mercoledì 27 maggio 2009

Milano, la politica degli alleggerimenti

La chiamano moral suasion. Non osano dirlo in italiano, ma quel ‘moral’, grida scandalo, detto dagli amministratori più immorali –dal governo in giù. Giù, giù giù- che l’Italia abbia mai avuto. ‘Persuasione morale’, vuol dire. Che c’è di persuasivo in uno sgombero? La ruspa? Gli agenti in divisa antisommossa? Grate e sbarramenti antizingari, realizzati coi soldi dell’Unione Europea (anche nostri), dati per migliorare le loro condizioni?
Che c’è di… morale? In centoventi sgomberi in due anni e mezzo? Spesso operati sulle stesse persone e famiglie a ripetizione?
Le parole sono importanti: oggi gli azzeccagarbugli parlano un’altra lingua, in casa, per non farsi capire. Che sia un residuo di vergogna? Ma no, ecco una parola che non capiscono, neanche detta in italiano.
Un'altra area restituita ai milanesi e alla città. Ne parlano come se si trattasse di cantieri liberati da mafia e ‘ndrangheta (robe siculo-calabresi, come ognuno sa), come un’operazione di derattizzazione. Restituiamo aree, fisiche e morali, alla legalità: quella vera, che vale per tutti.
Alleggerimento, questo è il termine usato –uno sfoltimento, insomma, sfumatura bassa- per l’eliminazione di un po’ di famiglie dai campi rom comunali. Qui siamo quasi bucolici, a parlar di campi. Invece a Triboniano non c’è un filo d’erba e l’unica ombra, tolta quella di container e roulotte, è data dal traliccio dell’alta tensione. Mmmh, che nostalgia. di Ernesto Rossi, associazione Aven Amentza

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