giovedì 3 luglio 2008

Opera Nomadi, Renata Paolucci dice no alle "schedature"

La segretaria nazionale dell'Opera Nomadi Nazionale e presidente dell'Opera Nomadi di Padova si dissocia dal comportamento del Presidente Nazionale e del Lazio, Massimo Converso che interviene nella schedatura dei Rom e dei Sinti di Roma.
La proposta presentata dall'Opera Nomadi al Ministro Ferrero ormai due anni fa, non era un censimento/schedatura ma un'indagine conoscitiva qualitativa e quantitativa, mantenendo l'anonimato, dei Rom e dei Sinti presenti nel territorio, per permettere di conoscere soprattutto il numero dei bambini che evadevano l'obbligo scolastico e, in base a questo, poter avviare progetti di integrazione e scolarizzazione.
La schedatura e il rilevamento delle impronte digitali su base etnica degli adulti va contro l'art. 3 della Costituzione Italiana e quella dei minori di 18 anni va contro anche la Convenzione Internazionale dei diritti del Fanciullo ratificata dall'Italia nel 1991.
Il rilevamento delle impronte è un atto di violenza e di criminalità istituzionalizzata perpetrata nei confronti degli adulti e bambini che ci riporta al fascismo. Il governo si sta accanendo contro i Rom e i Sinti pretendendo di schedare anche gli stanziali ormai italiani dal 1400. Allarghi allora la schedatura a tutti i bambini gagè perché molti di essi, presenti nel territorio italiano, sono in pericolo e a rischio di devianza (per esempio i figli dei camorristi e i figli dei mafiosi).
Per anni in tutto il territorio italiano, nessun governo (tranne il breve periodo del governo Prodi) si è mai occupato dei piccoli rom e sinti, erano bambini invisibili senza nessun diritto soprattutto quello che riguarda la salute e l'istruzione. Ora ci si accanisce contro di loro con misure repressive senza impegnare risorse economiche e finanziarie per progetti di scolarizzazione e per favorire le famiglie ad abitare in condizioni dignitose, ad uscire dai campi nomadi e avere accesso alle risorse, superando la logica assistenziale a cui da sempre sono stati abituati, con sperperi enormi di denaro pubblico, dato anche alle associazioni, da parte delle Amministrazioni locali, per la gestione dei mega ghetti/campi nomadi che non hanno mai permesso e che non permetteranno mai a queste persone un percorso autonomo e che non li aiutano a divenire cittadinanza attiva con i diritti e i doveri che ciò comporta.
Non c'è mai stata la volontà politica di puntare sull'accoglienza di una popolazione che rappresenta lo 0,3 % di quella totale e si preferisce la repressione. Un disegno politico che si ripropone per distogliere la popolazione maggioritaria dal disagio quotidiano provocato da problematiche ben più gravi, facendo diventare i Rom e i Sinti il capro espiatorio del malessere diffuso. di Renata Paolucci (Opera Nomadi Nazionale), continua a leggere…

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo che il Presidente dell'Opera Nomadi, Massimo Converso, dovrebbe essere CACCIATO per il suo atteggiamento collaborazionista da chi lo ha eletto a quella carica. Non credo sia una questione "interna" dell'Associazione che così indegnamente rappresenta, ma semplicemente una questione di buon gusto.