giovedì 3 luglio 2008

Il "silenzio" di Rom e Sinti

I Rom e i Sinti che vivono in Italia oggi non soffrono solo per le condizioni nelle quali cui sono costretti a vivere e per le norme «anti-nomadi» con cui questo governo rende la loro vita ancora più dura, ma anche per l’umiliazione di vedere i loro sforzi e quelli dei loro rappresentanti per difendersi e raccontarsi, raramente ricordati dai media.
L’immagine che ne deriva è che i Rom e i Sinti subiscano in silenzio. Passivamente. Che se ne stiano lì sperando inerti che qualcuno li aiuti. Il rischio che si possa verificare quell’umiliazione deve far riflettere tutti. Sembra un discorso ovvio ma sta di fatto che chi è abituato a far parte dei gruppi maggioritari, anche tra chi si dice antirazzista, spesso dimentica quei principi.
Intanto, anche se la stampa non ne parla, Rom e Sinti in Italia e in Europa continuano ad autorganizzarsi. Dopo gli incendi di Ponticelli e la venuta in Italia dell’europarlamentare rom Victoria Mohacsi di cui i giornali hanno scritto, una delegazione di rappresentanti dell’associazionismo rom di Romania e di Ungheria si è precipitata in Italia per una missione conoscitiva e ha visitato i campi di Napoli, Roma, Firenze, Milano, Torino, Brescia per stilare un rapporto che sarà presentato l’11 luglio a Vienna, a un convegno dell’Osce [Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa].
A Vienna ci saranno centinaia di rom di tutto il mondo per discutere anche su ciò che avviene in Italia. Parteciperanno, tra gli altri, quelli della Federazione Rom e Sinti Insieme, che da più di un anno riunisce una ventina di associazioni di rom italiani e immigrati e di sinti provenienti da ogni parte d’Italia. La stessa Federazione sta preparando una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma il 10 luglio. di Piero Colacicchi

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