Da alcune settimane continuano le polemiche a Bolzano sui processi di integrazione abitativa delle famiglie Sinte e Rom. La polemica si è scatenata dopo l’intervento del Direttore della Caritas e dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bolzano che accusavano l’IPES (azienda locale per gli alloggi popolari) di concentrare Rom, Sinti ed immigrati.
«Sono d’accordo sui rilievi mossi all’Ipes dal direttore della Caritas Mauro Randi - precisa l’assessore Patrizia Trincanato - perché la decisione di convogliare numerose famiglie di nomadi negli stessi edifici di Firmian è errata. Sono famiglie diverse dalle altre in termini di tradizioni, cultura abitativa e modi di vivere». In una sola scala dell’edificio Ipes di via Mozart, si trovano addirittura otto appartamenti di nomadi su dieci
Il presidente dell’Ipes, Albert Pürgstaller, non si tira indietro e dichiara: «Al momento non vedo vie d’uscita. Non posso cambiare la legge. Da una parte c’è la graduatoria degli aventi diritto, dall’altra gli appartamenti disponibili. Le due cose vanno avanti di pari passo».
Il Comitato inquilini non molla e chiede una modifica urgente della legge per l’assegnazione degli alloggi: «Non è possibile che il 35% degli appartamenti disponibili vengano assegnati a cittadini stranieri a scapito di chi in Alto Adige è nato e vissuto».
«Qui ognuno dice la sua - precisa Ponte - e gli unici a rimetterci siamo noi. Sono mesi che stiamo sul chi va là, mesi che spieghiamo all’Ipes che così non va, mesi che denunciamo le difficoltà di convivenza tra famiglie nomadi ed immigrati e nessuno ci sta ad ascoltare. Temevamo che proprio a Firmian la questione potesse aggravarsi ulteriormente e sapendo che devono consegnare un maxi caseggiato con altri 91 alloggi abbiamo messo le mani avanti. Per settimane abbiamo chiesto ai vertici dell’Istituto di darci l’elenco dei futuri inquilini che però non ci hanno mai consegnato. Poi si è mossa An, ha presentato un’interrogazione provinciale, ed ecco qui i dati che parlano chiaro».
Il Presidente dell’associazione Nevo Drom, in un’intervista rilasciata ad un’emittente televisiva in lingua tedesca ha chiesto a tutti di placare i toni troppo accesi. «È giusto il comportamento del presidente del Ipes che tratta ogni famiglia in maniera eguale».
«È però da sottolineare che ad oggi – continua Radames Gabrielli – le famiglie Sinte e Rom non hanno scelta: o la segregazione nel “campo nomadi” o l’integrazione nell’alloggio popolare. Noi chiediamo che siano implementate diverse possibili scelte abitative, costruite con le stesse famiglie. Ad esempio: la realizzazione di microaree e l’agevolazione per l’acquisto di piccoli terreni, dove si possa riunire la famiglia allargata»
«Certo è che nessuna famiglia Rom e Sinta vuole continuare a vivere nei cosiddetti “campi nomadi” e che per molte famiglie Sinte e soprattutto Rom, la scelta dell’alloggio popolare è stata vincente anche grazie al lavoro svolto da Caritas e Comune di Bolzano anche con il progetto “Vicini di Casa”».
3 commenti:
SINTI ... LEGNA DA ARDERE
ciao Anonimo, il tuo commento sarà segnalato alla Polizia postale.
Die Sinti, welche neben uns Ihr Lager aufgeschlagen haben, sind nun schon über ein jahr dort, Sie machgen keine Probleme, sind ruhig und nett. Sie wollen zwar keinen Kontakt zu Ihren Nachbarn, aber auch das ist ja in Ordnung.
Kommentare wi"Verschwindet..." oder ähnliches sind gegenüber dieser Bevölkerungsgruppe völlig fehlgeleitet und unnötig.
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