“Per opportuna conoscenza, si ha il
pregio di comunicare che la R. Ambasciata a Berlino ha fatto
conoscere che, con recente provvedimento, gli zingari residenti nel
Reich sono stati parificati agli ebrei e quindi anche nei loro
confronti varranno le leggi antisemite attualmente in vigore. Zingari
sono considerati non solamente gli zingari al 100% ma anche coloro
che hanno una parte di sangue zingaro.” 9 aprile 1942, il Ministero
degli Affari Esteri scrive al Ministero dell'Interno e al Ministero
di Cultura Popolare su "Parificazione agli ebrei degli zingari residenti in Germania."
Nell'aprile del 1942 i sinti e i rom
italiani sono internati in appositi campi di concentramento da un
anno e mezzo per la politica razziale dello Stato italiano che
riteneva questi suoi cittadini appartenenti ad una "razza straniera" che poteva "infettare la razza italiana". E' dell'undici settembre del
1940 l'ordine ai Prefetti del Regno d'Italia di arrestare tutti i
Cittadini italiani, appartenenti alle minoranze linguistiche sinte e
rom, e di internarli in appositi campi di concentramento.
Il ritrovamento del telespresso n. 34/R del 9 aprile 1942 è un evento eccezionale, dovuto al lavoro dello storico Luca Bravi che ha operato all'interno del progetto Memors promosso da Sucar Drom. Il documento è importante sia per quanto è successo in Germania, ma anche per quanto successo nel Nord Italia con la formazione della Repubblica di Salò, dopo l'armistizio dell'undici settembre 1943.
Il ritrovamento del telespresso n. 34/R del 9 aprile 1942 è un evento eccezionale, dovuto al lavoro dello storico Luca Bravi che ha operato all'interno del progetto Memors promosso da Sucar Drom. Il documento è importante sia per quanto è successo in Germania, ma anche per quanto successo nel Nord Italia con la formazione della Repubblica di Salò, dopo l'armistizio dell'undici settembre 1943.
In questi anni più voci hanno cercato di sminuire e ridurre il Porrajmos di fronte alla Shoah. Ultimo in ordine di tempo Guenter Lewy nel suo libro “La persecuzione deglizingari” edito da Einaudi. La tesi che per decenni ha attraversato l'Europa e l'Italia è che i sinti e rom fossero stati perseguitati in Italia e in Germania per motivi di ordine pubblico e non per motivi razziali. Tale tesi, l'ordine pubblico, tendeva a sminuire la portata del Porrajmos e a prestare il fianco a politiche discriminatorie che sono continuate per decenni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
In questi ultimi anni due cose hanno
portato ad una svolta: la partecipazione di sinti e rom alle ricerche
e l'impegno di storici professionisti come Luca Bravi. Storici e
appartenenti alle minoranze colpite dalla persecuzione hanno lavorato
fianco a fianco per ricostruire la memoria raccogliendo le testimonianze dei sopravvissuti e scavando negli archivi. Tanto è ancora da fare ma oggi possiamo dire
che la strada è tracciata.
La Germania ha riconosciuto
ufficialmente il Porrajmos, non lo ha ancora fatto l'Italia. Un
riconoscimento che dovrà passare in Italia nella modifica della
Legge 20 luglio 2000, n. 211 che istituisce Il Giorno della Memoria
il 27 gennaio. Da alcune parti si chiede di istituire per il
Porrajmos un giorno della memoria apposito il 2 agosto, data della
liquidazione dello zigeunerlager di Auschwitz Birkenau. Sarebbe un
errore per diverse ragioni. Prima fra tutte lo spostare la
responsabilità della persecuzione solo sulla Germania nazista,
quando invece l'Italia fascista ha avuto una sua politica razziale
contro i cittadini italiani, appartenenti alle minoranze sinte e rom
che ha colpito in maniera devastante a partire dal 1938, come è documentato nel libro "Il Porrajmos in Italia" e nel museo virtuale Porrajmos. di CarloBerini
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