Django è forse la cosa più
sorprendente accaduta al jazz nell’intera sua storia: un genio
indipendente, nato e cresciuto fuori dai confini geografici della
koiné afro-americana, in grado di operare una catena di reinvenzioni
che modificano radicalmente alcuni dei suoi assetti
fondamentali.
Django, formatosi nella logica di un’altra formidabile koiné, quella sinta, si avvicina al jazz da una prospettiva lontana, mitopoietica come lo è ogni condizione di lontananza. Django, reinventando il jazz dove non sarebbe potuto nemmeno esistere, reinventa anche la funzione della chitarra, dandole una capacità auto-rigenerativa che ha fatto di essa lo strumento più rivoluzionario del XX secolo.
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