Cittadinanza e Minoranze chiede aiuto
per le persone povere appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom della Capitale.
E' aperta una raccolta di fondi per evitare il baratro in cui il coronavirus ha gettato una popolazione abbandonata a se stessa.
Se ci si chiede chi si stia occupando
dei rom e dei sinti della capitale, oltre 6 mila persone nei campi,
la risposta è: nessuno. Né il Comune (il cui «ufficio rom»
risponde che le informazioni sono “riservate”) né la Protezione
civile (il cui capo nazionale ha risposto, alla domanda di un
giornalista, che «se ne occupa la Protezione civile di Roma» ma non
è vero) né la Prefettura e nemmeno l’Ufficio
anti-discriminazioni. E l’ospedale Spallanzani ha registrato la
morte di un rom, per coronavirus, subito dopo avere – con un
apposito e inusitato comunicato – fatto sapere che «allo stato non
abbiamo ricoverati di etnia rom».
Deve essere a causa della difficoltà
di stabilire l’«etnia» di chi sta morendo di polmonite
fulminante, che StanijeYovanovich, rom serbo di 33 anni, non è stato
riconosciuto come tale. Viveva in un casa popolare con la moglie e
quattro figli, aveva una famiglia numerosa nel campo di via Salviati
e ogni giorno andava a trovarli. Eppure dopo la sua morte non ci sono
stati tamponi per loro o nel campo, solo l’obbligo di quarantena,
ma a quello chi vive nei campi è abituato.
Vigili e poliziotti controllano che
nessuno esca o entri, e solo una persona per famiglia può andare a
fare la spesa. Ma con che soldi? I rom vivono di piccoli commerci,
della raccolta di materiali, di elemosina: ora non hanno più nulla.
E nessuno si cura di sapere in che condizioni igieniche vivono dentro
il recinto. Segregarli serve solo ai non rom, li cancella dalla
vista.
La nostra associazione, che con
pochissimi altri lavora da anni assieme a rom e sinti, si chiama
Cittadinanza e minoranze. Questa è una minoranza senza cittadinanza,
in senso formale, spesso, dal punto di vista pratico, sempre. Se
avessimo più fondi potremmo fare, almeno in parte, quel che le
istituzioni non fanno. Perciò abbiamo deciso di chiedere donazioni.
Chi vuole può fare versamenti sul
conto bancario dell’associazione il cui IBAN
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