martedì 8 luglio 2008

Roma, no a schedature in via Candoni

"I provvedimenti su base razziale sono inaccettabili". Lo ha detto l'assessore regionale alla Cultura del Lazio, Giulia Rodano (in foto), intervenendo questa mattina durante una 'riunione straordinaria' delle autorità locali al “campo nomadi” di via Candoni a Roma.
Assieme a lei altri due assessori regionali, Luigi Nieri (Bilancio) e Tibaldi (Lavoro), e uno proviciale, Cecilia D'Elia (Cultura), hanno partecipato all'iniziativa lanciata dall'Arci per protestare contro la schedatura dei residenti dei campi nomadi voluta dal ministero dell'Interno.
Diversi sono stati anche i consiglieri regionali che hanno preso parte all'incontro oltre al presidente del municipio X, Sandro Medici e a quello dell'XI, Andrea Catarci. Una ampia rappresentanza istituzionale degli enti locali, insomma, intervenuta per esprimere il proprio dissenso rispetto all'operazione di schedatura che dovrebbe iniziare a breve nei campi rom di Roma.
Nel campo di via Candoni, spiega Paola Liberto dell'Arci, l'associazione lavora da diversi anni, con un progetto di orientamento ai servizi sanitari e partecipando al comitato di gestione, di cui fanno parte anche un rappresentante della comunità rom del campo (circa 450 persone) e uno di quella bosniaca (circa 150).
Il comitato si occupa dell'organizzazione ordinaria del campo: pulizia, utenze. "Il municipio XV - continua Liberto - ha investito in questa situazione" e ora quello di via Candoni "è un campo modello", dal momento che "i residenti lavorano nelle zone circostanti, soprattutto al Trullo. Spero che non andranno a colpire una situazione del genere - prosegue - perché sarebbe una cosa un po' assurda". L'Arci a Roma, aggiunge Valerio Turzi, coordinatore per il campo dell'associazione, lavora anche in altri campi, come quello di Pontina e quello di via Lombroso, portando avanti progetti di scolarizzazione.

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