che il cosiddetto “patto” protegga i Rom e i Sinti e che non riuscirebbero altrimenti a proteggersi da loro stessi. Questo è una tesi razzista che sottende alla volontà di annientare culturalmente i Sinti e i Rom.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il patto mi sembra un regolamento proprio come il regolamento condominiale, e non mi pare che sia una legge, né che sia una legge a sfavore di rom e sinti. Ad ogni modo ormai il patto è superato perché mi pare ci siano molti cambiamenti sia nella politica che nella cultura. Dire che era giusto o meno, non saprei. Qualcuno lo ha considerato necessario. Anch'io l'ho considerato un rimedio necessario. Adesso, penso che sia ormai superato.

Anonimo ha detto...

Il commento è mio
Carlo64 http://dynamic.blog.tiscali.it/

Anonimo ha detto...

molto carino allegare l'immagine del campo di concentramento ai patti per la legalità...bravi ...complimenti....dei veri geni!!!

u velto ha detto...

ciao Anonimo, i veri geni sono quelli che l'hanno di fatto imposto alle famiglie Rom rumene e che lo vogliono ora imporre alle famiglie rom e sinte italiane.
Il "patto" è un obrobrio macchiavellico che condannerà i Rom e i Sinti ad un perenne stato di segregazione.
Vergogna!

Anonimo ha detto...

"Infatti un Cittadino assegnatario di un alloggio ALER che non pulisce, che non manda i bambini a scuola, che non favorisce la formazione professionale, che ospita parenti… non sarà cacciato!"
E come al solito parlate di razzisti. Tutti quelli che vogliono il rispetto delle leggi sono razzisti! Vergogna!
Comunque per vostra informazione gli italiani che non puliscono si ritrovano gli assistenti sociali in casa e se hanno figli vengono portati via, gli italiani che non mandano i figli a scuola vengono denunciati dai Carabinieri ed i loro bambini vengono portati via, gli italiani che ospitano più parenti di quanti l'abitazione ne può ospitare in base alla metratura ed ai vani viene denunciato e se vi sono minori gli vengono portati via.
Per l'istruzione professionale, nulla da eccepire.
Fate voi adesso... scusateci se sono stato razzista a farvi notare queste discriminazioni nei confronti degli italiani.
Mi vado a costituire al più vicino commissariato almeno evitate di perdere tempo.
Buonasera.

u velto ha detto...

ciao Anonimo, tutto quello che scrivi:

"Comunque per vostra informazione gli italiani che non puliscono si ritrovano gli assistenti sociali in casa e se hanno figli vengono portati via, gli italiani che non mandano i figli a scuola vengono denunciati dai Carabinieri ed i loro bambini vengono portati via, gli italiani che ospitano più parenti di quanti l'abitazione ne può ospitare in base alla metratura ed ai vani viene denunciato e se vi sono minori gli vengono portati via."

è errato. Solo considerando l'abbandono scolastico in molte zone del Paese (come ad esempio il Veneto) si avrebbe, secondo quanto affermi tu, l'allontanamento dalle famiglie di migliaia di minori. Ti preghiamo di informarti prima di scrivere. Grazie