Ieri
mattina, 4 dicembre 2020, dopo una lunga malattia è scomparsa Marsilia Del Bar l'ultima
mantovana appartenete alla minoranza linguistica sinta sopravvissuta al tentativo di genocidio subito durate il fascismo e il nazismo.
Marsilia è nata il 20 gennaio 1942 nella grande famiglia dello
spettacolo viaggiante dei De Barrè. É stata una protagonista nella
Comunità sinta mantovana fin dalla fine degli Anni Settanta, insieme
al marito Rodolfo. Oggi tutta la Comunità sinta mantovana piange la
scomparsa di una grande donna che con il suo impegno e la sua tenacia
ha offerto a Mantova un esempio di determinazione e fermezza,
affrontando con dignità e coraggio le avversità della vita. I
funerali si terranno in forma privata lunedì mattina a San Silvestro
di Curtatone.
Marsilia
nasce nel campo di concentramento per sinti italiani di Prignano
sulla Secchia in provincia di Modena dove la sua famiglia è
rinchiusa dall'autunno del 1940 quando il Ministero dell'Interno diede
l'ordine di internamento di tutti i sinti e i rom italiani. Secondo
Giuseppe Landra, responsabile dell'Ufficio studi sulla razza, le
persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta potevano
“infettare la razza italiana”. All'anagrafe il suo cognome
diventa Del Bar. Nel settembre del 1943, dopo l'armistizio, la sua
famiglia scappa dal campo di concentramento e vive nascosta fino alla
fine della guerra nel modenese e nel mantovano.
Alla
fine degli Anni Cinquanta sposa Rodolfo Ornato e insieme formano la
grande famiglia dei Del Bar con la nascita di Norma, Davide, Sandro,
Nada, Denis, Barbara, Yuri e successivamente con la nascita di nipoti
e pronipoti. Marsilia e Rodolfo svolgono per molti anni l'attività
dello spettacolo viaggiante nel mantovano e nelle province limitrofe.
Durante la crisi economica degli Anni Settanta lo spettacolo
viaggiante entrò in una grande crisi e si stabilirono a Mantova
iniziando l'attività di commercio di pizzi e di materiali ferrosi.
Marsilia si occupava del commercio dei pizzi e di merceria battendo
tutta la provincia di Mantova e anche oltre. Un'attività svolta
dalla maggior parte delle donne appartenenti alla minoranza. La crisi
economica accompagnata dal mancato sostegno dello Stato allo
spettacolo viaggiante fecero perdere al Paese un capitale sociale,
economico e culturale insostituibile.

A
Mantova Marsilia e Rodolfo vivono con altre famiglie sinte mantovane
in Strada Bosco Virgiliano. A metà degli Anni Settanta, insieme a
don Albino Menegozzo, formano la prima associazione per rappresentare
i bisogni della Comunità sinta mantovana. Sono anni difficili e
l'impegno di Marsilia e Rodolfo porta ad aprire un primo confronto
con il Comune di Mantova per la realizzazione di una piccola area
dotata di servizi igienici dove posizionare le carovane e le roulotte
delle famiglie appartenenti alla minoranza. Marsilia con il suo
temperamento battagliero diventa punto di riferimento tra le donne
della comunità.
A
metà degli Anni Ottanta, dopo un decennio di incontri con il Comune
di Mantova, viene realizzato il cosiddetto “campo nomadi” in
viale Learco Guerra, grazie ad un finanziamento regionale. L'area,
lontana dalla città e tagliata nel mezzo dal canale di scolo del
depuratore, è in terra battuta con una piccola struttura in muratura
dotata di due docce e quattro turche a cielo aperto. Marsilia e
Rodolfo sono i primi ad entrare nell'area ma capiscono immediatamente
che il “campo nomadi” è una forma di segregazione dove non ci
può essere un futuro. Vendono la piccola giostra che era loro
rimasta e comprano una piccola proprietà in zona Trincerone dove si
stabiliscono. Il Comune di Mantova si oppone, ordina all'ENEL di
interrompere il servizio di energia elettrica e inizia una guerra
legale per cacciarli dalla loro proprietà. Marsilia e Rodolfo non si
arrendono e ottengono giustizia in tribunale.
A
pochi mesi dalla vittoria in tribunale, il 26 marzo 1989 Rodolfo
improvvisamente viene a mancare. Un colpo durissimo per Marsilia che
a quarantasette anni rimane sola con sette figli. Yuri che sarà
eletto nel 2005 consigliere comunale, è un bambino di undici anni. Lo
sconcerto e il dolore pervade tutta la comunità che si stringe a
Marsilia. La perdita del marito costringe Marsilia a dover ritornare
con tutta la famiglia nel cosiddetto “campo nomadi”. Gli Anni
Novanta sono anni di sacrifici per i figli a cui non fa mancare nulla
ma anche di gioia per la nascita dei primi nipoti. Sono anni in cui
Marsilia non farà mancare il suo impegno politico che porterà nel
1996 alla nascita dell'associazione Sucar Drom con l'obiettivo di
dare alla Comunità sinta mantovana uno strumento per la conquista
dei diritti di minoranza linguistica.
Alla
fine degli Anni Novanta l'associazione si impegnerà per il
riconoscimento del Porrajmos. Si raccolgono le testimonianze e si
individuano i luoghi d'internamento delle persone appartenenti alla
minoranza linguistica sinta e rom in Italia. Marsilia non ricorda
nulla di quegli anni in cui era una bambina appena nata ma serba i
racconti dei fratelli più grandi, lo zio Jeka e lo zio Mauri che
insieme al libro scritto dallo zio Gnugo fanno individuare il campo
di concentramento dove da bambini erano internati. Nel 2010
l'associazione Sucar Drom è promotrice della posa della prima Lastra della Memoria dei sinti vittime del Porrajmos nel luogo dove sorgeva
il campo di concentramento di Prignano sulla Secchia, ora sede
dell'Amministrazione comunale.
L'ultimo
atto politico di Marsilia è nel 2013 quando scrive una lettera aperta al consigliere regionale Riccardo Decorato che propone una legge razzista per colpire le persone appartenenti alla minoranza.
Una legge che non vedrà mai la luce.
Oggi
tutta la Comunità sinta mantovana piange la scomparsa di una grande
donna che con il suo impegno e la sua tenacia ha offerto a Mantova un
esempio di determinazione e fermezza, affrontando con dignità e
coraggio le avversità della vita.
Al
dolore della sua scomparsa si aggiunge il dolore di non aver visto le
Istituzioni, a partire dal Comune di Mantova, chiedere scusa a
Marsilia per aver subito la persecuzione razziale durante il
fascismo. La ricordiamo il 27 gennaio dell'anno scorso che seppur
provata dalla lunga malattia ha voluto essere presente alla
commemorazione del Porrajmos al Binario 1 della Stazione di Mantova
dove partivano i treni dello sterminio.
Ciao
Marsilia, rimarrai nei nostri cuori.
Associazione Sucar Drom