martedì 18 novembre 2008

Roma, Alemanno: i Sinti e i Rom fuori dal raccordo anulare

Dopo neppure ventiquattr’ore dalla sostituzione del prefetto Carlo Mosca che già il sindaco Alemanno ha cominciato a dettare l’agenda al suo successore Pecoraro (in foto). Il quale, con il nuovo incarico a Palazzo Valentini, assumerà anche il ruolo di commissario governativo per l’emergenza rom.
«Con il nuovo prefetto Giuseppe Pecoraro affronteremo il problema dei campi nomadi per portarli fuori dal Raccordo anulare», ha annunciato ieri Alemanno, «un processo che va fatto sulla base della legalità: a Roma chi non rispetta le regole deve andare via».
Un’inversione a "U" rispetto a quanto finora dichiarato, soprattutto in campagna elettorale. Ridotto evidentemente a più miti consigli dal generale Mario Mori, capo dell’ufficio comunale Sicurezza, che da settimane lavora a questo progetto. «Senza legalità», ha concluso il sindaco, «la solidarietà non è credibile».
Raccordo e solidarietà, dunque: ecco le due parole-chiave per risolvere l’emergenza nomadi. Peccato che non siano nuove. E tornino, con un anno e mezzo di ritardo, nella stessa identica formula utilizzata nel vecchio "Patto per Roma sicura" siglato dal sindaco Veltroni con il prefetto Serra e il Viminale nella primavera 2007. È quello il testo che, per la prima volta, stabilisce la creazione di 4 grandi campi extra-urbani, chiamati appunto "villaggi della solidarietà", dove accogliere, assistere e controllare tutti i rom della capitale. Da trasferire, appunto, oltre il Gra.
Un’idea però subito contestata, a colpi di petizioni e sit-in, dagli abitanti dei quartieri di cintura e dei comuni limitrofi. E cannoneggiata da An, guidata dall’allora consigliere semplice Alemanno. Il quale, candidato poi alla poltrona più alta del Campidoglio, sembrava non aver cambiato opinione.
Tant´è che sei mesi fa, esattamente il 17 aprile, testualmente dichiarava: «La proposta dei villaggi della solidarietà contenuta nel Patto della sicurezza, quello di Veltroni e Serra, è da cestinare completamente. È irrealistica e irrealizzabile. I centri devono ospitare solo stranieri di passaggio». Una bella retromarcia rispetto alla proposta lanciata ieri.
- La protesta dei comuni dell'hinterland, del PD e della Destra. Non ci stanno i comuni dell´hinterland a diventare «lo scantinato di Alemanno». Accusato dai sindaci di Frascati, Zagarolo e Anguillara di «spostare i problemi anziché risolverli». A scatenare la rivolta, una sua dichiarazione di venerdì: «Con il nuovo prefetto Pecoraro affronteremo il problema dei campi nomadi per portarli fuori dal Raccordo».

«Se il sindaco Alemanno pensa di risolvere i problemi di Roma scaricandoli sul resto del territorio provinciale sbaglia di grosso» attacca subito il primo cittadino di Anguillara, Emiliano Minnucci, accusando l´esponente di An e la sua giunta di «incapacità di assumersi le responsabilità e di affrontare i problemi senza limitarsi a trasferirli altrove». Sa di cosa parla: il piccolo comune lacustre, insieme ai molti altri che circondano la capitale, sono stati già penalizzati dallo sbarco in massa delle prostitute allontanate dall´ordinanza capitolina anti-lucciole. Perciò sono arrabbiati.
«L´hinterland», prosegue Minnucci, «meriterebbe di essere valorizzato e invece si trova costretto a fronteggiare nuovi problemi solo perché il sindaco di Roma non è in grado di lavare i panni sporchi in casa».
Sulla stessa linea il sindaco di Zagarolo e capogruppo provinciale del Pd Daniele Leodori. Che prima premette: «Forse Alemanno pensa che il nuovo prefetto Pecoraro sia un suo assessore, visto che crede di potergli dettare la linea sui rom».
E poi va giù duro: «Spostando i campi nomadi fuori dal Gra il sindaco di Roma continua a nascondere la polvere sotto il tappeto, scaricando sul territorio provinciale un problema che meriterebbe una vera soluzione e non un intervento di facciata». Ecco perché «almeno stavolta», dice, «spero che ci sia una dura reazione da parte dei sindaci del centrodestra della Provincia, che non possono permettersi di anteporre gli interessi di partito alla tutela dei propri cittadini».
Una sollevazione auspicata sia dal segretario provinciale del Pd, Carlo Lucherini, secondo cui «è incredibile che Alemanno pensi di poter prendere tali decisioni senza concertarle con le altre istituzioni», sia dal partito di Francesco Storace. Che, per bocca del segretario provinciale della Destra, Roberto Buonasorte, invita tutti i sindaci del Pdl a «uno scatto d´orgoglio». Anche contro «una politica», rincara Francesco Posa, sindaco di Frascati, «che vorrebbe far diventare l´area vasta un territorio di serie B». È categorico Posa: «Alemanno deve smetterla di vedere il territorio dell´hinterland romano come uno scantinato in cui riporre i problemi della capitale. E personalmente mi ha stancato questo modo di amministrare autoritario che non prevede alcun tipo di concertazione con le altre istituzioni». di Giovanna Vitale

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Basta rom, basta degrado. Lavorate, compratevi una casa come stiamo facendo tutti, pagate tasse e servizi, rispettate le NOSTRE leggi ed usanze (siamo in casa nostra), non importunate la gente, oppure tutti fuori, non lo prescrive il medico di parassitare per forza in Italia. La solidarietà non si impone e noi siamo stanchi di sopportare i problemi di mezzo mondo che migra quì e pretende di trovare il bengodi a tutti i costi.

Anonimo ha detto...

guarda Antonio che le cose che dici le dico io per te. la mia famiglia è quì dal 1400 e sono stanco di voi razzisti.
le tue leggi le fai a casa tua, se tua moglie te lo permette e non a casa mia, l'Italia!!!!

u velto ha detto...

ciao Antonio ed Enrico, vi preghiamo di moderare i toni.
grazie

Anonimo ha detto...

Enrico le leggi Italiane valgono per tutti, non sono le leggi di Antonio, questo ti è sfuggito?
Oltretutto da come parli sei un Sinto e non un Rom a cui si rivolge Antonio.
Infine proprio perchè sei qui dal 1400(li porti bene i tuoi anni comunque) uno giustamente si chiede perchè in tanti sono rimasti al 1400 e aspettano le briciole dalla comunita maggioritaria.
Questa è una scelta non una condizione.
E' assurdo pensare che MILIONI di extracomunitari sono giunti fin qui e hanno costruito un loro futuro e che invece chi appartiene al gruppo rom o sinto, nonostante si parli di centinaia di migliaia di persone, non riesca a fare altrettanto.
Capisci che è legittimo che sorga il dubbio che tale condizione è voluta?
Basta leggere questo spazio per rendersi conto come le situazioni a seconda della convenienza cambino.
Se ti sono sembrato estremista me ne scuso, spero di aver espresso il mio pensiero in toni pacati

Anonimo ha detto...

Non ci provate a venire in provincia