giovedì 31 marzo 2011

Bolzano, Sintengre Avarpen: un successo!

Le finalità del progetto Sintengre Avarpen (il lavoro dei sinti), presentato lunedì scorso a Bolzano, sono state quelle di creare opportunità lavorative per la comunità sinta, emarginata dal mondo del lavoro, con modalità consone alla propria cultura. Si è voluto anche favorire il dialogo interculturale tra comunità sinta e la società maggioritaria: vedere lavorare un sinto, notoriamente stigmatizzato come fannullone, favorisce un approccio differente, fuori dai soliti stereotipi, e quindi agevola la compressione reciproca fra le culture. Il progetto è stato realizzato grazie ad un finanziamento del Fondo Sociale Europeo e alla partnership formata da Comune e Provincia di Bolzano, Confcooperative Bolzano, ODAR e associazione Nevo Drom. L’obbiettivo principale del progetto era l’accompagnamento alla creazione e all’avvio di una cooperativa sociale, costituita da persone della comunità sinta, con la creazione della cooperativa Aquila, che ha dato la possibilità al gruppo di sinti coinvolto di avviare un’attività di caffetteria e piccola ristorazione a Bolzano. Il Bar Righi, di proprietà pubblica, è stato dato in gestione alla Cooperativa Aquila dopo un percorso formativo e un lavoro politico svolto dall’associazione Nevo Drom e dal Comune e dalla Provincia di Bolzano con momenti di dura polemica pubblica. Il 25 febbraio scorso alla presenza delle Istituzioni è stato inaugurata la nuova attività di ristorazione, presso i campi sportivi di Bolzano. Un successo! Alla guida della cooperativa il presidente dell’associazione Nevo Drom, Radames Gabrielli che lunedì durante la presentazione ha affermato: “tutto questo serve a far capire alla popolazione che i pregiudizi su di noi sono infondati”. Il Sindaco Luigi Spagnolli (in foto con Matthew G. e Isacco T.) ha affermato: “I sinti hanno sempre lavorato non è vero che non hanno mai fatto niente: è un pregiudizio comune che bisogna sradicare dalla società. E vero che in passato alcune popolazioni, come quella dei sinti, hanno vissuto ai margini delle regole o persino oltre, ma l’hanno fatto perché erano popolazioni emarginate”. Quello di lunedì è stato il momento finale di un percorso importante per alcuni ragioni. La prima è data dalla partecipazione diretta dei sinti nella cabina di comando del progetto sentita da tutti a Bolzano come presupposto imprescindibile. Tant’è che durante la presentazione dei risultati finali del progetto di lunedì scorso tutti i Rappresentanti delle Istituzioni hanno sottolineato il successo dell’iniziativa grazie ad un cambia di strategia, ovvero il superamento delle logiche dell’integrazione per attuare politiche di interazione (La via dell’interazione di Gustavo Zagrebelsky). La seconda è la ferma volontà politica, anche nei momenti di forte dibattito pubblico e per questo ringrazio il Sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli che si è speso pubblicamente in prima persona per portare a termine il progetto. La terza è la determinazione con cui tutti i Dirigenti del Comune e della Provincia di Bolzano hanno creduto nel progetto, sostenendolo con azioni concrete. In particolare ringraziamo il dottor Karl Tragust, Direttore Ripartizione 24 della Provincia Autonoma di Bolzano. La quarta è la capacità di fare rete tra Privato Sociale ed Enti locali che ha permesso di mettere in campo tutte le risorse presenti sul territorio, in particolare ringrazio Paola Dispoto di ODAR. La quinta ragione del successo del progetto, ma non ultima, è stata la capacità di leggere e di mettere in relazione le potenzialità, i saperi e le aspirazioni dei sinti che hanno partecipato al progetto con un reale sbocco sul mercato del lavoro. Troppo spesso ho visto progetti che non hanno avuto la capacità di offrire un reale sbocco lavorativo. Complimenti quindi a Bolzano, la strada è oramai tracciata, il lavoro da fare è ancora tanto ma sono sicuro che nei prossimi anni Bolzano saprà diventare sempre di più laboratorio di buone pratiche a favore dei sinti e dei rom di tutta l’Italia. di Carlo Berini

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