giovedì 13 novembre 2008

Venezia, continuano le polemiche sul villaggio per i Sinti veneziani

La proposta di referendum sul nuovo villaggio a favore dei sinti veneziani approderà in consiglio comunale sia pure con il parere negativo delle commissioni congiunte. Lunedì pomeriggio nel municipio di Mestre è andato in scena l’ultimo round della discussione sulla proposta di referendum consultivo sulla costruzione del nuovo villaggio di via Vallenari.
Una seduta affollata, alla quale hanno partecipato molti residenti, rappresentanti del comitato «No campi nomadi nei centri abitati», le forze di opposizione al completo, con il leader del Carroccio Corrado Callegari in prima fila, e l’onorevole Cesare Campa in testa al gruppo di Forza Italia. Il momento clou è stata la votazione della non ammissibilità del quesito referendario, sostenuto da oltre 12 mila firme.
Noi sucardrom ci chiediamo: può esistere in un Paese democratico un comitato che si denomina: no ai campi nomadi nei centri abitati? O meglio, si può legittimare la separazione di una parte di Cittadini italiani? No, secondo noi. Anzi riteniamo che il comitato sia passibile di una denuncia per discriminazione razziale e vilipendio della Costituzione italiana (articolo 3). La Procura della repubblica di Venezia dovrebbe acquisire tutto il materiale e procedere ma per ora assistiamo ad uno squallido dibattito, dove il centro-sinistra giustamente si oppone con fermezza.
«Ritieni che la realizzazione di un campo nomadi che costa milioni di euro rientri nelle priorità del tuo Comune di Venezia?». Il presidente di commissione Patrizio Berengo, con il sostegno del capogruppo del Pd Piero Rosa Salva, ha deciso di mettere al voto una volta per tutte l’analisi del quesito per appello nominale: «La proposta non è ammissibile - ha chiarito - perché tratta di un progetto già avviato, per il quale sono stati messi a bilancio e stanziati dei finanziamenti».
Invece secondo Caccia, capogruppo dei Verdi, il referendum non è ammissibile perché lo statuto comunale vieta di celebrare consultazioni referendarie su materie che hanno a che fare con la tutela dei diritti delle minoranze. In ogni caso, i consiglieri di minoranza si sono opposti al voto, tra questi anche l’azzurro Cesare Campa, che ha bisticciato con il capogruppo del Pd.

Prima di andare al voto il portavoce del comitato «No ai campi nomadi nei centri abitati», Sergio Memo, ha letto un documento rivolto ai consiglieri nel quale ribadisce le motivazioni per le quali proseguirà nella battaglia legale: «Vi riterremo personalmente responsabili di tutto ciò che illegalmente questa amministrazione comunale porterà a compimento». Poi la resa dei conti.
Il presidente Renato Boraso, che non fa parte della commissione, ha espresso parere con delega dell’azzurro Michele Zuin: «Sono favorevole, viva la democrazia» è stata la sua dichiarazione di voto, che ha irritato il consigliere Turetta.
Bagarre tra l’azzurro e il consigliere del Pd Franco Conte, che ha sostenuto i cittadini e il referendum, ma poi ha votato contro. Alla fine la non ammissibilità è passata a maggioranza: in 20 hanno votato contro il referendum, in 7, tra cui Paolino D’Anna, a favore. Adesso il presidente Boraso attende la relazione congiunta delle tre commissioni, poi convocherà il consiglio dove, entro fine mese, ci sarà la battaglia finale e dove la situazione potrebbe anche capovolgersi.
Stizzito il capogruppo del Carroccio, Alberto Mazzonetto: «Le iniziative della maggioranza sono rigurgiti autoritari ed antidemocratici. La giunta Caccia-Cacciari, amica dei no-global, teme la consultazione democratica sulla priorità del campo nomadi perché sa che il 99,9% dei residenti è schierato con l’iniziativa referendaria. La Lega è convinta che molti consiglieri della maggioranza siano contrari al campo nomadi e che, per ordine di scuderia, dichiarino la contrarietà al referendum. Se l’amministrazione rifiuta, dimostra di avere paura del confronto. Un atteggiamento da dittatura sudamericana».

1 commento:

Kaptin Bluddflagg ha detto...

Ma oltre a tutto quello che già hai scritto tu, io farei notare come il quesito referendario stesso sia MOLTO malposto: anzitutto perché non si tratta di un campo nomadi, e inoltre perché fa leva sul costo dell'opera,s enz aspecificare che i beneficiari saranno cittadini italiani.

Franco Bonalumi