Papa Francesco interviene sulla realtà
vissuta dalle persone appartenenti alle minoranze sinte e rom,
ricevendo in Sala Clementina i partecipanti all’incontro “La
Chiesa e gli Zingari: annunciare il Vangelo nelle periferie”,
promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e
gli Itineranti. Sucar Drom plaude le parole pronunciate dal Pontefice
e si augura che siano una sferzata sufficiente a superare esclusione,
discriminazione e segregazione.
Una realtà
complessa, spesso ai margini della società che, in assenza di un
aiuto per l’integrazione, è spesso vittima della schiavitù. E’
quella del popolo zingaro, chiamato - secondo il Papa - a contribuire
al bene comune nell’osservanza dei doveri e nella promozione dei
diritti di ciascuno”. Il Pontefice ha pronunciato queste parole
ricevendo in Sala Clementina i partecipanti all’incontro “La
Chiesa e gli Zingari: annunciare il Vangelo nelle periferie”,
promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e
gli Itineranti. Ascolta il servizio di Paolo Ondarza.
“A volte visti con ostilità e sospetto, ai margini della società,
gli zingari sono scarsamente coinvolti nelle dinamiche politiche,
economiche e sociali”, lo constata il Papa che parla di “realtà
complessa”, ma certo chiamata a contribuire al bene comune
nell’osservanza di diritti e doveri. Francesco mette in guardia dal
disprezzo verso queste persone citando episodi di vita quotidiana:
“Io ricordo tante volte, qui a Roma, quando salivano sul bus alcuni
zingari, l’autista diceva: 'Guardate i portafogli!'. Questo è
disprezzo! Forse sarà vero, ma è disprezzo”.
Tutti devono sentirsi interpellati nel porre al centro
dell’attenzione la dignità della persona umana. Il Pontefice
chiede che accanto all’azione solidale in favore del popolo zingaro
svolta dalla Chiesa, vi sia l’impegno di istituzioni e comunità
internazionale nell’individuare progetti volti al miglioramento
della qualità di vita. Se infatti l’intera società è danneggiata
dalla mancanza di strutture educative, di formazione culturale e
professionale, dal difficile accesso all’assistenza sanitaria,
dalla discriminazione nel mercato del lavoro e dalla carenza di
alloggi dignitosi, tali piaghe colpiscono maggiormente i gruppi più
deboli, facili vittime di nuove forme di schiavitù: "Sono
infatti le persone meno tutelate che cadono nella trappola dello
sfruttamento, dell’accattonaggio forzato e di diverse forme di
abuso. Gli zingari sono tra i più vulnerabili, soprattutto quando
mancano gli aiuti per l’integrazione e la promozione della persona
nelle varie dimensioni del vivere civile". A tal proposito Papa
Francesco valorizza la sollecitudine e il contributo specifico della
Chiesa. “Il Vangelo – spiega – è annuncio di gioia per tutti,
specialmente deboli ed emarginati”.
Sucar
Drom ringrazia Papa Francesco per le parole pronunciate che hanno
centrato i maggiori problemi a cui si devono confrontare ogni giorno
sinti e rom in Italia. “Scarsamente coinvolti nelle dinamiche
politiche, economiche e sociali”, “discriminazione nel mercato
del lavoro”, “carenza di alloggi dignitosi”, “difficile
accesso all’assistenza sanitaria”, “mancano gli aiuti per
l’integrazione e la promozione della persona nelle varie dimensioni
del vivere civile”.
Sucar Drom si impegna prioritariamente
per il coinvolgimento nelle dinamiche politiche, economiche e sociali
delle persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom.
Riteniamo sia la questione centrale insieme alla lotta alla
discriminazione e alla segregazione. Sinti e rom sono troppo spesso
esclusi o al massimo tollerati, ovvero si considera negativa la loro
cultura. Speriamo che le parole di Papa Francesco siano una sferzata
sufficiente per l'intera Società italiana.
Riteniamo che la Chiesa cattolica possa
avere un ruolo decisivo per superare esclusione, discriminazione e
segregazione. Anche riconsiderando l'azione di tutte quelle
associazioni benevole che ancora oggi ritengono i sinti e rom dei
bambini da accompagnare per mano e quindi negando alle persone la
possibilità di autodeterminarsi.
Ci auguriamo in ultimo che il
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
non usi più il termine “zingari”, come per altro il termine
“nomadi” perchè sono termini che stigmatizzano sinti e rom, non
riconoscendo a loro nemmeno il diritto di auto nominarsi.
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