martedì 24 aprile 2018

Liberazione, partigiani sinti e rom

In tutta l'Europa le persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom parteciparono alla Resistenza per la Liberazione dal fascismo e dal nazismo. In Italia, dopo l'8 settembre del 1943, sinti e rom fuggirono dai campi di concentramento dove erano rinchiusi dal settembre 1940. Molti vennero rastrellati dai fascisti e dai nazisti ed inviati nei campi di sterminio, ma alcuni riuscirono a nascondersi e a partecipare alla lotta partigiana anche a costo della propria vita. Questo pezzo di storia italiana è misconosciuta anche per il disinteresse dimostrato in questi anni dall'ANPI e dagli Istituti di Storia.

Nell'autunno del 1943 nel Nord Italia le famiglie sinte e rom scappano dai campi di concentramento e si nascondono. Ma alcuni lasciano le famiglie e si uniscono ai partigiani per combattere e sconfiggere i fascisti e i nazisti. Altri aiutano da patrioti le formazioni partigiane.

La ricerca sul ruolo svolto dalle persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom è ancora lontana dall'offrire un quadro completo sull'impegno in particolare dei sinti per la sconfitta del fascismo e del nazismo. Ecco l'elenco aggiornato delle persone che parteciparono alla Liberazione


Giuseppe “Tarzan” Catter
Partigiano combattente
Nato in Provincia di Cuneo nel 1923, Giuseppe di mestiere faceva l'orologiaio. Si unì ai partigiani con il nome di battaglia di “Tarzan”. A 21 anni, nel 1944, è stato catturato dai fascisti sul Colle San Bartolomeo, nelle Alpi Liguri. Fu portato ad Aurigo (IM) e torturato affinché parlasse. Tarzan non parlò e venne ammazzato. A lui, eroe partigiano e Medaglia al Valore, fu intitolata la sua Brigata combattente.

Amilcare “Taro” Debar
Partigiano combattente
Nato a Frossasco nel 1927, aveva sedici anni quando entrò come staffetta, nelle Formazioni Garibaldi. Sfuggito alla fucilazione, raggiunse le Langhe, dove divenne Partigiano combattente con il nome di “Corsaro” nella 48° Bgt. Garibaldi “Dante Di Nanni”, partecipando alla Liberazione di Torino. Taro ricevette il diploma di Partigiano dalle mani del Presidente Sandro Pertini.

Renato “Zulin” Mastini
Martire di Vicenza
Nato a Copparo (FE) nel 1924, svolge l'attività di spettacolo viaggiante. Nell'agosto del 1944 con il nome di battaglia “Zulin” entra a far parte nella seconda brigata “Damiano Chiesa” e partecipa ad azioni della "F. Sabatucci". Viene fucilato a Vicenza l'undici novembre 1944.

Walter “Vampa” Catter
Martire di Vicenza
Nato a Francolino di Ferrara nel 1914, di professione circense, entra a far parte della seconda brigata “Damiano Chiesa” con il nome di battaglia “Vampa”. Il 22 ottobre 1944 la Brigata Nera di Camposampiero irrompe nella sua campina e lo arresta insieme a Renato “Zulin” Mastini, Lino “Ercole” Festini e Silvio Paina. Viene fucilato a Vicenza l'undici novembre 1944.

Lino “Ercole” Festini
Martire di Vicenza
Nato a Milano nel 1916, di professione musicista-teatrante, entra a far parte della seconda brigata “Damiano Chiesa” con il nome di battaglia “Ercole”. Arrestato il 22 ottobre 1944, insieme agli altri tre Martiri sinti, viene incarcerato a Camposampiero (PD) e torturato dal famigerato fascista Nello Allegro. Viene fucilato a Vicenza l'undici novembre 1944.

Silvio Paina
Martire di Vicenza
Nato a Mossano (VI) nel 1902, di professione circense entra a far parte della seconda brigata “Damiano Chiesa” grazie al Zulin. Arrestato il 22 ottobre 1944. Insieme agli altri tre Martiri sinti dopo Camposampiero, fu trasferito a Piazzola sul Brenta, nei sotterranei di Villa Camerini trasformati in carcere, dove le SS proseguirono a torturarli. Torture alle quali prese parte anche il federale Vivarelli. Viene fucilato a Vicenza l'undici novembre 1944.

Giuseppe “Tzigari” Levakovich
Partigiano combattente
Nato a Bue in Istria nel 1902, partecipa alla Guerra in Etiopia. Ritorna in Italia, ma la sua famiglia, in quanto rom, è internata a Mangone (CS). Nell'estate del 1944 sua moglie Vilma viene arrestata e inviata nel campo di concentramento a Dachau. Lui riesce a fuggire ed entra a far parte della brigata “Osoppo” con il nome di battaglia Tzigari. History Channel ha realizzato un documentario.

Vittorio “Spatzo” Mayer Pasquale
Partigiano combattente
Nato a Appiano sulla Strada del Vino (BZ) nel 1927, poeta e musicista. La sua famiglia viene braccata dai fascisti perché sinti, la madre Giovanna con la sorella Edvige vengono arrestate e uccise nel campo di concentramento di Bolzano. Riesce a salvarsi nascondendo la sua appartenenza alla Comunità sinta estrekárja bolzanina e si unisce, diciassettenne, ai partigiani in Val di Non con il nome di battaglia di Spatzo, passero in lingua sinta.

Giacomo Sacco
Partigiano combattente
Racconta Giacomo: “Mi catturarono con altre 17 persone mentre andavo a manghel. Al passo del Turchino ci liberarono i partigiani. Decisi di rimanere con i partigiani, per partecipare alla liberazione di Genova e lottare contro i fascisti e nazisti, condividendo gli ideali dei partigiani. Fui l’unico sinto della brigata e fui usato come staffetta. Venni a conoscenza di un altro sinto combattente che era un capo, visto che guidava gli attacchi.”

Rubino Bonora
Partigiano combattente. Ha combattuto nella Divisione “Nannetti” in Friuli Venezia Giulia

Mirko Levak
Patriota. Scappato dal campo di concentramento si unisce ai partigiani in Istria e in Friuli Venezia Giulia

Fioravante Lucchesi
Partigiano combattente. Ha combattuto tra Modena e Bologna nella Divisione “Modena Armando”

Osiride Pevarello
Patriota. Operò tra Padova e Vicenza.

Archilio Pietro “Balino” Gabrielli
Patriota. Operò tra Vicenza e Belluno con il nome di “Piero”.

I Leoni di Breda Solini
Gruppo combattente formato unicamente da sinti italiani, fuggiti dal campo di concentramento di Prignano sul Secchia (MO), operò nel mantovano.

Questo è il secondo elenco che pubblico dopo quello del 2013, vuole essere di stimolo alle Istituzione che devono finanziare la ricerca storica e alle Comunità sinte e rom a raccogliere le storie raccontate dalle nonne e dai nonni che vissero quegli anni tremendi. Segnalo il lavoro svolto da Irene Rui, insieme ad Erasma Vincenzina Pevarello nella ricostruzione dell'eccidio di Vicenza e ringrazio Luca Bravi per il lavoro di raccolta delle fonti orali fatto durante il progetto Memors. di Carlo Berini


1 commento:

Unknown ha detto...

Magnífico artículo. Gracias!