mercoledì 6 febbraio 2008

L'Unicef pensa che i bambini sinti e rom siano disabili?

L'Unicef ha colto l'occasione del convegno alla "Cattolica" per presentare la campagna "Il diritto alla partecipazione dei bambini e degli adolescenti con disabilità". Trasferendo nel nostro Paese la "griglia" di progetti già sviluppati all'estero (per esempio in Belgio), l'Unicef coinvolgerà direttamente bambini e ragazzi disabili in uno screening della loro realtà quotidiana, in relazione ai loro diritti negati.
Lo ha annunciato Laura Baldassarre, responsabile della Direzione Advocacy ed Educazione ai diritti di Unicef Italia, al termine di un intermezzo che la II C della Scuola Secondaria di Primo Grado "Anna Frank" di Meda ha dedicato all'esposizione di una ricerca sulla Convenzione approvata dall"Onu.
Questo tipo di lavoro coinvolgerà anche i bambini rom, sinti e camminanti. Meritoria l’iniziativa dell’Unicef ma è discriminante mettere accanto la disabilità con l’appartenenza etnica. Infatti, ancora oggi nelle scuole italiane molti bambini e adolescenti sinti e rom vengono certificati come disabili perché parlano una lingua, il sinto o il romanés, sconosciuta dalla maggioranza degli insegnanti ma soprattutto perché appartengono a culture orali. E la scuola è il monumento delle culture scritte.
Certo le ragioni della dispersione e mortalità scolastica sono diverse ma ricordiamo a Laura Baldassarre che il Consiglio d’Europa ha scritto: “i problemi ai quali sono confrontati i Rom e i Sinti in ambito scolastico sono in larga parte conseguenza delle politiche educative da tempo perseguite le quali hanno condotto all'assimilazione ed alla segregazione dei fanciulli rom e sinti nella scuola basandosi sul pretesto di un loro handicap socioculturale” (Raccomandazione n. R (2000) 4). In Italia, per altro, erano gli Uffici Handicap degli ex Provveditorati agli Studi che si occupavano dei minori sinti e rom e che ancora oggi sono deputati a questo scopo in molte zone del Paese e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
In ultimo, crediamo che le metodologie utilizzate per realizzare un progetto dedicato a bambini e adolescenti disabili siano molto lontane da quelle che si dovrebbero utilizzare per bambini e adolescenti normodotati, come sono appunto i bambini e gli adolescenti sinti e rom.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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