mercoledì 15 aprile 2020

Roma, vi chiediamo ancora aiuto


Siamo arrivati a 11 mila euro grazie alle sottoscrizioni di molti. Dal 26 marzo scorso, quando ancora né il governo, né le regioni né i comuni avevano preso atto che molte persone stavano cominciando a non avere più neppure il necessario per sfamarsi, la associazione di cui faccio parte, Cittadinanza e Minoranze, ha lanciato una richiesta di aiuto. Una artigianale sottoscrizione che in dodici giorni ha raccolto una cifra che, francamente, noi stessi non ci aspettavamo ma, soprattutto, ha immediatamente trasformato quella stessa cifra in aiuti a qualche centinaia di famiglie.

Poca cosa, direte. In effetti, si tratta di piccoli aiuti, al massimo cento euro, oppure, grazie a Nonna Roma, una associazione di volontari amica e sodale, pacchi alimentari portati a oltre cento famiglie rom che vivono in stabili occupati, dopo essere stati scacciati dalla cartiera della Salaria e da Camping River.

Poca cosa. Ma pur sempre qualcosa per tirare avanti mentre i buoni spesa al momento sono ancora solo una sterminata piramide di fogli di carta di domande protocollate sulle scrivanie dei municipi.

La vicenda dei buoni spesa va però raccontata.


Il 31 marzo il governo, con tutte le sue propaggini territoriali, si accorge che le persone cominciano a non avere più i soldi neppure per fare la spesa e stanzia una cifra congrua (rimpolpata in seguito anche da ulteriori integrazioni regionali) a chi farà richiesta compilando un certo modulo.

Il modulo, ben tre fogli, è piuttosto complesso e inoltre bisogna inviarlo online. Naturalmente, così come a scuola non tutti hanno il computer per poter seguire le lezioni (quindi i bambini rom dei campi che andavano a scuola sono stati di punto in bianco privati del loro diritto garantito dalla costituzione) nemmeno tra gli adulti rom le nuove tecnologie spopolano.

Così, la mia associazione assieme ad altre, inizia a compilare quel gran mucchio di carte. Non solo: per ciascuna domanda occorre allegare il documento di identità e poi firmarle. Un lavoro pazzesco cominciato di buona lena.

Noi, nel nostro piccolo, ne abbiamo smaltite un centinaio o forse più ma ora sta arrivando il contraccolpo. I rom che abbiamo aiutato a fare la domanda ora domandano a noi perché a loro ancora non è arrivato un bel niente e se possiamo sollecitare. Ma chi dobbiamo sollecitare? Cosa possiamo fare?

Allora, come muli, andiamo avanti sul ciglio di una strada tutta in salita e Marco riesce a ottenere dal comune un certo numero di mascherine da distribuire nei campi e, udite udite, ben cento colombe pasquali.

Cristina scopre che al campo di Candoni il Municipio 14 ha inviato dei volontari che hanno fatto compilare a tutti un modulo molto semplificato per i buoni spesa, che non implica neanche il controllo dei documenti, dicendo che saranno loro a recapitare i buoni.

Anna continua a riempire moduli, a sollecitare donazioni, e a rispondere impotente ai rom che la chiamano per sapere quando potranno avere il loro buono, che Pasqua si avvicina e non c’è né festa né pranzo per nessuno.

Nino compila bonifici dalla mattina alla sera e il nostro conto è sempre a saldo zero.

Per chi vuole aiutarci a riempirlo di nuovo, almeno un po’, ecco le coordinate: IT50V0538703241000035100781, inserendo nella causale “donazione per i rom” e il proprio indirizzo di posta elettronica per potervi inviare il resoconto di quanto raccoglieremo e di come impiegheremo il danaro raccolto. L’importo dei versamenti potrà essere portato in detrazione nella dichiarazione dei redditi allegando copia dell’attestazione del bonifico.

1 commento:

:Ernesto Rossi ha detto...

Non essendo credente, nessuna benedizione.
Un grande abbraccio sì, per la solidarietà.