venerdì 1 agosto 2008

Un Ferrara carico di stereotipi

Ci mancava solo Giuliano Ferrara a dipingere con uno sproloquio il rapporto di Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Ferrara ammette di non conoscere il commissario ma sorprendentemente dopo poche righe afferma il contrario. Lo conosce perché, secondo lui, tutti i “burocrati dell’umanitarismo” sono uguali: “hanno un’idea astratta del mondo, trascurano la pena e il fango della storia concreta degli uomini, realizzano il loro idealismo irresponsabile in una specialissima forma di idolatria moderna che prende il nome di «politicamente o ideologicamente corretto»”.
Ferrara non ha letto il rapporto del Commissario Thomas Hammarberg, ne ha mai conosciuto un Sinto o un Rom. Li vede in televisione e si può conoscere un popolo guardando il telegiornale? No, secondo il sottoscritto.
E infatti nell’articolo pubblicato oggi da Panorama, Ferrara esplicita i più consunti stereotipi e pregiudizi. Secondo Ferrara le minoranze sinte e rom: sono “nomadi”, sono di “rango” e di “simpatia”, hanno delle “tradizioni secolari decenti” ma al contrario degli italiani hanno “abitudini collettive e usi civili spesso allarmanti”.
Anche i muri in Italia sanno che le popolazioni Rom e Sinte non sono “nomadi” ma alcune di queste minoranze hanno attività lavorative itineranti, come lo spettacolo viaggiante. Ma Ferrara purtroppo non lo sa. Come non sa che le tradizioni come quella musicale non sono “decenti” ma hanno illuminato l’Europa e non solo, infatti senza i Rom e i Sinti oggi non ci sarebbe: la musica di Litsz, il flamenco, il jazz europeo, eccetera.
Infine per Ferrara, mentre gli italiani hanno “conquistato nel tempo il culto dell’educazione dei bambini, del lavoro e dell’igiene urbana”, i Sinti e i Rom non educano i loro bambini, non lavorano e sono sporchi. Niente da dire, ci mancava solo che accreditasse anche lo stereotipo di rapitori di bambini e il quadro sarebbe stato “perfetto”.
Ferrara non conosce personalmente Hammarberg ma lo dipinge per stereotipi, aggiungendo al termine che il Commissario vive in una realtà compromessa dai “fumi oppiacei dell’ideologia”. Ma soprattutto non ha letto il rapporto che si compone di una ventina di pagine perché nell’articolo c’è solamente citato l'equivoco sui “raid della polizia”.

Il Commissario non ha mai voluto affermare che le Forze dell’ordine vanno a lanciare molotov contro le famiglie sinte e rom, come alcuni giornali hanno affermato. Ma il Commissario ha semplicemente descritto ciò che è successo per esempio a Milano alcuni mesi fa. Quando, dopo l’indecente sgombero di via Bovisasca, era intervenuta anche la Curia milanese denunciando: «gli sgomberi non sono la soluzione. La legalità è sacrosanta ma l´impressione è che si stia scendendo sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani. Perché insieme alla dovuta fermezza non si è vista nessuna forma di assistenza, specie per i più deboli?».
Personalmente non credevo che Ferrara usasse due pesi e due misure su quanto afferma la Chiesa italiana, perché se si parla di aborto il nostro giornalista addirittura si commuove di fronte alla Chiesa ma se si parla di Rom è un’altra cosa…
Ma il peggio deve ancora venire perché Ferrara mette insieme a Rom e Sinti: l’11 settembre, Guantanamo, l’Iraq e l’Afghanistan, naturalmente il terrorismo e alla fine la sicurezza del mondo intero.
Secondo Ferrara poco meno di centomila persone, in maggioranza italiani dal 1400, sono la fonte di insicurezza per 56 milioni di persone. Ma il vero capolavoro di Ferrara è quello di voler dimostrare che la percezione di insicurezza diventa magicamente una realtà forte e tangibile. E sbandiera il modello Treviso, dove, forse Ferrara se ne è dimenticato, un Consigliere comunale ha invocato i metodi SS contro gli immigrati. E dove ad oggi non abbiamo nessuna seria ricerca su come in effetti vivano gli “immigrati integrati con successo”.
Sappiamo che fa male essere dipinti come razzisti e xenofobi ma come si potrebbe descrivere un Paese che è governato da una persona che ha affermato “tolleranza zero verso i rom, i clandestini e i criminali”?
Provi Ferrara a cambiare a quella affermazione la parola Rom e la sostituisca con una di queste parole: albanesi, catalani, germani, greci, sloveni e croati, francesi, franco-provenzali, friulani, ladini, occitani o sardi. Forse solo così, Ferrara si accorgerà che i Sinti e Rom sono l’unica minoranza storica linguistica non riconosciuta in Italia. Un perché ci sarà, come appunto ha scritto il Commissario Hammarberg… di Carlo Berini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se la frase "Anche i muri in Italia sanno che le popolazioni Rom e Sinte non sono “nomadi” ma alcune di queste minoranze hanno attività lavorative itineranti" fosse vera - nel senso che tutti gli italiani sono al corrente del fatto che solo una minoranza dei Rom e Sinti sono nomadi - penso che non ci sarebbe tutta questa discriminazione... Non ho letto l'articolo originale di Panorama, e perciò non lo commento, ma può essere che Ferrara sia semplicemente informato male, cosa comune (ahimè) a molte, moltissime persone qui in Italia...

Anonimo ha detto...

Gli "immigrati integrati con successo" di Treviso sono tali solo nel senso che la provincia è ricca e c'è lavoro per tutti, non che la società del Nordest sia mentalmente "aperta" e ben disposta verso i nuovi Italiani. Ma a Ferrara piace dimenticare che quella è la roccaforte elettorale della Lega Nord più becera e impresentabile (che governa comune e provincia da tre-quattro mandati).

Magar