domenica 28 settembre 2008

Milano quotidiana, in due atti

Uno. E’ un percorso brevissimo, cento metri, un paio di minuti. Eppure offre uno spaccato eccezionale di questa città.
Piazzale Lagosta 4 del pomeriggio. Una donna con il suo carico di sacchetti e povere cose sta usando la fontana per sciacquare qualcosa. Un ragazzo si avvicina in bici e con modi spicci le chiede di spostarsi. Lei, un po’ intimorita, si fa da parte. Il ragazzo beve e mentre sta per andarsene lei si scusa e lo ringrazia. Lui ad alta voce declina un prego e salendo in bicicletta dice: “Zingari di merda vi bruceremo tutti”.
Sono lì a un passo: “Ma cosa dici?” Mi prendo un vaffanculo e un dito medio alzato. Cretino, nemmeno era una "zingara", quella.
Me ne torno a casa, ma mi guardo alle spalle, perché il ragazzo, l’ho visto in lontananza, si è fermato a parlare con un amico e non vorrei che venissero a chiudere la discussione.
Il pezzo di strada che divide piazzale Lagosta da casa mia è uno stretto budello tra le case e il cantiere della MM5. Dentro quel cantiere lavorano almeno una settantina di persone. Ovviamente quasi tutti stranieri: rumeni, ucraini, senegalesi.
Mi chiudo il portone alle spalle. Ma la città è sempre lì fuori che mi aspetta. Ed è sempre più arrabbiata.
Due. Bianchi di merda. Io lo sapevo che non ci si può fidare di quelle faccine diafane. Sono pazzi che non possono vivere in una società civile. Solo ieri: la polizia ha arrestato uno che è accusato di aver ammazzato sei africani; in Finlandia un biondino bianco, ma bianco che più bianco non si può, entra a scuola e ammazza dieci suoi compagni e poi si spara; a Roma un altro tizio, sempre di razza bianca, entra in una chiesa e accoltella il prete urlando di essere l’anticristo, dice che aveva visto il codice da Vinci (pensa se guardava Arancia Meccanica). Gentaglia capace solo di uccidere… Com’è facile fare di tutta l’erba un fascio.
P.S. Adesso ci si mettono anche i critici gastronomici. Dopo lo scandalo, in Cina, del latte contaminato, Carlin Petrini ne approfitta per sconsigliare di andare nei ristoranti cinesi. Evvai, a Radio Padania Libera festeggiano: hanno lanciato il boicottaggio dei venditori di Kebab e si trovano superati a destra dal fondatore e presidente di Slow Food. di Marco Formigoni