martedì 28 febbraio 2012

Consiglio d'Europa, i diritti umani di rom e sinti sono violati in Europa

“In numerosi paesi europei, i rom e i sinti sono ancora privati dei diritti umani essenziali e sono vittime di lampanti episodi di razzismo. Sono nettamente svantaggiati rispetto ad altri gruppi di popolazione nel campo dell’istruzione, dell’occupazione, dell’accesso a un alloggio decente e all’assistenza sanitaria. La loro speranza di vita è inferiore alla media e il loro tasso di mortalità infantile è più elevato di quello degli altri gruppi”, ha dichiarato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg (in foto), commentando la pubblicazione ieri del suo rapporto intitolato “I diritti umani dei rom e dei sinti in Europa.

Si tratta del primo rapporto che presenta un quadro completo della situazione dei diritti umani dei rom e dei sinti nei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. I rom, i sinti e le altre comunità affini costituiscono la minoranza più numerosa e più vulnerabile d’Europa.

Il rapporto mette in luce che l’antiziganismo continua ad essere un fenomeno diffuso. Dirigenti pubblici, media e gruppi estremisti attivi su Internet hanno apertamente utilizzato il discorso dell’odio nei confronti dei rom e dei sinti. In certi casi, le loro parole sono state interpretate come un incoraggiamento ad atti violenti contro le loro comunità.

“Tale clima alimenta la disuguaglianza, l’esclusione, la segregazione e l’emarginazione di cui sono vittime i rom e i sinti. I politici devono dare l’esempio, rispettando e difendendo i diritti di tutti”.

Il rapporto esamina temi specifici, quali l’antiziganismo, la violenza razzista, il comportamento delle forze dell’ordine e delle autorità giudiziarie, le sterilizzazioni forzate e i casi di bambini sottratti ai loro genitori biologici, nonché i diritti economici e sociali, i numerosi casi di apolidia e la libertà di circolazione. Sottolinea inoltre la necessità di sviluppare la partecipazione di rom e sinti alla vita pubblica e ai processi decisionali.

“Il problema dell’apolidia e della mancanza di documenti di identità, che interessa migliaia di rom in Europa, fa parte delle questioni che richiedono un’azione urgente e determinata, poiché tali persone sono private di diritti essenziali, quali l’istruzione, le cure mediche, l’assistenza sociale e il diritto di voto”.

Sono citate nel rapporto un certo numero di misure concrete che potrebbero essere predisposte dai governi: sarebbe ad esempio auspicabile che le forze di polizia disponessero di una formazione mirata, destinata a prevenire certi comportamenti reprensibili; occorrerebbe d’altra parte porre fine alla segregazione nel sistema scolastico e migliorare la qualità dell’insegnamento impartito ai bambini delle comunità rom. Il Commissario raccomanda inoltre l’istituzione di “commissioni per la verità”, un’iniziativa che dovrebbe essere idealmente condotta a livello europeo, per stabilire i fatti storici riguardanti le atrocità commesse contro il popolo rom.

“Spero che questo rapporto favorirà un dibattito costruttivo sulle politiche da condurre a favore dei rom e dei sinti in Europa e in particolare su quanto occorre fare per porre fine alla discriminazione e all’emarginazione di cui sono vittime e per facilitare la loro integrazione sociale”.

Una sintesi del rapporto è ugualmente disponibile in francese e romanì.

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