Per la prima volta i candidati sindaco
incontrano la comunità rom di Milano. Ma non tutti: Sala e Parisi
sanno già cosa fare.
Il 23 maggio la comunità rom e sinta
di Milano, insieme con la Consulta Rom e Sinti e le associazioni
della ReteRom (Amici di via Idro, Associazione ApertaMente,
Associazione UPRE ROMA, GRT Italia, NAGA, Opera Nomadi Milano), ha
invitato i candidati sindaco a un incontro per conoscere e valutare
le proposte degli aspiranti amministratori della città per quanto la
riguarda.
Era la prima volta e un’occasione per
tutti per dimostrare che rom, insieme con filippini, senegalesi,
ucraini, cinesi, italiani del nord e del sud, ecc. ecc., sono
cittadini come gli altri di fronte ai doveri come ai diritti compreso
quello di voto e partecipazione. L’invito è stato accolto dai
candidati Basilio Rizzo, Marco Cappato, del Movimento 5 Stelle che ha
delegato Luigi Rovina, con il contributo di altri candidati al ruolo
di presidenti di zona (Alberto Ciullini) e di consiglieri (Anita
Sonego, Diana De Marchi, Piero Leodi, Marina Brajdic).
L’incontro con la comunità, che si è
svolto al Villaggio delle rose di via Chiesa Rossa 351, durato 2 ore
e mezzo, è stato un vero confronto tra cittadini e futuri
amministratori, che hanno discusso il tema dell’inclusione di una
comunità costretta ai margini sociali dal pregiudizio e dalle
campagne d’odio.I
In particolare due questioni sono
emerse sulle quali è stato trovato consenso comune:
- non si può chiudere comunità come
quelle di via Chiesa Rossa, Via Negrotto, via Impastato, via Vaiano
Valle, più che campi villaggi di comunità omogenee, con abitazioni
dignitosissime, frequenza scolastica, relazioni sociali, per
sradicare queste famiglie e rendere la loro vita precaria e senza
futuro, come è avvenuto due mesi fa con le famiglie di via Idro, ora
disperse in diversi centri di emergenza, dove potranno stare pochi
mesi senza più nulla di proprio (casa, mobili, elettrodomestici,
oggetti personali), mentre i bambini perdono l’anno scolastico e i
genitori tutte le loro relazioni;
- in ogni caso le decisioni che
riguardano la comunità rom e sinta, come tutte le altre comunità,
devono vedere rom e sinti interlocutori protagonisti, in quanto si
tratta una minoranza storico-linguistica con una propria storia, una
propria lingua, una propria identità culturale e non di una
fragilità sociale.
Invece i candidati “principali”
Sala e Parisi, non hanno ritenuto opportuno intervenire né
direttamente né indirettamente. Forse quando si vota si può parlare
(male) di ma non con Rom e Sinti. Forse Parisi il confronto lo
dovrebbe fare più con Salvini che con i rom, per capire se deve
comprare delle ruspe o mettersi intorno a un tavolo con le comunità
rom e sinte, mentre il programma del candidato Sala evidentemente
l’ha già scritto l’attuale assessore alla sicurezza, Granelli,
che nei dieci punti per la città su pagine di giornale a pagamento
mette ai primi due posti la chiusura del “campo nomadi” (non sa
ancora che i rom non sono più nomadi da tempo) di via Chiesa Rossa e
del “campo rom” di via Vaiano Valle. Con la cura Granelli
certamente la città starà meglio, sarà più sicura perché ci
saranno altre centinaia di persone in giro senza casa, precarie e
disperate.
Consulta Rom e Sinti di Milano
4 commenti:
Buongiorno a tutti, volevo sapere per cortesia come deve fare una persona non residente in Italia ma nata in Italia e in Italia da sempre, come deve fare per avere la residenza. Mi è stato detto che prendendo un appartamento in affitto si può avere la residenza e si possono così mandare i figli a scuola; mi confermate questa cosa che mi hanno detto? Oppure c'è bisogno di altro? Grazie in anticipo.
Approfitto per dire una cosa che non mi sembra proprio giusta: una persona è nata in Italia, i suoi figli sono nati in Italia, i suoi genitori sono nati in Italia da una coppia marito e moglie scappati dalla Bosnia in guerra. E' mai possibile che né lei né i suoi figli abbiano la residenza in Italia? Scusate questo sfogo, ma a volte mi sembra di stare nel Quarto Mondo.
Ciao e grazie di nuovo.
Buongiorno micro, io non sono pratico di queste cose però ho trovato qualche info che forse potrà interessarti. Mi pare che il comune debba avere un indirizzo virtuale, cioè una via che non esiste per davvero ma è solo una via virtuale dove registrare chi è senza fissa dimora. Non ho ben capito se l'Anagrafe debba registrare in questa via virtuale solo le persone nate nel territorio del Comune. Comunque che si parla di domicilio; chi non ha una residenza può chiedere, invece della residenza, un domicilio abituale; addirittura si può indicare un luogo o più luoghi che abitualmente si frequentano, come per esempio una associazione di volontariato o l'androne del palazzo dove di solito un senza tetto va a dormire. Penso che in questi casi ci voglia il consenso di quelli che abitano o lavorano lì. Un problema rimane quello della reperibilità, perché l'Anagrafe deve poter reperire l'interessato e deve poter dare le comunicazioni che si rendessero necessarie. E' però interessante che una persona senza fissa dimora può scegliere come proprio domicilio un Ufficio Postale. E' semplice, se ho capito bene: bisogna noleggiare una cassetta postale e indicare l'Ufficio Postale e la cassetta postale come luogo di domicilio. Questo ha il vantaggio di essere sempre disponibile e, siccome il noleggio della cassetta postale deve essere rinnovato ogni anno, l'Anagrafe sa se il domicilio è sempre lo stesso.
Ciao.
ciao, scrivi a osservatorio@articolo3.org e lascia il tuo numero di telefono. Ti contatteranno e ti daranno tutte le informazioni.
Grazie, però non voglio informazioni da chi sostiene il matrimonio egualitario. Ci arrangeremo in altro modo. Saluti.
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