martedì 16 dicembre 2008

Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni delle donne e dei minori rom in Italia

La Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati ha iniziato il 9 dicembre l’esame di una proposta di legge presentata dalla sola deputata Jole Santelli, PdL (AC 1052), che propone di istituire una Commissione d’inchiesta (Atto Camera n. 1052)
"I campi nomadi sono un focolaio di microcriminalità e questo genera grande insofferenza e insicurezza nella cittadinanza" si legge nella relazione alla proposta di legge, che insite sulle condizioni di sfruttamento, di degrado e di violazione dei diritti umani che subiscono donne e minori che fanno parte di queste comunità.
La Commissione d’inchiesta dovrà fornire una "fotografia" chiara della situazione di donne e minori nei campi rom in modo da poter individuare interventi normativi organici che da un lato mirino alla repressione della devianza e dall’altro garantiscano a queste comunità una corretta integrazione.
La Commissione, che procederà alle indagini con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, avrà il compito di accertare le condizioni di vita delle donne e dei minori all’interno delle comunità rom presenti in Italia; accertare il rispetto dei diritti fondamentali della persona sanciti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente nonché le violazioni di tali diritti; verificare la congruità e le modalita`di attuazione della normativa vigente nelle materie di interesse della Commissione; formulare proposte di carattere legislativo e amministrativo per una più efficace prevenzione e per il contrasto delle violazioni dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Perplessa sulla necessità di istituire la Commissione d’inchiesta la deputata Manuela Dal Lago (Lega Nord) intervenuta nella discussione in Commissione: le finalità reali di questa inchiesta non paiono evidenti, visto che la relazione conclusiva che chiuderà i lavori della Commissione sarà pronta solo verso la fine della legislatura, dunque né questo parlamento né l’esecutivo potrebbero giovarsi, in questa legislatura, degli elementi raccolti. Tali elementi potrebbero inoltre non presentare fattori di novità rispetto a quelli già in possesso del Ministero dell’interno che svolge un costante monitoraggio sulle comunità rom.

Nella seconda seduta dedicata all’istituzione della Commissione d’inchiesta, tutti le e gli intervenuti hanno convenuto sulla necessità di indagare sulla condizione delle donne e dei minori delle comunità rom, dissentendo però sullo strumento da adottare.
La deputata Sesa Amici (PD), dopo aver dichiarato l’orientamento favorevole del suo gruppo allo svolgimento di un’attività parlamentare finalizzata all’acquisizione degli elementi di conoscenza utili a individuare in quali punti dell’ordinamento occorra intervenire con opportune iniziative legislative, rileva tuttavia che, anche al fine di evitare una potenziale proliferazione delle Commissioni d’inchiesta, sarebbe preferibile procedere mediante un’indagine conoscitiva da condurre nell’ambito della Commissione affari costituzionali stessa.
Concorda sull’indagine conoscitiva Manuela Dal Lago (Lega Nord) in quanto ritiene che l’indagine conoscitiva consenta ugualmente di acquisire le opportune conoscenze sul fenomeno in questione, (senza avere gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria proprio delle Commissioni d’inchiesta), mentre Giuseppe Calderisi (PdL) propone una commissione d’inchiesta monocamerale, la cui costituzione richiede un iter decisamente più celere e semplice, e di affidarle un compito preciso, da assolvere entro un tempo predeterminato inferiore alla scadenza della legislatura, per esempio entro un anno o diciotto mesi.
Insiste sulla Commissione d’inchiesta la firmataria della proposta di legge Jole Santelli (PdL), ribadendo che il ricorso allo strumento dell’inchiesta parlamentare è indispensabile se si vuole davvero approfondire il fenomeno della condizione della donna e dei minori nelle comunità rom. Occorre infatti ascoltare non tanto il Governo o le associazioni che operano a contatto con i nomadi, quanto la voce dei diretti interessati, il che difficilmente potrebbe farsi al di fuori della cornice di una Commissione d’inchiesta.

2 commenti:

u velto ha detto...

Questa proposta nasce male e finirà male... prima di tutto perchè non sarà data voce alle donne sinte e rom e in secondo luogo perchè è il solito tentaivo di criminalizzare le culture sinte e rom.
invieremo alcuni documenti ai deputati che stanno discutendo, è probabile che non conoscano nemmeno le risoluzioni del parlamento europeo

Hidden Side ha detto...

Potete trovare il testo della proposta di legge a questo indirizzo.

Per capire lo spirito xenofobo ed improntato al pregiudizio razziale conviene leggere con attenzione il testo del discorso di presentazione; vere perle di ideologia xenofobia pronunciate nel parlamento italiano; fossi in Sucar Drom ne pubblicherei commentato il testo integrale.

Interessante anche la pagina del sito della avvocatessa onorevole Santelli dedicata al tema "sicurezza ed immigrazione".
Il pregiudizio è facilmente riscontrabile nel come vengono manipolate le interviste.

L'onorevole Jole Santelli, che viene dallo studio Previti, è una del pool di cervelli legali che hanno approntato le leggi salva premier.