venerdì 28 agosto 2009

Roma, documentario al "Casilino 900"

Quattro ragazzi che dividono un appartamento a Roma, nel quartiere Centocelle hanno deciso di imbattersi nella realtà del vicino "campo" Rom Casilino 900. La loro unica motivazione è stata quella di conoscere una comunità apparentemente marginale che invece si colloca da decenni nel cuore di una delle zone periferiche più popolari della capitale.
Essendo entrati a contatto con il rappresentante del campo, Najo Adzovic dell’Associazione Nuova Vita, si è subito creata una sintonia che ha permesso loro di conoscere alcune famiglie Rom delle varie etnie presenti nell’area.
Proprio dalla conoscenza e dalla frequentazione con queste persone è nata l’idea di girare un documentario (unitamente ad un reportage fotografico), sfruttando le proprie competenze nel campo dell’audiovisivo. Data l’immediata vicinanza dell’appartamento dei quattro ragazzi con una realtà così “lontana” il titolo (provvisorio) del documentario è “Sottocasa”.
Contenuti e tematiche. Durante i mesi di frequentazione del Casilino 900 sono state effettuate riprese per un totale di circa 10 ore di girato. E’ stata data particolare importanza alle interviste sia alle persone che vivono nel campo Rom sia agli abitanti del quartiere per capire diversi punti di vista su una problematica sociale che ricade sul VII e VIII Municipio.
Non sono poi mancate scene di vita quotidiana del campo, popolato principalmente da bambini e adolescenti, e sequenze inerenti le tradizioni della cultura Rom come l’artigianato del rame ed i balli folkloristici.

Attraverso l’obiettivo della telecamera sono emerse varie tematiche legate alle aspettative, ai sogni e ai desideri, alle paure della gente che popola il Casilino 900: la realizzazione professionale, il possesso del permesso di soggiorno, la povertà, l’arte di arrangiarsi.
Non mancano ovviamente alcuni aspetti critici che evidenziano le contraddizioni di questo popolo, soprattutto testimoniati pubblicamente dagli abitanti del quartiere Centocelle al prefetto Pecoraro durante un incontro presso il cinema Broadway: il problema dei fumi tossici, la microcriminalità, il degrado. Attualmente il documentario è in fase di post-produzione.
Richieste e finalità. E’ intenzione di tutti coloro che hanno partecipato attivamente al documentario mostrarlo (così come il reportage fotografico) presso associazioni culturali, emittenti televisive e scuole, con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’integrazione e il dibattito, specie tra i più giovani.
Per raggiungere questa finalità si richiede un supporto sottoforma di finanziamento economico o altro in modo da garantire all’opera (completamente autoprodotta) un’adeguata distribuzione e divulgazione.
Hanno collaborato alla realizzazione del documentario. Per il soggetto e la regia: E. Coccia, A. Cottini, D. Falcioni, A. Peretti; per le riprese: E. Coccia; per l’assistenza alle riprese e Backstage: D. Danila; Per le interviste e il montaggio: A. Cottini; per le traduzioni: N. Adzovic; per il reportage fotografico: D. Falcioni; per le musiche: G. Campioni, RossoPiceno folkrock band.

3 commenti:

gabriele ha detto...

immagino che una volta visto il documentario ci scappi anche un "che peccato" e una lacrimuccia!!!!
venite un giorno in via delle mimose a casa mia e filmate ciò che vedo io dal balcone...altro che tristezza...macchine di lusso,vendita di oggetti di dubbia provenienza e qualche bimbo innocente che fa esperienza aprendo le autovetture in sosta sotto gli occhi dei genitori che gli fanno da maestri!
per non parlare poi della sporcizia che lasciano...forse pensano che sarà il vento a portare la loro immondizia nel bidone della spazzatura posto a 1 metro da dove la gettano loro...
ma come dargli torto...anche al campo nomadi fanno così...perciò mi sa che dobbiamo essere noi ad adeguarci a loro!

Anonimo ha detto...

Ritengo che non si debba fare, come recita un famoso proverbio, "di tutta un'erba un fascio". Credo che certe esternazioni alimentino in maniera esponenziale lo stereotipo dello "zingaro sporco", che lascia immondizia ovunque sosti o dimori per breve tempo. Di persone sporche ce ne sono ovunque! Abitando di fronte a un pub, spesso al mattino, quando varco il cancello della mia abitazione, mi imbatto in bottiglie di birra lasciate vuote sul muretto di recinzione, in incarti di profilattici gettati in terra.
I ragazzi che alla sera si recano nel locale sono tutti italiani.
Anche noi siamo allora un popolo di sudicioni!
Beatrice

gabriele ha detto...

cara beatrice,,,è vero ciò che dici...fuori un pub accadono queste cose la notte...sotto casa mia accadono sempre...e sono tutti zingari...apriamo gli occhi e non troviamo sempre scusanti...mia moglie la pensava come te prima di venire ad abitare qui...ora se ne vuole scappare...e giusto tutto questo?
in italia purtroppo funziona cosi...siamo noi che per non doverci avere niente a che fare dobbiamo andarcene...loro rimangono li!!!

cmq sembrano solo parole di circostanza...io ribadisco l'invito a venire a casa mia a constatare di persona quello che dico...se siete troppi al massimo ci fermiamo al bar ormai detto "degli zingari" qui sotto!