mercoledì 20 luglio 2011

Il sogno di Ciprian

Si chiamava Marian Danila, ma per tutti era Ciprian, ed aveva solo 13 anni. Ciprian aveva un amore che lo aspettava in Italia, a Pesaro. Ciprian aveva un sogno, sempre lo stesso, quello che da sempre accompagna intere generazioni di migranti.
Arriva in Italia nell’estate del 2008, neanche il tempo di guardarsi attorno, che un brutto mattino, il 7 settembre, arriva la polizia: controllano i documenti, i bambini e le donne da una parte, gli uomini dall’altra. Il tempo di un respiro ed in un attimo distruggono le misere baracche in cui vivevano e tutto quello che avevano. Per oltre 50 persone non vi è altra possibilità che rifugiarsi all’interno di un edificio da tempo abbandonato e diroccato, tra mura pericolanti e macerie, devastato dai topi, nell’area delle ex Acciaierie Falck di Sesto San Giovanni.
Qui la notte del 23 settembre 2008, la luce tenue di una candela si trasforma in un rogo mortale che abbraccia Ciprian ed i suoi sogni, straziando il cuore di una giovane romnì a Pesaro.
Cronache dell’epoca raccontano che il giorno dei suoi funerali nella Chiesa di San Giorgio alle Ferriere, a cento passi dal fabbricato (foto) dove Ciprian è morto tra le fiamme, in prima fila c’erano l’allora Presidente della Provincia Filippo Penati, il Sindaco di Sesto San Giovanni Giorgio Oldrini e non poteva certo mancare Don Virginio Colmegna, promotore del cosiddetto “Patto di Legalità”.
Già la “legalità”… quel “non luogo” ritorna oggi nelle “cronache Italiane”. L’ultimo rifugio di Ciprian, infatti, sembrava già allora destinato ad una grande speculazione immobiliare, in funzione dell’Expo 2015. Roba grossa, con un progetto dell’Architetto Renzo Piano che prevedeva la realizzazione di 30 torri di 30 piani, a suo tempo “benedetto” anche da una “visita” del Presidente della Repubblica.
Ed oggi che Ciprian è dimenticato da tutti, si apprende che Filippo Penati, Vice Presidente della Regione Lombardia, proprio su questi fatti è indagato (forse arrestato nella tarda mattinata di oggi) dalla Procura della Repubblica di Monza, con l’imputazione di corruzione, concussione e illecito finanziamento ai partiti: tangenti per quattro miliardi delle vecchie lire, mai in “contanti” ma solo con versamenti “estero su estero”. Si vedrà…
Noi qui oggi volevamo soltanto ricordare il piccolo Ciprian. di Giancarlo Ranaldi

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