Per questo motivo la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili, Sucar Drom, Associazione 21 Luglio e l'Università di Firenze lavorano da due anni al progetto 'RemAgainstDisc' (Rafforzare la memoria storica del Porrajmos per combattere le discriminazioni).
Obiettivo del progetto è stato quello di recuperare la memoria storica di quegli eventi, rendendola fruibile attraverso la ristrutturazione del primo museo virtuale del Porrajmos e, a partire da questo, sensibilizzare il pubblico sulla matrice storica di alcuni pregiudizi e superare così la discriminazione che rom e sinti soffrono ancora oggi.
Per fare questo, il progetto ha combinato attività rivolte al grande pubblico e altre rivolte a specifiche categorie professionali che possono giocare un grande ruolo nel percorso inclusivo e nel superamento dell’antiziganismo.
Il progetto è stato finanziato nell'ambito del Bando CERV-2021-CITIZENS-REM della Commissione Europea e ha ricevuto un contributo complessivo di € 134.785,00.
Il lavoro fatto
Gli obiettivi del progetto erano molteplici: innanzitutto recuperare la memoria storica del Porrajmos, lo sterminio di rom e sinti avvenuto per mano dei regimi nazifascisti nel secolo scorso; attraverso il recupero di questa memoria storica e dei pregiudizi e degli stereotipi che avevano reso possibili discriminazioni e persecuzioni, contribuire alla costruzione di società più inclusive e di maggiore integrazione, raggiungendo alcune categorie specifiche che incidono sul percorso di vita dei Rom e dei Sinti; infine, garantire che le attività progettuali potessero proseguire oltre la fine del progetto e fossero replicabili.
Da questo punto di vista gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti.
La ricerca storica, condotta dall'Università di Firenze e dall'Associazione Sucar Drom, ha ritrovato materiali e racconti che hanno consentito di ricostruire il periodo compreso tra il 1943 e il 1945, ancora mancante, testimoniando come vi furono deportazioni di rom e sinti verso i campi di concentramento nazisti. Questa ricerca è stata presentata all'Università di Firenze e messa a disposizione della comunità scientifica, ma non solo.
I materiali raccolti sono confluiti, insieme a quelli già presenti, nel primo museo virtuale di Porrajmos, che nell'ambito del progetto ha subito una profonda revisione, sia in termini contenutistici che in termini visivi, garantendo una più ampia navigabilità. Tradotto in inglese rappresenta uno strumento indispensabile e fondamentale per studiare questa storia e costruire la memoria. Già diverse scuole, così come le stesse comunità, lo hanno utilizzato nelle loro attività istituzionali, come strumento di informazione e testimonianza.
A partire da questo recupero storico sono stati realizzati tre toolkit, rivolti ad operatori sociali, insegnanti e decisori politici, categorie che, nei rispettivi ruoli, possono avere un impatto sulla vita dei rom e dei sinti. Le prime due categorie, a livello di integrazione sociale e scolastica, mentre i decisori politici possono incidere nel superamento dei mega campi rom, fino ad ora largamente utilizzati in Italia, e nel promuovere politiche abitative che garantiscano e incoraggino l’inclusione di queste persone.
Oltre alla realizzazione di questi toolkit, sono stati promossi una serie di incontri con persone appartenenti a queste categorie, per diffondere i toolkit, ma anche costruire consapevolezza e percorsi di cambiamento.
Proprio su questi incontri si fonda la continuità del lavoro iniziato in questo progetto, anche dopo la sua conclusione. Verranno infatti promossi ulteriori incontri, rientranti pienamente nell'ambito delle attività istituzionali degli enti partner. Per quanto riguarda quelli con decisori politici, in alcuni casi sono serviti a promuovere azioni che continuano e che porteranno, questo l'obiettivo, al superamento del maggior numero di mega campi rom nei prossimi mesi/anni.
Risultati e impatti
Il progetto ha ottenuto i seguenti risultati:
- Rinnovare e ampliare la conoscenza e la memoria storica relativa allo sterminio dei Rom e dei Sinti durante i regimi nazifascisti. Questo risultato è stato raggiunto attraverso nuove ricerche storiche basate su materiali inediti e ricerche negli archivi storici. Mettere a disposizione di studiosi, accademici e cittadini questa nuova massa di materiali storici. Nel corso del progetto si è svolto anche un incontro con i rappresentanti di alcune case editrici scolastiche, al fine di presentare loro i risultati della ricerca e suggerire l'inserimento di spazi specifici destinati a Porrajmos sui testi utilizzati nelle scuole. L'incontro ha suscitato grande interesse e l'impatto atteso è che possano esserci nuove edizioni di alcuni testi scolastici che vadano in questa direzione.
- Ristrutturare il primo museo virtuale di Porrajmos, rendendolo un luogo dove si racconta questa storia e si raccolgono documenti e testimonianze. Garantire una conoscenza diffusa della persecuzione e dello sterminio dei Rom e dei Sinti, un luogo della memoria a beneficio delle comunità e dei cittadini, utilizzabile anche nelle scuole in occasione dello studio di quel periodo storico e in occasione delle iniziative che si svolgono ogni anno nel mese di gennaio Il 27, in occasione del Giorno della Memoria.
- Costruire una conoscenza più ampia sulla cultura Rom e Sinti e implementare buone pratiche rivolte a insegnanti, operatori sociali e decisori politici, figure professionali fondamentali per l'inclusione di queste persone, affinché, ciascuno nel proprio ambito, possano realizzare azioni positive per la prevenzione di qualsiasi forma di discriminazione. Questo risultato è stato raggiunto attraverso l’implementazione di toolkit e una serie di incontri che hanno coinvolto circa 200 persone. Questi toolkit serviranno per proseguire il lavoro anche dopo la fine del progetto in modo che sia gli incontri svolti che quelli futuri rendano efficaci le buone pratiche riportate.
- Per quanto riguarda i decisori politici, a partire dagli incontri svolti, in alcune città sono stati inaugurati percorsi partecipativi per il superamento dei mega campi rom, che dovrebbero portare alla chiusura di alcuni di essi e a politiche abitative inclusive.
Il progetto ha quindi raggiunto risultati nel breve periodo, aprendo la possibilità di proseguire il lavoro nel medio e lungo termine, con attività che entreranno a far parte degli interventi istituzionali della maggioranza dei beneficiari.
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