giovedì 13 agosto 2009

CIE, in rivolta a Milano e Torino

Da alcuni mesi riceviamo le cronache di quanto succede nei Centri d’Identificazione ed Espulsione che sono sparsi per l’Italia. Quanto succede in questi centri poche volte arriva sui giornali e molti italiani non sanno neppure che esistono questi luoghi di segregazione. Di seguito la cronaca di quanto succede a Milano in queste ore.
Due nuove fiammate si alzano dai Centri d’Identificazione ed Espulsione dopo l’entrata in vigore del “Pacchetto Sicurezza”. Intanto in via Corelli, a Milano. Lì lo sciopero della fame oggi è arrivato al quinto giorno: la protesta era partita venerdì sera come sciopero della fame e della sete, e si era subito collegata con la mobilitazione già in corso a Roma e poi con la sommossa di Gradisca d’Isonzo del giorno successivo.
Oggi una trentina di antirazzisti si è recata di fronte al Centro, per chiedere all’amministrazione un incontro con gli scioperanti e consegnare loro delle bevande. Quando l’amministrazione ha negato l’incontro, dentro è scoppiata la sommossa: prima una battitura, e poi l’incendio di lenzuola e cartoni e poi una serie di danneggiamenti (in particolar modo contro le porte che impediscono ai reclusi di uscire all’aperto durante le ore notturne) . La polizia decide di non intervenire, a differenza di altre volte, e fuori i solidali danno vita ad una battitura solidale durata tre ore.
E proprio alla fine di questo pomeriggio di protesta a Milano è giunta la notizia dell’estensione dello sciopero della fame in corso Brunelleschi, a Torino. E poi, un incontro importante: e già, perché trentaquattro dei rivoltosi di Gradisca sono stati trasferiti proprio oggi a Corelli, in vista dell’espulsione, ed hanno potuto conoscere di persona i propri compagni di lotta milanesi con i quali erano già in contatto da giorni.
Proprio nel mezzo della sommossa di Corelli, anche i reclusi di corso Brunelleschi hanno scelto di scendere in campo, rifiutando la cena. Appena la polizia si accorge che qualcosa non va, comincia a circondare le gabbie con i manganelli temendo una rivolta. Ma la voce si sparge e i solidali da fuori cominciano a telefonare al centralino del Cie per protestare (”Ci hanno chiamato in milioni” - si lamentano dal centralino della Questura). La polizia si ritira in buon ordine. Ascolta le dirette da Centro di via Corelli a Milano...

Nessun commento: