domenica 6 luglio 2008

Oristano, i rom sfrattati ospitati dal cappellano del carcere

Il cappellano del carcere ospita nella comunità di Arborea i rom sfrattati da Terralba, poco distante da Oristano. La storia è presto spiegata. Qualche giorno fa la comunità rom di Terralba viene sfratta e le baracche, realizzate abusivamente alla periferia del paese demolite.
In soccorso delle 47 persone, 26 bimbi e 21 adulti arriva don Gianni Usai, cappellano del carcere di Isili e fondatore della comunità Il Samaritano che mette a disposizione degli sfollati un piazzale attrezzato nell'azienda agricola che ospita la comunità.
«Cosa potevo fare- spiega don Gianni - sono stati cacciati dal campo di Terralba e non sapevano dove andare. Nei loro occhi ho letto la disperazione, mica potevo tirarmi indietro o girare la faccia dall'altra parte. Eppoi è ora di finirla con questa storia che i rom sono ladri e via dicendo. Se vivono ai margini è perché nessuno li vuole vicino. Rispetto agli altri partono da una posizione svantaggiata».
Don Gianni Usai, 63 anni è il fondatore della comunità che si occupa di dare assistenza e supporto ai detenuti in espiazione esterna, ai sofferenti psichici e alle vittime di violenze. Per 20 anni è stato cappellano della colonia penale di Isili e conosce molto bene il mondo della sofferenza, della detenzione e le difficoltà che incontra «chi vuole rientrare nel mondo dei normali». Per questo motivo non ci sta a giocare la partita del «tutti contro gli zingari, perché non vero che sono tutti ladri e non è vero che sono tutti fannulloni». Non è certo un caso che sia stato proprio lui, non molto tempo fa (nel 2005) a battersi perché i piccoli rom di Terralba potessero andare a scuola e imparare a leggere, scrivere e studiare «e giocare come tutti i bimbi di 6 o 10 anni».

«Li conosco da quando erano piccolissimi, sono stati loro a chiedere il nostro aiuto - racconta -, erano disperati e terrorizzati, hanno visto poi le loro case buttate giù con le ruspe». Da Terralba alla comunità di Arborea il passo è breve. «Abbiamo messo a disposizione un piazzale, sistemato il tendone e altri strumenti perché possano vivere decentemente - racconta don Usai - d'altronde è il minimo che si potesse fare per bimbi e famiglie che, per ignoranza altrui e senza motivo, sono state emarginate dal mondo cosiddetto normale perché, diciamolo chiaramente, chi è povero dà fastidio».
E nel nuovo insediamento, sistemato alla fine di una strada con gli alberi di eucaliptus ai lati, e le coltivazioni floride, i bimbi hanno ripreso a sorridere.
«Qui da noi hanno scoperto i giocattoli, hanno scoperto i pelouches - racconta ancora Don Gianni Usai - ma quali ladri, ma lasciamo perdere queste cose. Questi sono bimbi come tutti gli altri, non vedo perché si debba continuare con questa discriminazione o magari pernsare a prendere le loro impronte, ma stiamo scherzando?».
Non nasconde le difficoltà incontrate per dare una mano alla comunità rom don Gianni. «Molte amministrazioni comunali hanno paura di aiutare queste persone perché temono una qualche rivolta delle popolazioni e quindi invece di intervenire stanno a guardare. Tutti molto spesso dimenticano che l'aiuto puuò arrivare dando l'istruzione ai piccoli e insegnando un mestiere agli adulti». Un argomento caro al fondatore della comunità, da tempo impegnato in progetti di recupero e reinserimento degli ex detenuti in attività lavorative. «Se non vengono messi in condizioni di imparare o di lavorare è chiaro che nessuno poi li prenderà».
Don Gianni però non nasconde le difficoltà «provocate dal luogo comune che tutti gli zingari sono ladri». «I 26 minori prima frequentavano le elementari di Terralba, adesso che sono in territorio di Arborea non sappiamo se questi bimbi, che è bene ricordarlo sono nati in Italia tra Oristano e Terralba, potranno frequentare le scuole o se invece dovremo farne una da campo». Quanto alla proposta di prendere le impronte, don Usai non ha dubbi. «Non esiste proprio, ma come potrà vivere un bimbo che "nasce schedato"?» di Davide Madeddu

1 commento:

El Gato Obrero ha detto...

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare". B.Brecht

In tutta Italia, giorno dopo giorno, i diritti umani e civili del popolo rom vengono violati dai nostri amministratori. Un popolo, quello dei Rom, tutelato sulla carta anche in Sardegna con leggi regionali ad hoc che "danno diritti" ai "nomadi" per "preservare la loro cultura", ma ciò poi non è praticato dai fatti, o quando si tenta di praticarlo i soldi stanziati dall’assemblea regionale non bastano mai.
Nella realtà quotidiana, la pacifica vita del popolo rom, viene disturbata da raid autorizzati con ordinanze di sgombero immediato dove le loro abitazioni vengono distrutte, i beni frantumati, e le persone vengono lasciate sulla strada, ma soprattutto vengono puniti i più piccoli delle comunità, bambini e bambine che già vivono un difficile contesto di inclusione sociale.
A volte ci capita di legger e notizie di sgombero nelle più svariate parti d’Italia, rimaniamo immobili, quasi siamo certi che qui, nella nostra terra, questo non potrebbe mai accadere. Invece accade... Qualche giorno fa, è stato sgombrato e raso al suolo un insediamento rom che sorgeva ai margini di Terralba ,ed ora la piccola comunità, con 28 minori, è profuga per forza, o meglio lo sarebbe se non esistesse don Giovanni Usai e la comunità il Samaritano.
L’apporto dato da Don Giovanni Usai che gli ospita nei terreni della comunità da lui gestita è sicuramente immenso e prezioso, accogliere e dare nuove certezze in particolare ai minori ha un grandissimo valore umano e sociale, dovrebbe essere l’esempio da seguire per tutti noi.
Molti membri e militanti della nostra associazione si battono da anni, per il rispetto e la tutela di questo popolo e soprattutto per i diritti dei piccoli rom sempre oltremodo violati.
Noi che abbiamo camminato con loro, che abbiamo pianto e festeggiato, sentiamo un profondo disagio quando leggiamo il batage politico sulla nostra stampa regionale, e, come tutt* quell* che da sempre si occupano di esseri umani in difficoltà leggere quotidianamente sulla stampa di amministratori e politici pro o contro ROM, come se non si trattasse di essere umani con i loro corpi, i loro sorrisi, le loro gioie, i loro amori e i loro dolori ci fa male. Non basta e non serve dire IO SONO UNO ZINGARO, IO SONO UN IRREGOLARE come te, non è utile, non risolve il problema, continua purtroppo a fomentare un’ulteriore bagarre, ora più che mai serve ora più che mai la SOLIDARIETA' CONCRETA.Per ora le famiglie rom, e per i loro bimbi, in età scolastica sono ben ospitati presso la comunità il SAMARITANO, serve tutto, ma soprattutto servono azioni concrete, come ci ha confermato lo stesso don Giovanni USAI, da lui in prima persona sono stati accolti umanamente, alloggiano in tende fornite dalla protezione civile, hanno acqua luce e quel chee serve per TIRARE A CAMPARE..
Però non basta, non basta perchè lo sgombero del loro campo li ha lasciati inermi senza nulla.Ora è giunto il momento di dare una concreta mano di aiuto, perchè questo è quello che vi chiedono ed è quello che ci siamo resi conto che serve.Soltanto Don Giovanni e i suoi amici non possono bastare e noi ci troviamo in DOVERE, n DOVERE UMANO, di chiedere aiuto a tutta la popolazione sensibile a questo problema. Servono con urgenza BENI ALIMENTARI (pasta, sugo, zucchero, caffe....) ABITI e BIANCHERIA INTIMA, Giocattoli per i bimbi, MEDICINE di primo soccorso, antifiammatori, antistaminici e altro (forniamo la lista a chi la dovesse richiede) - chiediamo ai medici della provincia di Oristano e anche oltre di aiutarci nella raccolta-
Necessita tutto il vostro aiuto, anche se non potete materialmente economico, la nostra associazione come sempre fatto fin ora pubblicherà tutto online, per questo mettiamo a disposizione il nostro conto corrente postale n 83660159 intestato all'associazione EL GATO OBRERO o IBAN IT75 L076 0117 4000 0008 3660 159 bonifici o conto paypal gatoobrero@yahoo.it con causale "per i bimbi rom di Terralba”
E' necessario fare un'azione concreta, un gesto di solidarietà umana per ridare fiducia a chi oggi è sotto accusa proprio come se vi fosse in atto una pulizia etnica. Quello che sta succedendo in questo territorio oramai è diventato ridicolo.Prima un sindaco rade al suolo un campo per altro ben sistemato, poi un altro emana un'ordinanza di sgombero immediato, e l'emana non nei confronti dei Rom ma intima Don Giovanni. A noi sorge il dubbio che si preferisce vedere le kampine dei rom parcheggiate lungo le strade provinciali del nostro territorio. Non è più dignitoso e più sicuro per loro stessi e per i bimbi stare comunque, si accampati, ma accampati in un luogo sicuro e protetto???Noi siamo e sosteniamo Don Giovanni ma sopratutto stiamo dalla parte dei Rom, nostri fratelli.
In questi giorni i nostri tanti amici portano avanti una raccolta di beni necessari e, saremmo come associazione in piazza ad Oristano per raccogliere il vostro contributo, comunicheremo al più breve ore e luoghi, ma nel frattempo restiamo a disposizione sulla nostra utenza 3397916117 o su mail gatoobrero@yahoo.it affinchè tutt* i cittadini che volessero contribuire con un gesto solidale possano farlo liberamente ed al piu presto.