La Corte Suprema di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato il 15 febbraio 2012 dal Governo Italiano, confermando che la cosiddetta “emergenza nomadi” è infondata, immotivata e illegittima. La Cassazione ha preso la decisione il 26 marzo 2013, ma solo oggi è stata resa pubblica la sentenza che ha confermato la sentenza del Consiglio di Stato che nel novembre 2011 aveva dichiarato l’illegittimità della cosiddetta “emergenza nomadi” sul territorio italiano.
La cosiddetta “emergenza nomadi”
era iniziata il 21 maggio 2008 quando l'allora Premier Silvio
Berlusconi aveva dato seguito alla promessa elettorale di attuare
“tolleranza zero con i rom”. Berlusconi, spinto dall'allora
Ministro dell'Interno Roberto Maroni, aveva dichiarato lo «stato di
emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi»,
nominando i prefetti di Roma, Napoli, Milano commissari delegati «per
la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento
dello stato di emergenza» nelle regioni di Lazio, Campania, e
Lombardia.
Lo stato di emergenza, di durata
annuale, sarebbe dovuto terminare il 31 maggio 2009 ma,
contrariamente a quanto previsto, con un nuovo decreto veniva
prorogato al 31 dicembre 2010, estendendolo a sua volta alle regioni
del Piemonte e del Veneto. Trascorsi più di due anni dalla sua
dichiarazione, un ulteriore Decreto prorogava la durata al 31
dicembre 2011 nelle cinque regioni interessate.
Nell'agosto del 2008 era stato
presentato ricorso dall'Associazione Sucar Drom, dall'ASGI e da
trenta sinti mantovani, ma il Tribunale di Mantova aveva rigettato il
ricorso. Diversamente il Consiglio di Stato, al ricorso presentato
dall'European Roma Rights Centre e da una famiglia rom, aveva
sentenziato il 16 novembre 2011 «l’illegittimità del decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008». Contro la
sentenza il Governo italiano aveva presentato ricorso alla Corte di
Cassazione che il 26 marzo scorso ha rigettato il ricorso, mettendo
la parola fine alla peggior stagione di discriminazione istituzionale
in Italia.
La cosiddetta “emergenza nomadi”
aveva dato la copertura ai Comuni, in particolare al Giunta Moratti /
De Corato a Milano, di attuare le peggiori politiche razziste con
schedature su base etnica e violenti sgomberi forzati. Politiche
discriminatorie che hanno portato a sistematiche violazioni dei
diritti umani.
"Questo è l'ultimo chiodo nella
bara della disastrosa politica emergenziale in Italia", ha detto
Dezideriu Gergely, dell'ERRC. "Confidiamo che le autorità
italiane fermino i progetti iniziati con tale politica e si impegnino
in futuro in modo più positivo verso le Comunità rom e sinte, così
come delineato nella Strategia nazionale d'inclusione".
«La storica sentenza di oggi –
afferma l’Associazione 21 luglio – ci dice che è giunta l’ora
di voltare pagina, per fare uscire dall’alveo dell’emergenza le
politiche indirizzate alle comunità rom e sinte, da 5 anni
ricondotte esclusivamente ad un’ottica securitaria».
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