lunedì 25 febbraio 2008

Milano, il "gioco dell'oca" continua...

Un insediamento di Rom rumeni in via Malaga a Milano, nell'area sottostante il ponte ferroviario Cassala, è stato sgomberato questa mattina dalla polizia. Una ventina di Rom romeni, che si erano insediati alcune settimane fa, sono stati portati in Questura per l'identificazione. Dalle agenzie stampa non si sa nulla dei sei minori, delle dieci donne, degli uomini e degli anziani sgomberati dalla polizia.
Il Vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato ha dichiarato: «Ringraziamo il Prefetto e il Questore per questo nuovo sgombero, anche a seguito della segnalazione del Presidente del Consiglio di Zona 6, Massimo Girtanner. Un'operazione che testimonia l'attenzione costante delle Forze dell'Ordine sul fronte delle occupazioni abusive, come previsto nel Patto per Milano sicura. E che si aggiunge ai 236 allontanamenti dalle pubbliche vie e alle 45 aree sgomberate dalla Polizia Municipale dallo scorso anno».
Continua De Corato: «ora ci auguriamo che il prossimo sgombero sia per la baraccopoli della Bovisasca. Una situazione critica per la quale abbiamo chiesto a Questura e Prefettura priorità di intervento. Il Comune sta facendo la sua parte, cercando una sistemazione per le molte donne e i bambini che vi sono insediati. E anche la Polizia Municipale è pronta a dare il proprio supporto nell'intervento. Ma si tratta di un'area affollata da oltre trecento rom romeni che, per essere sgomberata, richiede necessariamente la presenza delle Forze dell'Ordine».
«Siamo pieni e non possiamo accogliere nessuno. Ripeto, lo sgombero non risolve nulla se non è accompagnato da interventi sociali». Commenta così don Virginio Colmegna (in foto), presidente della Casa della Carità, lo sgombero di questa mattina. «Le situazioni si stanno facendo sempre più drammatiche, ma dopo lo sgombero la presenza non scompare, si muove - spiega -. C'è quindi bisogno di governare il problema con una strategia politica, perchè quello dei campi non è un problema che tocca solo la Prefettura e la Questura».

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