mercoledì 28 maggio 2008

Milano, i "bravi cittadini" tentano di stuprare una dodicenne

«Ci avete rubato tutto, anche i nostri figli! Adesso vedi che cosa facciamo noi alla tua bambina!». Queste le parole di disprezzo pronunciate verso un padre di etnia rom da un energumeno che sabato sera ha tentato di trascinare via e stuprare sua figlia di 12 anni.
E, quando l’assalto è stato respinto, in circa 20 ragazzi hanno preso d’assalto il camper. Assediandolo. Battendolo con pugni e bottigliate. Insultando ancor più selvaggiamente i componenti di quella famiglia. Che, fortunatamente, è riuscita a ripartire e a fuggire. Il tutto è accaduto in un luogo tranquillo e soprattutto tra decine di palazzi, in piazza Torello, utilizzata il sabato per il mercato del centro cittadino di Collegno.
I fatti risultano dalla denuncia presentata alla stazione cittadina dei carabinieri poco dopo l’accaduto da Boro Brambilla, 46 anni, rom italiano, residente nel “campo nomadi” di strada della Berlia con la moglie Gabriela, i figli e i nipoti.
«Ma da qualche tempo non posso più dormire lì per problemi di salute – racconta l’uomo -. Così passiamo la notte nel camper, io mia moglie e la nostra figlia più piccola». Proprio lei, che chiameremo Diana (il nome è di pura fantasia trattandosi di minorenne), era la vittima predestinata di quel terribile tentativo di violenza. «Da qualche tempo dormivamo in piazza Torello – racconta ancora Boro Brambilla -. Evidentemente a qualcuno non andavamo a genio». Così, probabilmente, è nata l’idea di quello che appare essere un raid punitivo in piena regola. «Ma punitivo di che? – chiede l’uomo – Noi non abbiamo fatto niente…» [sic!].

Così, sabato alle 22,30 circa, Diana sente bussare con forza alla porta del camper. Pensa che sia sua madre, che tornava dall’ospedale di Venaria dove aveva prestato assistenza a una parente. Apre. Un ragazzo rapato a zero, dell’età presumibile compresa tra 25 e 30 anni, l’afferra per il colletto della maglietta e poi per i capelli. Cerca di trascinarla via, ma lei si regge con le braccia ai sostegni della porta e urla disperata. Il padre, che dormiva, si sveglia. Corre e l’afferra, trascinandola dentro il mezzo. Nel frattempo arriva la madre, che si accorge che vicino al camper ci sono tante persone. Che la insultano pesantemente. Lei prima prova a discuterci, poi capisce che hanno cattive intenzioni e corre nel camper. Intanto due dei ragazzi si slacciano i pantaloni e le mostrano il membro. «Aspettaci che arriviamo», le dicono.
A quel punto i 20 ragazzi prendono delle bottiglie di vetro, chi le ha già e chi dalla spazzatura, e si dirigono verso il mezzo. Lo battono con violenza, gli rompono il parabrezza. Brambilla, disperato, accende il motore e riesce a uscire dall’assedio. Scappa in direzione di via Roma. E una notte che avrebbe potuto essere di tragedia finisce nella vicina caserma dei carabinieri, in piazza 1° Maggio. di Davide Petrizzelli

4 commenti:

Anonimo ha detto...

purtroppo la madre degli imbecilli è sempre in cinta.
Sarei contento di sapere che questi "mostri" finiscano in cella...ma ho qualche dubbio che ciò avvenga.
Chi usa violenza e sopratutto tocca i bambini non merità nessuna moderazione.

peccato il titolo chiaramente discriminatorio del post...evidentemente c'è chi predica bene e razzola male.

Anonimo ha detto...

ciao Xpisp, ero sicuro di un tuo commento sui "mostri", come ero sicuro del commento sul titolo che permettimi è molto diverso da ciò che siamo abituati a vedere per i Sinti e Rom. sucardrom non ha scritto "italiani" o "milanesi" o "lombardi", ha solo ripreso la dicitura di tanti titoli visti in questi venti mesi.

Anonimo ha detto...

Vuoi dirmi che questo titolo è al medesimo livello dei titoli del "il giornale".
Contento tu.

u velto ha detto...

ciao Xpisp, non ci sembra proprio!