giovedì 20 settembre 2007

Saronno (VA), il rischio di una scuola ghetto

Un insegnante al “campo nomadi” per i ragazzi che altrimenti non andrebbero a scuola. È il progetto in fase di studio all’assessorato ai servizi sociali di Saronno, dopo la sperimentazione avviata nello scorso mese di maggio, quando venne approvato un progetto analogo per la durata di 3 mesi.
Da tempo il “campo nomadi” di via Deledda, dove vivono un’ottantina di Sinti di cui una trentina minorenni, è sotto l’attenzione dell’amministrazione. Cittadini saronnesi a tutti gli effetti (il Comune di Saronno ha riconosciuto la cittadinanza ancora una decina di anni fa), vivono che hanno difficoltà di inserimento soprattutto dopo le elementari.
“Con la sola repressione non si va da nessuna parte – spiega l’assessore Elena Raimondi che sta studiando il progetto con le dirigenze scolastiche della città -. Il nostro intento è quello di aiutare chi vive in queste comunità ad avviarsi nel mondo del lavoro, attraverso le regole che glielo permettano, ma con la sola licenza elementare non ci si muove”.
E così, dopo i primi tre mesi di esperimento, che secondo la Raimondi hanno riscontrato un ottimo gradimento tra le famiglie Sinti, si sta attuando il progetto per la durata di un anno, con le lezioni che si svolgeranno in un aula polifunzionale del campo, rivolto a una decina di minorenni tra gli 11 e i 18 anni che hanno abbandonato la scuola. (in foto il libro della Gomes, lettura indispensabile per insegnanti)

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