giovedì 19 febbraio 2009

Garantisti ma anche forcaioli...

Questa sera ero in macchina e ascoltavo un programma radio nazionale di approfondimento. Il conduttore ha interrogato politici e commentatori su due fatti di cronaca: lo stupro di Roma e la condanna dell’avvocato Mills.
Per lo stupro tutti i commentatori e tutti i politici plaudevano alle misure che a Roma vengono prese contro i Rom: sgomberi senza alternativa, un regolamento razzista, misure per l’assimilazione. Per la condanna dell’avvocato Mills la musica improvvisamente cambiava.
Tutti commentatori e i politici sono diventai garantisti: leggiamo prima le motivazioni della sentenza, non bisogna reagire a caldo, questo è il primo grado di giudizio bisogna aspettare l’appello e la cassazione e via di questo passo.
Qualcuno, un senatore del Partito delle Libertà, si è pure accalorato quando il conduttore ha letto alcuni titoli dei giornali esteri. E ha affermato: “se in Italia qualcuno vuole fare il forcaiolo, sappia che Berlusconi vincerà le elezioni per i prossimi vent’anni”.
Io auguro certo a Berlusconi di vivere per i prossimi vent’anni e anche oltre ma ho incominciato a chiedermi: perchè nel centro destra sono tutti garantisti se si parla di Berlusconi e diventano tutti forcaioli se si parla di Rom o di Sinti?
Negli altri Paesi occidentali se un politico viene solo sfiorato da indagini, immediatamente si dimette come è successo nella stessa neo amministrazione Obama. E se viene commesso un reato, se pur grave, di certo non vengono prese misure punitive contro i famigliari dell’accusato o le persone che appartengono alla stessa nazionalità o gruppo etnico. In Italia succede il contrario.
Sarà pure possibile che in Italia siamo nel giusto e in tutti gli altri Paesi occidentali siano nel torto ma la contraddizione è molto evidente. Anche perchè ciò che sta avvenendo a Roma e a Milano finirà inevitabilmente sul tavolo della Commissione europea (dove siedono politici di tutta l’Europa) e, mi sbaglierò, ma una nuova condanna all’Italia sarà inevitabile.

Certo qualcuno farà spallucce, come è di fatto già successo mesi fa, ma mi permetto di ricordare a questi che il progetto sviluppato sia a Roma che a Milano sarà un fallimento perchè è già stato sperimentato con risultati disastrosi in quasi tutta l’Italia.
L’idea è questa. I Rom e Sinti non li possiamo cacciare (in stragrande maggioranza sono italiani, comunitari, extracomunitari regolari e profughi) quindi li chiudiamo nei “campi nomadi”. Poi puntiamo sui giovani mandandoli a scuola perchè possano diventare “bravi” Cittadini e in pochi anni (circa tre) risolviamo il problema.
Questo progetto è stato sperimentato in tutta l’Italia per circa trent’anni, sulla spinta di diverse organizzazioni di volontariato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il tutto, se non fosse tragico, è anche comico perchè si vuole fare in tre anni quello che non si è riusciti a fare in trent’anni. Ovvero, assimilare i Sinti e i Rom.
A nessuno viene in mente di ascoltare e confrontarsi con i Rom e i Sinti, meno che meno con le loro organizzazioni o con i loro leader. Ma nemmeno seguire le strade intraprese dagli altri Paesi europei, dove si ci sono di problemi ma non certo come quelli che si vivono in Italia. Davvero singolare questo Paese… di Carlo Berini

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