lunedì 7 luglio 2008

Roma, il Prefetto Mosca interpreta la "schedatura"

Potrebbe partire dalla Magliana il censimento dei rom, dal campo irregolare di via Luigi Ercole Morselli, nel XV Municipio, con una cinquantina di romeni. La notizia è una indiscrezione trapelata alla vigilia della tanto discussa identificazione dei rom, il cui inizio è previsto per giovedì, ma potrebbe slittare ancora.
Per il prefetto di Roma Carlo Mosca, nei panni di “commissario straordinario per l'emergenza nomadi”, giorno e luogo del censimento sono top secret: ha pregato i rappresentanti di associazioni e forze dell'ordine di non farne parola. Ma la pressione esterna è forte, anche da parte delle testate giornalistiche di mezzo mondo, comprese le televisioni arabe come Al Jazeera.
I criteri fissati finora per la identificazione dei nomadi seguono le indicazioni contenute nell'ordinanza 3676 del 30 maggio della Presidenza del Consiglio dei ministri. La Croce Rossa censirà chi lo vorrà. Chiederà dati anagrafici, malattie contratte e vaccini fatti, notizie utili soprattutto per i minori, perché possano essere iscritti a scuola settembre.
A tutti, grandi e piccoli, con il loro consenso, gli operatori umanitari scatteranno una foto da applicare alla tessera sanitaria che sarà consegnata ai nomadi titolari e darà loro diritto a essere assistiti nei presidi medici della Cri.
Le informazioni raccolte dalla Croce Rossa sono tutelate dalla privacy, per cui ciascun rom sarà invitato a firmare l'autorizzazione al trattamento dei propri dati personali. In caso di rifiuto, le forze dell'ordine potranno accedere alle notizie personali raccolte dalla Cri, relativi ai nomadi censiti, solo su mandato dell'autorità giudiziaria.
Discorso diverso, invece, viene fatto per i rom senza documenti di identità. I minori dai 14 anni in su saranno fotografati, e lo stesso si farà con gli adulti. Chi dovesse rifiutarsi sarà preso in carico dalle forze dell'ordine e trattato come tutte le persone, italiane comprese, che risultino prive di documenti e reticenti.
Il commissario Mosca non ha ancora finito i preparativi dell'operazione. Mercoledì il censimento sarà tra gli argomenti all'ordine del giorno del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, al quale di sicuro parteciperanno i rappresentanti provinciali delle forze dell'ordine.In vista dell'appuntamento, il prefetto sta anche mettendo in piedi la struttura del “Commissariato per l'emergenza nomadi” con un suo organico di esperti. Sono previsti due funzionari per ciascun ente locale (Comune, Provincia e Regione) e docenti universitari .Il professore all'università Roma Tre di Teorie e tecniche della trasformazione dei conflitti, Mario Quinto; un sociologo e un docente di Statistica, i quali però non hanno ancora confermato l'incarico, e consulenti dell'istituto Tagliacarne.

5 commenti:

El Gato Obrero ha detto...

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare". B.Brecht

In tutta Italia, giorno dopo giorno, i diritti umani e civili del popolo rom vengono violati dai nostri amministratori. Un popolo, quello dei Rom, tutelato sulla carta anche in Sardegna con leggi regionali ad hoc che "danno diritti" ai "nomadi" per "preservare la loro cultura", ma ciò poi non è praticato dai fatti, o quando si tenta di praticarlo i soldi stanziati dall’assemblea regionale non bastano mai.
Nella realtà quotidiana, la pacifica vita del popolo rom, viene disturbata da raid autorizzati con ordinanze di sgombero immediato dove le loro abitazioni vengono distrutte, i beni frantumati, e le persone vengono lasciate sulla strada, ma soprattutto vengono puniti i più piccoli delle comunità, bambini e bambine che già vivono un difficile contesto di inclusione sociale.
A volte ci capita di legger e notizie di sgombero nelle più svariate parti d’Italia, rimaniamo immobili, quasi siamo certi che qui, nella nostra terra, questo non potrebbe mai accadere. Invece accade... Qualche giorno fa, è stato sgombrato e raso al suolo un insediamento rom che sorgeva ai margini di Terralba ,ed ora la piccola comunità, con 28 minori, è profuga per forza, o meglio lo sarebbe se non esistesse don Giovanni Usai e la comunità il Samaritano.
L’apporto dato da Don Giovanni Usai che gli ospita nei terreni della comunità da lui gestita è sicuramente immenso e prezioso, accogliere e dare nuove certezze in particolare ai minori ha un grandissimo valore umano e sociale, dovrebbe essere l’esempio da seguire per tutti noi.
Molti membri e militanti della nostra associazione si battono da anni, per il rispetto e la tutela di questo popolo e soprattutto per i diritti dei piccoli rom sempre oltremodo violati.
Noi che abbiamo camminato con loro, che abbiamo pianto e festeggiato, sentiamo un profondo disagio quando leggiamo il batage politico sulla nostra stampa regionale, e, come tutt* quell* che da sempre si occupano di esseri umani in difficoltà leggere quotidianamente sulla stampa di amministratori e politici pro o contro ROM, come se non si trattasse di essere umani con i loro corpi, i loro sorrisi, le loro gioie, i loro amori e i loro dolori ci fa male. Non basta e non serve dire IO SONO UNO ZINGARO, IO SONO UN IRREGOLARE come te, non è utile, non risolve il problema, continua purtroppo a fomentare un’ulteriore bagarre, ora più che mai serve ora più che mai la SOLIDARIETA' CONCRETA.Per ora le famiglie rom, e per i loro bimbi, in età scolastica sono ben ospitati presso la comunità il SAMARITANO, serve tutto, ma soprattutto servono azioni concrete, come ci ha confermato lo stesso don Giovanni USAI, da lui in prima persona sono stati accolti umanamente, alloggiano in tende fornite dalla protezione civile, hanno acqua luce e quel chee serve per TIRARE A CAMPARE..
Però non basta, non basta perchè lo sgombero del loro campo li ha lasciati inermi senza nulla.Ora è giunto il momento di dare una concreta mano di aiuto, perchè questo è quello che vi chiedono ed è quello che ci siamo resi conto che serve.Soltanto Don Giovanni e i suoi amici non possono bastare e noi ci troviamo in DOVERE, n DOVERE UMANO, di chiedere aiuto a tutta la popolazione sensibile a questo problema. Servono con urgenza BENI ALIMENTARI (pasta, sugo, zucchero, caffe....) ABITI e BIANCHERIA INTIMA, Giocattoli per i bimbi, MEDICINE di primo soccorso, antifiammatori, antistaminici e altro (forniamo la lista a chi la dovesse richiede) - chiediamo ai medici della provincia di Oristano e anche oltre di aiutarci nella raccolta-
Necessita tutto il vostro aiuto, anche se non potete materialmente economico, la nostra associazione come sempre fatto fin ora pubblicherà tutto online, per questo mettiamo a disposizione il nostro conto corrente postale n 83660159 intestato all'associazione EL GATO OBRERO o IBAN IT75 L076 0117 4000 0008 3660 159 bonifici o conto paypal gatoobrero@yahoo.it con causale "per i bimbi rom di Terralba”
E' necessario fare un'azione concreta, un gesto di solidarietà umana per ridare fiducia a chi oggi è sotto accusa proprio come se vi fosse in atto una pulizia etnica. Quello che sta succedendo in questo territorio oramai è diventato ridicolo.Prima un sindaco rade al suolo un campo per altro ben sistemato, poi un altro emana un'ordinanza di sgombero immediato, e l'emana non nei confronti dei Rom ma intima Don Giovanni. A noi sorge il dubbio che si preferisce vedere le kampine dei rom parcheggiate lungo le strade provinciali del nostro territorio. Non è più dignitoso e più sicuro per loro stessi e per i bimbi stare comunque, si accampati, ma accampati in un luogo sicuro e protetto???Noi siamo e sosteniamo Don Giovanni ma sopratutto stiamo dalla parte dei Rom, nostri fratelli.
In questi giorni i nostri tanti amici portano avanti una raccolta di beni necessari e, saremmo come associazione in piazza ad Oristano per raccogliere il vostro contributo, comunicheremo al più breve ore e luoghi, ma nel frattempo restiamo a disposizione sulla nostra utenza 3397916117 o su mail gatoobrero@yahoo.it affinchè tutt* i cittadini che volessero contribuire con un gesto solidale possano farlo liberamente ed al piu presto.

Anonimo ha detto...

in linea di massima potrei essere d'accordo con quello che scrivi...mi mancano però un pò di dati.
il primo, quello che descriivi è la situazioni di profughi appena fuggiti da una guerra o da un disastro ambientale...da quanto tempo questi signori occupavano questo terreno?
Perchè se è da poco che sono li...nulla da eccepire, ma se loro avevano una vita da diverso tempo....come mai si doveva accettare una situazione illegale?
Perchè è accettabile quando lo stato discrimina accettando che solo alcuni possano vivere in certe condizioni?
Sono pienamente d'accordo che lo sgombero non è una soluzione, ma sono anche + che certo che se passa il messaggio che basta occupare per avere poi un alloggio o una sistemazione a "fondo perso"...tutti prenderebbero la medesima strada.
In fondo perchè sbattersi se c'è un pantalone che risolve i tuoi problemi?

Anonimo ha detto...

ciao, i signori ovvero le famiglie rom, 4 pe rl'esattezza HANNO ACQUISTATO con TANTO DI ROGITO NOTARILE il TERRENO BEN 6 anni fa e vi hanno li stanziato delle casett ein legno, senza fondamenta in cemento, lo sgombero è stato richiesto + volte con svariat emotivazioni e poi in ogni caso il SINDACO x LEGGE deve GARANTIRE una sistemazione differente a tutti gli sgomberati... cmq se vuoi ne discuttiamo x mail la mia è gatoobrero@yahoo.it

Anonimo ha detto...

Purtroppo si vedono molto spesso, sindaci molto disponibili a qualunque variazione di destinazione d'uso di terreni, o a convenzione per sanare abusi edilizi che interessano qualcuno, che partono lancia in resta per sgomberare roulotte, case mobili, container ecc da terreni di proprietà di rom e sinti, arrivando come a Garlasco (pv), a scavare un fossato per impedire che i proprietari accedano al loro terreno con mezzi di trasporto più grandi di auto. E' lo stesso paese in cui, sia pure, se non ricordo male, dalla giunta precedente, si è autorizzata la costruzione di villette a schiera in un'area protetta. Mi può stare bene la ricerca di una convivenza basata sul rispetto di regole, ma allora deve valere per tutti, non devono esserci regole speciali per qualcuno.

Anonimo ha detto...

Purtroppo se ogni volta che si vuol far rispettare la legge si tira fuori che nel passato non è stato così....non si va molto lontano.
Forse l'atteggiamento giusto sarebbe accettare di rispettare la legge e protestare se in futuro c'è chi non lo fa.

Ricordo che molti campi esistono proprio grazie alla tolleranza e al malcostume di anni.
Non usiamolo solo quando serve e cerchiamo di crescere.
Oggi sappiamo che abitazioni su un terreno privo di fogne e servizi è un problema per chi ci vive e per chi sta vicino....chiedere la chiusura degli occhi è assurdo.
Chiedere che tutti rispettino le leggi è corretto.