venerdì 18 luglio 2008

Rom e Sinti, il documento

La mimesi antropologica culturale
Le minoranze Rom e Sinte non sono più considerate un soggetto socio culturale, ma l'oggetto-fenomeno, la cavia di laboratorio su cui scatenare la "libido scientifica e politica" per scomporre e ricomporre l'individuo in piccole particelle fisiche.
Tutta questa etnologia accanita nei confronti di Rom e Sinti è il segnale inconscio di una rimonta di un razzismo molto sottile per giustificare una paura nuova che non deve mutarsi in risorsa, in opportunità e in valore.
Potremmo citare tanti esempi ma la schedatura di tutti i Rom ed i Sinti ed il rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom e sinti sono scelte indicative delle vigliaccate politiche verso le nostre minoranze.
Si finisce così col difendere una cultura dominante che non accetta il confronto diretto con Rom e Sinti e che si arroga il diritto di sostituirsi a Rom e Sinti strumentalizzando le nostre minoranze a vantaggio dell'autopromozione.
Le minoranze Rom e Sinte sono concepite dall'opinione pubblica lontane dalla società nel tempo e nel luogo, trattati dalla politica, dai giornali e dalle televisioni, come rifiuti umani, da relegare nell'estrema periferia delle città, là dove la comunità urbana colloca idealmente e materialmente i rifiuti.
Sono i monumenti moderni della segregazione, che tutta la politica Italiana, senza distinzione di colore, hanno creato, senza cercare una diversa soluzione.
Eppure le minoranze Rom e Sinte sono un esempio di “interazione culturale”, una interazione che non riesce ad assumere il carattere “interculturale” per uno “scambio culturale” soffocato dal “compromesso sociale” per la sopravvivenza e dalla presenza di "filtri" culturali.
Non si capisce come mai non si promuova la partecipazione attiva di Rom e Sinti. Come mai non ha fine l'opera di "filtri" culturali?
Noi Rom e Sinti siamo dappertutto pur avendo un “alveare” ben preciso, invisibile agli altri, ma così reale ed esistente che ha permesso la nostra sopravvivenza, rimanendo nella società, anche se ai margini di essa, nonostante la lunga storia di persecuzioni.
Questo alveare supera il luogo, il tempo e lo spazio ed è fondato sul comune senso d'appartenenza e di aver sofferto tutti insieme le pene inflitte dalla società maggioritaria.
Lo spazio dei Rom e dei Sinti è lo spazio di tutti; essi possono essere ovunque perché non è il luogo che li trattiene ma la fraternità, tornando sempre “all'alveare”.
Questo meccanismo di “mimesi antropologico-cultuale” dei Rom e dei Sinti, sviluppato in linea con le leggi della sopravvivenza, ha permesso la conservazione fino ad oggi di una cultura in minoranza.
Rom e Sinti hanno interiorizzato un forzato adattamento alle circostanze (sempre negative) ma la trasformazione che stiamo vivendo oggi prevede una interazione culturale sofisticata, dove tende a rafforzarsi una maggiore consapevolezza culturale per la ricerca di quella unità collettiva, utile per un confronto culturale attivo e propositivo e per un riesame critico, che permetta di essere protagonisti di una nuova “dimensione dei Rom e dei Sinti”.
Le minoranze rom e sinte vivono oggi un'occasione se nel sano conflitto generazionale e intercomunitario riescono a superare le divisioni e le frustrazioni del passato e spingersi verso il futuro senza negare la tradizione.
Passaggio delicato ed insidioso per il rischio di falsi modelli che potrebbero orientare verso una distorta dimensione dell'essere Rom e Sinto, dimensione che potrebbe essere estranea sia alla diversità culturale, sia al contesto sociale, politico e culturale.
I popoli respirano la propria cultura, una miscela di saperi e di sentimenti ed hanno bisogno di farlo per continuare a vivere, ma le culture sono dinamiche e si modificano, si evolvono nel confronto culturale attivo e propositivo, senza mai negare la propria storia e la propria tradizione e da troppo tempo la cultura Rom e Sinta è più uno specchio che una finestra, perché la segregazione, la separazione, l'assistenzialismo culturale, cioè politiche differenziate, hanno bloccato ogni miglioramento.
Rom e Sinti devono uscire dall'ottica delle politiche differenziate per ricercare uno scambio culturale attivo e propositivo per non perdere la propria storia e la propria tradizione. Per una evoluzione della cultura rom e sinta è necessario un radicale cambiamento di metodo.

Politica. Assistenzialismo e segregazione
Le politiche per Rom e Sinti in Italia evidenziano una persistente ignoranza, con gravi implicazioni culturali e violazioni di diritti, percepibile nella definizione delle nostre minoranze, negli strumenti normativi utilizzati per tradurre in azioni concrete le scelte politiche, nella partecipazione attiva dei diretti interessati a tutti i livelli.
Negli ultimi decenni, per Rom e Sinti, le scelte politiche "differenziate": "assistenzialismo culturale" e "segregazione culturale", sostenute con l'intento di promuovere e valorizzare la cultura Rom e Sinta e realizzate dalla interpretazione culturale del mondo Rom e Sinto, hanno condotto le persone di queste minoranze verso:
- l'esclusione dal contesto sociale, culturale e politico;
- l'acquisizione di conoscenze culturali interpretative;
- l'adesione ad un modello estraneo ai propri riferimenti culturali;
- lo sviluppo di una "mentalità assistenziale";
- l'utilizzo strumentale della partecipazione attiva (essere Rom o Sinto non significa possedere automaticamente determinate competenze e professionalità)
Viene da chiedersi: a chi non conviene la normalità per Rom e Sinti?
La predisposizione di scelte politiche per Rom e Sinte che abbiano successo, passano nel recepire e specificare il ruolo attivo, propositivo e decisionale degli stessi Sinti e Rom per evitare gli errori che nel passato hanno condotto al fallimento ogni iniziativa.
Un radicale cambiamento metodo verso scelte politiche normali, di riconoscimento culturale, di responsabilizzazione delle professionalità rom e sinte, per coinvolgere attivamente le minoranze rom e sinte alla programmazione e condivisione delle scelte politiche.
Cambiamento di metodo che porti tutto il Paese ad una maggiore e migliore conoscenza e comprensione della cultura sinta e rom, per eliminare ogni forma di discriminazione che flagella attualmente i Rom e i Sinti in Italia.

Il ruolo della Federazione Rom e Sinti Insieme
La “Federazione Rom e Sinti Insieme” è una organizzazione democratica che a poche settimane dalla sua costituzione già associa ventidue associazioni rom e sinte di dodici regioni italiane. Costituita il 18 Maggio 2008, dopo oltre un anno di lavoro del Comitato Rom e Sinti Insieme, per condividere le finalità e le strategie, per definire un programma politico e la strategia organizzativa.
Con la costituzione della Federazione Rom e Sinti Insieme è la prima volta che in Italia si avvia sia un articolato percorso di partecipazione attiva e propositiva di Rom e Sinti, sia un processo unitario delle nostre minoranze per una rappresentatività dei Sinti e dei Rom, italiani ed immigrati.
La Federazione si propone di costruire un dialogo diretto con la promozione di una società aperta e interculturale, l'affermazione della cultura della legalità, il contrasto agli abusi di potere; un ruolo attivo e propositivo di Rom e Sinti sia per collaborare a tutti i livelli in tutte le iniziative finalizzate a promuovere la cultura Rom e Sinta ed a migliorare le condizioni di vita delle famiglie Rom e Sinte.

Programma politico
Malgrado l'impiego di risorse pubbliche le condizioni di vita dei Rom e dei Sinti in Italia non registrano un miglioramento, anzi sono peggiorate.
Per la realizzazione del programma politico la Federazione Rom e Sinti insieme ritiene prioritario la massima diffusione all’opinione pubblica, ai media ed alla politica dei risultati ottenuti per ogni attività svolta ed una dettagliata rendicondazione economica delle eventuali risorse pubbliche utilizzate.
Questa priorità si rende essenziale per eliminare i pregiudizi dell'opinione pubblica, dei media e della politica che percepisce solo una resistenza di queste minoranze all'integrazione culturale e non mette in discussione altri fattori che possono condurre al fallimento, parziale o totale, una iniziativa progettuale.
Il programma politico sarà realizzato dalle organizzazioni locali, la Federazione Rom e Sinti Insieme collaborerà con la partecipazione di Rom e Sinti, ai diversi livelli di competenza e di professionalità, nelle azioni di progettualità, di formazione, di coordinamento, di monitoraggio e di valutazione.

Partecipazione attiva
La complessità della realtà rom e sinta in Italia necessità di una rete di monitoraggio che offra dati certi, ad oggi inesistenti, da elaborare sia a livello nazionale che a livello locale. Per questa ragione è necessaria la costituzione di un Ufficio Nazionale e di Uffici Regionali, Provinciali e Comunali per le grandi città. L'Ufficio Nazionale deve prevedere una presenza significativa di Rom e Sinti e deve avere il compito di raccogliere e sistematizzare i dati offerti dagli uffici periferici. Gli Uffici periferici devono prevedere una presenza significativa di Sinti e di Rom, in stretta collaborazione con le associazioni rom e sinte.
Gli obiettivi degli uffici periferici saranno quelli di:
a) monitorare i bisogni espressi dalle comunità rom e sinte e dalle realtà istituzionali territoriali, raccogliere le buone pratiche realizzate nei singoli territori, suggerire proposte e valutare i progetti in atto;
b) promuovere la diffusione della conoscenza delle culture sinte e rom, contrastare le forme di discriminazione, in collaborazione con le istituzioni e gli Enti Locali;
c) coordinare e monitorare gli interventi degli Enti Locali e delle Istituzioni.
Gli obiettivi dell'Ufficio Nazionale saranno quelli di:
1. raccogliere e sistematizzare i dati offerti dagli uffici periferici e diffondere in tutto il Paese le buone pratiche;
2. elaborare piani d'azione nei diversi ambiti d'intervento (culturale, abitativo, lavorativo, sanitario, sociale, scolastico e formativo) anche proponendo al Governo le necessarie modifiche alle leggi esistenti;
3. coordinare gli interventi dei diversi ministeri interessati, collaborando alla definizione di obiettivi e strategie

Riconoscimento status di minoranza
Proponiamo la promulgazione della proposta di legge n. 2858: "Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, per l'estensione delle disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche alle minoranze dei Rom e dei Sinti", presentata alla Camera dei Deputati il 2 luglio 2007.

Istruzione e formazione
La Federazione Rom e Sinti Insieme intende:
- restituire ai genitori la loro dignità genitoriale;
- sostenere l'istituzione scuola nel percorso scolastico degli alunni rom e sinti;
- valorizzare la presenza degli alunni rom e sinti all'interno delle scuole trasformandoli da presenza ingestibile a risorsa positiva;
- approfondire la conoscenza dell'intera popolazione scolastica della cultura rom e sinta per favorire l'accoglienza del diverso.
Per gli adolescenti e per gli adulti la federazione vuole aprire un centro di orientamento professionale, di formazione e informazione per i rom ed i sinti i cui obiettivi sono:
a) recupero e reinserimento degli adolescenti e dei giovani adulti, attraverso la creazione di una rete con le scuole professionali, i centri per l'impiego ed i servizi sociali per l'istituzione di borse lavoro;
b) progettazione di interventi formativi volti al recupero dei lavori tradizionali dei rom e sinti;
c) realizzazione di laboratori di informatica, di corsi di alfabetizzazione per l'apprendimento dell'Italiano e per migliorare la conoscenza;
d) istituire centri di lingua romanes e di storia e cultura del popolo rom e sinto
e) organizzare convegni, seminari e workshops per informare il popolo rom e sinto sulle politiche tenute dagli altri paesi europei sulle tematiche rom e sinte.
La federazione creerà una rete sul territorio nazionale per offrire a tutti la sua collaborazione che comprende: progettazione, monitoraggio, sostegno, formazione e informazione attraverso una equipe di professionisti qualificati.

Habitat
La Federazione è nettamente contraria alla politica abitativa dei campi nomadi, sollecita il graduale superamento e propone soluzioni abitative diversificate dalla casa alla microarea secondo la volontà della singola famiglia Rom e Sinta.
La Federazione propone una politica abitativa pubblica per l'accesso agevolato delle famiglie rom e sinte alla casa ed alla microarea, ed una politica abitativa privata per agevolare le famiglie rom e sinte all'acquisto della propria abitazione oppure a soluzioni sui terreni agricoli privati.
La Federazione propone, inoltre, una modifica del Testo unico n.380/2001 in materia di edilizia che dispone per la sosta di una roulotte la richiesta di una concessione edilizia.

Lavoro
La questione lavoro per Rom e Sinti è strettamente collegata alla globalità delle politiche locali per Rom e Sinti. La Federazione progetterà soluzioni per il lavoro nei singoli territori in collaborazione con le associazioni locali aderenti.

Discriminazione
La Federazione ritiene che sia di fondamentale importanza il recepimento completo della Direttiva Europea n. 2000/43 che attua il principio di parità di trattamento tra le persone.
Chiediamo che vengano inasprite le pene per chi viola le leggi contro la discriminazione, ad oggi ridicole, e che vengano implementati i poteri delle nostre associazioni sia nel contrasto dei reati che nella tutela delle vittime della discriminazione
È necessario accrescere la consapevolezza nei Rom e nei Sinti delle violazioni dei loro diritti attraverso la formazione di attivisti/mediatori Rom e Sinti. Quindi è necessario informare meglio Rom e Sinti della protezione giuridica esistente e dei mezzi disponibili per combattere la discriminazione.
Tutto ciò sarà realizzato attraverso eventi e la divulgazione di materiale informativo alla società civile.
L'Ufficio nazionale Antidiscriminazione Razziale deve essere indipendente ed in grado di comminare sanzioni, revocare atti amministrativi, disporre risarcimenti e altre forme del danno subito.

Immigrazione
La questione dei rom immigrati provenienti da Balcani, da oltre 40 anni presenti in Italia, è rimasta ancora irrisolta. Queste persone vivono in Italia da tanto tempo, sono senza documenti da tanto tempo. Il loro Stato di origine (ex Jugoslavia) non esiste più, gli archivi anagrafici del loro Stato sono stati distrutti dalla guerra. I giovani di seconda e terza generazione di queste famiglie sono nati in Italia e sono senza documenti.
Allora cosa fare? La questione è esclusivamente politica e la Federazione Rom e Sinti Insieme formula proposte differenziate:
- il riconoscimento della cittadinanza a tutti coloro che sono nati in Italia con la modifica della legge sulla cittadinanza (diritto di suolo e non diritto di sangue);
- concessione di un permesso di soggiorno provvisorio agli adulti Rom immigrati dai Balcani;
- il riconoscimento ai rom immigrati dai Balcani dello stato di apolidia;
- una sanatoria per i Rom immigrati provenienti dai balcani.
Federazione Rom e Sinti Insieme, Cecina, 16 luglio 2008, Meeting Antirazzista

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