mercoledì 27 maggio 2009

Gambolò (PV), il Pd al fianco dei Sinti

Scrivo la presente in qualità di portavoce del circolo PD di Gambolò e responsabile provinciale per la giustizia e sicurezza. In questa duplice veste rilevo, con vivo compiacimento, che il TAR ha recentemente annullato l’ennesima ordinanza di sgombero emessa dal Sindaco di Gambolò nel giro di un anno.
Ricordo che il "pomo della discordia" è rappresentato da un gruppo di cittadini italiani appartenenti alla minoranza sinta, che risiede da tempo risalente in Comune di Gambolò, e vive nei pressi del torrente Terdoppio, in precarie condizioni economiche.
Da circa quindici anni, tutte le precedenti amministrazioni e, in particolare l’ultima di centro sinistra, hanno proposto di risolvere questo problema cercando di mettere in regola un luogo dove le famiglie di Sinti potessero vivere dignitosamente.
Fa eccezione l’attuale amministrazione di centro destra che, sulla scia di una vittoria elettorale fondata tra l’altro proprio sul boicottaggio del campo nomadi proposto dall’opposta fazione, ha optato per lo sgombero senza proporre alcuna adeguata soluzione abitativa.
A fronte di quest’ultima proposta amministrativa, che ha subito l’ennesimo diniego da parte delle competenti autorità di controllo, corre l’obbligo di rilevare che, a distanza di un anno, non solo il problema resta irrisolto, ma è stato perso inutilmente dell’altro tempo e speso, in modo altrettanto inutile, denaro pubblico in legali e carta bollata.
Quindi l’esito di quest’ultimo giudizio manifesta ancora una volta l’inconsistenza di un certo modo di fare politica, molto di moda in questo momento, specie nel centro destra, fondato su soluzioni di corto respiro, che cavalca le sollecitazioni del momento ed é destinato a "soddisfare la pancia della gente" ma non a risolvere in modo strutturale i problemi.
Ma vi è di più.

Il semplice fatto che proposte di questo tipo vengano liberamente avanzate da un pubblico amministratore in modo estemporaneo e senza reali motivazione non può non lasciare stupiti e preoccupati (se non indignati) perché è il segno di una regressione civile che sta cambiando nel profondo il modo di essere della società italiana.
Quando un sindaco cioè un soggetto dotato di pubblica responsabilità fa dichiarazioni e assume decisione volte a trattare in modo diseguale la propria cittadinanza vi è il rischio che il "cittadino comune", a sua volta, si senta legittimato, non solo a pensare nello stesso modo, ma ad adottare lo stesso comportamento, innescando analoghe forme di trattamento diseguale se non di rifiuto del diverso.
Questa prassi ci sta portando, in modo strisciante, complice anche l’ascesa di problematiche quali il terrorismo internazionale di marca islamica, l’aumento incontrollato dell’immigrazione e la recente crisi economica, verso un profondo cambiamento della nostra società che è passata da una società solidaristica fatta di concittadini che se bisognosi si dovrebbero aiutare, ad una società in cui l’altro se diverso diventa un nemico da cui difenderci ed abbattere.
Tollerare questa situazione significa lasciare consolidare questo atteggiamento a discapito degli stessi principi che fondano la nostra Costituzione.
Pertanto, occorre reagire concretamente contro l’ascesa di questi comportamenti antisociali consci dell’importanza dei valori fondamentale che rischiamo di perdere quali il rispetto del principio di uguaglianza e della dignità umana. Patrizia Romano, Circolo PD di Gambolò, Segreteria Provinciale PD di Pavia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma cosa c'è di vero sul fatto che abbiano tutti ina casa e che nonostante tutto stazionino in quelle condizioni? come è possibile che questi " amministratori per salvare la faccia dicano queste falsità? e cosa conta di fare il PD gambolese?

arsenico ha detto...

sputtanateli!