martedì 21 luglio 2009

Milano, il bimbo che scippava in Centrale: «vorrei essere adottato»

Il Corriere della Sera è tornato a parlare di bambini rom, dopo essere stato tra i Quotidiani che nel 2007 hanno orchestrato una campagna stampa diffamatoria contro le popolazioni sinte e rom. E naturalmente lo fa con un bambino rom che è stato allontanato dalla propria famiglia e affidato in una comunità.
Il giornalista Michele Focarete spiega ai lettori del corsera che adesso Gilbert è un bambino sereno. Non vuole più rubare e da grande spera di diventare come Cristiano Ronaldo. Va a scuola e fa un sacco di gol nella squadra giovanile del paese. Tutta Italia lo aveva visto in immagini che lo ritraevano, insieme con altri bambini, a borseggiare i turisti della stazione Centrale. A sfilare i portafogli dagli zaini dei passeggeri, come un ladro professionista. Gilbert ora ha undici anni. Ma ha dovuto crescere in fretta, tra scudisciate, calci e pugni in pancia. Ha dormito all’addiaccio e non ha mai avuto paura del buio. Si è sempre arrangiato per trovare da mangiare. Per sopravvivere, giorno dopo giorno, al suo sfruttatore. Gilbert era una bambino senza sorriso.
Già grande, ma smarrito. Con il corpo pieno di lividi e di cicatrici e con la notte nel cuore. Prima di essere salvato dalla polizia. Aveva 7 anni quando ha dovuto lasciare Craiova, in Romania, per venire in Italia, nel “campo nomadi” di Cascina Bareggiate, a Pioltello. Ha voluto così il suo patrigno, Igor, 30 anni. Che ha costretto tutta la famiglia a seguirlo. Un patrigno che Gilbert non vuole vedere neppure in fotografia. E, quando gli agenti della quarta sezione della Mobile gliel’hanno mostrata, il bambino ha chiuso gli occhi e ha esclamato con rabbia: «Non voglio vederlo!».
Fin qui tutto bene, perché il bambino è stato salvato da un patrigno aguzzino ma già dal titolo dell’articolo si capisce che qualcosa non funziona, perché il bambino che ha undici anni, dichiara: «Mi piacerebbe trovare un famiglia che mi voglia adottare. Una famiglia del posto, così non perdo il posto in squadra».

Questo è il dramma che vivono i bambini, sia rom che non rom, che vengono allontanati dalla loro famiglia e allocati in una comunità. Queste strutture non possono certo sostituirsi ad una famiglia e al compimento dei diciotto anni “lasciano in strada” ragazzi e ragazze.
Nell’articolo non si parla della mamma di Gilbert e quindi non sappiamo ce è ancora spostata con il patrigno/aguzzino o se si è resa conto del dramma fatto vivere a suo figlio. Ne si parla dei nonni di Gilbert o degli zii. Sulla famiglia solo l’immagine nera del patrigno/sfruttatore.
Ora io mi chiedo: quale sarà il futuro di questo bambino che diventerà tra pochi un anni un ragazzo e poi un uomo? Difficile che possa avere la fortuna di Ferdi che ha trovato una famiglia che lo ha accolto e soprattutto che gli ha spiegato che non è l’essere rom che fa di un uomo uno sfruttatore e un aguzzino.
Di casi come quello di Gilbert, per fortuna, ce ne sono molto pochi ma questo l’articolista non lo spiega. E la consapevolezza che questo bambino può fare una vita normale in una famiglia rom che si prenda cura di lui è sicuramente inesistente negli operatori e nei Magistrati milanesi.
Questa è una grande sfida che hanno davanti le associazioni sinte e rom: essere portatrici di progetti che sappiano offrire a questo bambino e agli altri bambini rom, allontanati dalle loro famiglie, la possibilità di essere amati, coccolati, cresciuti, educati in una famiglia rom o sinta, dopo il tanto dolore che hanno sofferto. di Carlo Berini

3 commenti:

perplesso ha detto...

Carlo avrei solo una domanda, quanti rom hanno fatto domanda di adozione o di affido?
Quanti di questi hanno i requisiti che le istituzioni richiedono a TUTTI?

Carlo Berini ha detto...

ciao Perplesso, nessuno aveva mai aperto questa possibilità alle famiglie sinte e rom.
abbiamo costruito un percorso per raggiungere i requisiti richiesti per l'affidamento ma abbiamo tante richieste per il percorso relativo all'adozione che però è praticamente impossibile perchè gli unici bambini dati in adozione sono quelli che vengono abbandonati in ospedale dopo la nascita. e questi casi sono rarissimi in Italia, tant'è che le adozioni avvengono quasi esclusivamente all'estero. per le adozioni all'estero bisogna avere un redditto abbastanza alto e una capacità di spesa non indifferente. stiamo valutando le diverse situazioni.

franco ha detto...

E perplesso che sa fare solo domande e quando deve rispondere dice che prima vuole le sue di risposte. È bene che si legge qualcosa sulla legittimità diffeenziale di Tommaso Vitale. Così bravo come è sia ad assillare sia cercare su internet, anche nalle mie domande, troverà sicuramente cose interessanti. Non essendo di Sucar Drom ed essendo ospite non ho l'obbligo di contare fino a 34 prima di scrivere, considerando 10 è poco in certi casi. Carlo, non ci conosciamo ma sono umanamente con te.

franco