lunedì 17 marzo 2008

Mantova, si chiude il "campo nomadi"

Da gennaio 2008 le 25 famiglie che abitano del cosiddetto “campo nomadi” stanno pagando al Comune le bollette di acqua ed energia elettrica che dal 1º aprile 2003 al 30 novembre 2005 non erano state mai notificate dagli uffici di via Roma.
Si tratta di quei 43.284,85 euro che una delibera della giunta, nel dicembre scorso, aveva condonato, salvo poi fare marcia indietro con la sua revoca. Ad annunciarlo ieri alla giunta è stato il dirigente dei servizi sociali Ernesto Ghidoni, incaricato a suo tempo di redigere un piano di rientro dal debito. «Le famiglie hanno già versato circa 13 mila euro» ha detto.
«Abbiamo messo a punto un piano su misura per ogni famiglia, dando loro 24 mesi di tempo, a partire da gennaio, per saldare il debito». Attualmente in viale Learco Guerra abitano 25 famiglie per un totale di circa 110 persone, bambini compresi. Qualcuna ha già saldato per intero il suo debito di luce e acqua, mentre altre potranno farlo a rate. Gli importi a carico di ciascun utente varia da poche decine di euro sino a 800 euro.
La giunta ha incaricato Ghidoni di presentare, entro il 15 aprile, un progetto che porti alla chiusura del “campo” e al trasferimento dei residenti o in appartamenti oppure in terreni agricoli (da acquistare) nei sedici Comuni del distretto sociale.In giunta ha relazionato anche il direttore generale del Comune, Maurizio Caristia, incaricato dall’amministrazione di scoprire perchè, tre anni fa, non furono inviati alle famiglie del campo gli avvisi di pagamento. «Abbiamo accertato - spiega il direttore - che gli avvisi non sono stati inviati solo negli ultimi due mesi del 2004 e fino al novembre 2005. Dal 1º aprile 2003 e fino ad ottobre 2004 abbiamo accertato che vi è stato un mancato controllo sulle persone che avrebbero dovuto pagare. Le responsabilità? E’ stato un problema organizzativo determinatosi all’interno degli uffici del Comune: la persona incaricata di seguire la pratica aveva scelto il part-time, poi era stata trasferita e nessuno si era più occupato della faccenda. Le registrazioni, però, delle presenze al campo c’erano e da lì siamo ripartiti per ricostruire la situazione debitoria delle singole famiglie e procedere, così, al recupero dei crediti».

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