giovedì 15 novembre 2007

UE, Frattini condannato!

Il Parlamento europeo ha approvato con 306 sì, 86 no e 37 astenuti la risoluzione comune di Pse, Liberaldemocratici, Verdi e Sinistra europea sulla libera circolazione delle persone nellaUe, contenente la critica al vicepresidente della commissione Ue Franco Frattini per alcune sue dichiarazioni alla stampa del 2 novembre scorso.
Il paragrafo riguardante Frattini è stato approvato con 290 sì, 220 no e 21 astenuti. Prima del voto Antonio Tajani (Fi) ha chiesto al presidente del Parlamento europeo Hans Gert Poettering di giudicare irricevibile il paragrafo riguardante il commissario Ue.
Il voto è arrivato dopo una giornata di scontro al Parlamento europeo sulle dichiarazioni che Frattini ha rilasciato al quotidiano «Il Messaggero», a seguito dell'assassinio di Giovanna Reggiani, l'adozione del decreto espulsioni da parte del governo e l'aggressione squadristica di alcuni cittadini rumeni a Roma.
Nell'intervista pubblicata il 2 novembre Frattini sottolineava che per rispondere al problema sicurezza quello che «si deve fare è semplice: si va in un campo nomadi a Roma, ad esempio sulla Cristoforo Colombo, e a chi sta lì si chiede "tu di che vivi?". Se quello risponde "non lo so", lo si prende e lo si rimanda in Romania. Così funziona la direttiva europea. Semplice e senza scampo».
Oggi Strasburgo ha deciso che le affermazioni rilasciate alla stampa da Frattini «sono contrarie allo spirito della direttiva» Ue sulla libera circolazione dei cittadini.
Contrari il Partito popolare europeo (Ppe) e l'Unione per l'Europa delle Nazioni (Uen), che avevano presentato un progetto alternativo di risoluzione che puntava il dito contro il governo Prodi e il sindaco di Roma, Walter Veltroni. Nel testo si criticava indirettamente Veltroni, definendo «favelas» da paese in via di sviluppo i campi rom alla periferia della capitale. Critiche anche al governo Prodi, accusato insieme a esponenti della maggioranza, di avere contribuito ad «aumentare la tensione già esistente» fra la comunità rom e quella italiana.
A dividere le due mozioni c'è anche l'impostazione di fondo. Quella del centrosinistra, ad esempio, sottolinea che la direttiva, all'articolo 27, stabilisce che gli Stati «non possono limitare la libertà di circolazione, che per motivi di ordine pubblico, sicurezza o salute pubblica e che queste e ragioni non possono essere invocate per motivi economici». La mozione del centrodestra insiste sull'articolo 7 che stabilisce le condizioni per il diritto di residenza per più di tre mesi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il povero Frattini non aveva torto. Quello che la direttiva pare dire e` proprio che in assenza di `risorse adeguate`, cioe` nel caso di cittadini europei immigrati in un altro paese europeo che vivono di niente, questi puo` essere espulso. Tuttavia, ha sbagliato il tempo e i modi, oltre che aver fatto l`errore giustamente `punibile`, di aver detto un qualcosa di estremamente violento e di cattivo gusto. In altre parole, Mr. Frattini dovrebbe smettere di dire la sua sulla politica italiana almeno fintanto che continua a stare a Bruxelles e, piu` in generale, cercare d`intuire l`aria che si respira nel posto e nelle istituzioni in cui e per cui lavora. Da nessuna parte finora infatti, non in Francia o Germania dove pure la politica di controllo dell`immigrazione e del soggiorno e` molto piu` dura che in Italia, alcun individuo e` stato espulso su queste basi. La prudenza della giurisprudienza, per la delicatezza della materia e la recentezza della direttiva europea, e` infatti non casuale. Si attende con cura e si osserva come si evolveranno i diritti nazionali in proposito, in attesa di nuove sentenze `progressiste` che interpretino lo spirito dell`evoluzione del diritto europeo.

u velto ha detto...

ciao Anonimo, la direttiva europea, secondo la nostra interpretazione, non esprime ciò Frattini ha "esternato".
crediamo comunque giusto il tuo commento più generale su Frattini che non dovrebbe occuparsi di fare politica in Italia ma di "aiutare" tutti gli Stati membri, compersa l'Italia, nell'attuazione di politiche a favore delle libertà civili.