mercoledì 21 dicembre 2016

Laci Kurche e Friadago Bersh Nevo

Quest'anno vi auguriamo Buone Feste e Felice Anno Nuovo con un'immagine vintage francese del circo che ritrae in primo piano sei acrobate, mentre sullo sfondo alle estremità si vede una corsa di cavalieri e cavallerizze. Sullo sfondo in centro la pista con uno spettacolo equestre e due Bianchi, i pagliacci vestiti di bianco con il cappello a punta. Manca in pista il Toni, l'alter ego del Bianco, pasticcione e vestito con abiti e scarpe fuori misura e un grosso naso rosso. Dopo la prima pista tonda si vede una seconda pista quadrata con le equilibriste e il giocoliere.

Il circo è espressione importante della cultura sinta. Oggi una parte dell'opinione pubblica mette il circo sotto accusa per la presenza degli animali esotici, ma anche per la presenza dei cavalli o delle capre... Lo Stato italiano non affronta la questione seriamente e la Legge 18 marzo 1968 n.337, detta Corona, che sancisce la funzione sociale dello spettacolo viaggiante, mostra oggi tutta la sua inadeguatezza nell'affrontare le sfide che vengono poste alle nuove generazioni di impresari, artisti e artiste del circo.

L'arte circense è un pezzo della cultura italiana ed europea scritta dalle persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta. E non solo, perché Giacomo “Gnugo” De Bar ha scritto nel libro Strada, Patria Sinta


«Poi c'erano le entrate, quelle alle quali tutti i comici gagi [n.d.r non sinti] si sono ispirati e che si chiamano sketch. C'erano canzoncine divertenti, come “Levati la camiciola” che cantava anche la zia Mariettina negli Anni '30, e che fu rifatta da Totò negli Anni '50 nel film “Totò a colori”. Il fatto che comici così grandi abbiano attinto dal repertorio del circo ci fa comunque onore. Ma del resto anche Ric e Gian hanno copiato i nostri numeri per tanto tempo.

Penso all'entrata della sonnambula, dove una donna che finge di essere sonnambula ruba dalle tasche dell'amico del marito varie cose. Il marito prega l'amico di non svegliarla: “Zitto, se no muore. Ti riporto la roba domani mattina alle 9 al bar”, così fino a che la donna non gli ruba tutto. Il colpo di scena finale prevede poi che la donna porti via l'amico stesso, e al marito stupefatto, questa volta è l'altro a ripetere: “Zitto, se no muore. Te la riporto poi domani mattina alle 9 al bar”.

C'erano poi tante altre entrate, come quella dell'uomo che va a chiedere la mano di una ragazza, e il padre lo scambia per un compratore di cavalli. Nascono così gli equivoci per le parole dette, pensando ad una cavalla, ma riferite ad una ragazza!

Questi sketch sono proprietà nostra, dei sinti, li facevano tali e quali anche i miei bisnonni e la rivista li ha copiati. Non dico niente di nuovo del resto, perché tutti i più grandi, a cominciare da Totò, l'hanno ammesso.»

Gnugo scrivendo la storia della sua famiglia circense ha offerto uno sguardo sul secolo breve italiano. Uno sguardo sulla comicità e su quel pezzo di cultura italiana scritta dagli artisti e dalle artiste, appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom.

Augurandovi Buone Feste e Felice Anno Nuovo vi invitiamo ad andare al circo. Viva il Circo!!


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