martedì 28 agosto 2007

Genova, i Rom chiedono di abitare i vecchi borghi disabitati

Casoni di Vegni, Avi, Casissa, Noci, Canate di Marsiglia. Nomi di antiche frazioni abbandonate, tutte più o meno sperdute tra i monti. Impropriamente qualcuno li chiama paesi, ma sono piccoli agglomerati di case in pietra, in gran parte diroccate.
Testimonianza di un passato rurale che potrebbe tornare a vivere se le istituzioni dessero corpo alla proposta lanciata al SecoloXIX da Edin Hrustic, portavoce dei rom slavi dell’ex “campo nomadi” della Foce e, oggi, inquilini delle case popolari di Comune e Arte.
«Perché -si chiede Hrustic- non dare la possibilità di ripopolare le piccole località disabitate dell’entroterra agli zingari che stentano a integrarsi o accettano con difficoltà la vita nei condomini?».
«Io stesso -continua Hrustic-, dipendente di una ditta che effettua servizio di rimozione delle auto con carroattrezzi prenderei in considerazione l’idea di ristrutturare, anche tramite mutuo, un vecchio rustico abbandonato. I lavori di recupero potrebbero essere eseguiti direttamente dagli stessi Rom con l’aiuto delle amministrazioni pubbliche. Il vantaggio sarebbe una vita più autonoma e all’aria aperta: quella che, in fondo, manca a molti di noi».
Questa potrebbe anche essere la soluzione per dare un tetto alle decine e decine di rom romeni che stazionano a Genova in accampamenti abusivi privi di tutto, a rischio di incidenti ed epidemie. Tanto più che il lavoro nei campi, la manutenzione dei giardini e la pulizia dei boschi erano tra le attività tradizionalmente praticate dai rom sotto l’ex regime di Ceausescu.
Ma quanto è praticabile l’idea di affidare ai Rom il compito di rivitalizzare remoti presidi montani? L’ipotesi non piace ai volontari della Comunità di Sant’Egidio, da sempre impegnata in prima linea nell’aiuto ai Rom divenuti stanziali. «Isolare queste persone non è certo il modo migliore per favorirne l’integrazione e sarebbe un passo indietro rispetto al lavoro di tutti questi anni», osserva Claudio Bagnasco, tra i responsabili dell’assistenza ai rom in seno all’associazione no profit di ispirazione cattolica. Continua a leggere…

1 commento:

Anonimo ha detto...

porta voce di che???????????????????? è solo uno sbirro di merda