Fa scalpore in rete la notizia
pubblicata da La Stampa e rilanciata prima da Il Giornale e poi da
Dagospia. Tant'è che è pure intervenuta Elisabetta Canalis su
twitter. I protagonisti della vicenda sono persone appartenenti alla
minoranza rom e di fede e tradizione musulmana, quindi il massimo
della sfiga se abiti in un Paese islamofobo e romfobico
com'è l'Italia.
I due hanno praticato la macellazione
rituale islamica che è identica alla macellazione prescritta nella
religione ebraica dal codice canonico Shulchan Aruch. Le regole della
macellazione sono molto stringenti ed è fatto obbligo di non
maltrattare l'animale che però non viene stordito al momento
dell'uccisione. Secondo le fonti le prescrizioni sono eguali sia
nella tradizione musulmana che in quella ebraica, la recisione della
gola con un taglio veloce e privo di esitazione dovrebbe portare
nell'animale un immediato calo di pressione sanguinia e la
conseguente immediata perdita di conoscenza.
Il giudice ha assolto i due
protagonisti perchè la legislazione italiana ed europea permette
tale pratica di macellazione se è dettata da motivazioni religiose e
perchè ha rilevato che «Non vi è prova che l’animale sia stato
sottoposto a sofferenze aggiuntive (...) in realtà, trattandosi di
un sacrificio religioso si può presupporre che fosse volontà degli
imputati non discostarsi dalla consueta prassi operativa». Ma il
dibattito è aperto e in alcuni Paesi a maggioranza islamica si è
deciso di permettere lo stordimento a determinate condizioni.
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