sabato 20 ottobre 2007

Roma, muore la prima bambina rom per il freddo

Una bimba rom rumena di due mesi è morta all'alba a Roma in una baracca sulle sponde del fiume Tevere, all'altezza di piazzale della Radio, nel quartiere Marconi.
La bimba potrebbe essere morta a causa delle basse temperature registrate la scorsa notte nella capitale. Ad avvertire il 118 è stata la mamma della bambina, preoccupata che la piccola non respirava più.
Il medico legale non ha riscontrato segni di violenza sul corpo della bimba e questo fa ritenere plausibile l'ipotesi di una morte naturale o di un decesso causato dal freddo e dalle precarie condizioni di vita della comunità rom che si è accampata in alloggi di fortuna in riva al Tevere.
Durante l’autunno e l’inverno di ogni anno a Roma muoiono diversi bambini rom per il freddo e per incendi causati dalle precarie situazioni abitative. Speriamo che oggi, vista l’attenzione mediatica sulla questione rom, il Comune di Roma e la società civile si attivino e trovino delle soluzioni dignitose.

3 commenti:

u velto ha detto...

«Ciak ... Si muore sul Tevere». Recitano così i due striscioni che campeggiano davanti all'ingresso della Festa del Cinema di Roma, all'uscita dell'attesissimo incontro-conferenza con Jane Fonda. A manifestare un centinaio di ragazzi della “Factory Occupata” di Via Riva Ostiense, in ricordo del piccolo Francesco, il bimbo morto sabato scorso in una tenda posizionata sulla riva del fiume a pochi passi dall'acqua. «Questo bimbo di due mesi muore per il freddo -sottolineano i manifestanti in un volantino distribuito agli spettatori della Festa- mentre nella città si celebra la Festa simbolo della fastosità veltroniana. Lo spettacolo non può andare avanti, va fermato. L'unica promessa che ci sentiamo di fare è che cercheremo di far ascoltare la città di sotto e di far rispettare il diritto alla vita, alle vite invisibili e nascoste come quella del piccolo Francesco»
Roma, 22 ottobre (Adnkronos)

Anonimo ha detto...

Premesso che i genitori sono responsabili per lo stato in cui vivono i propri figli e che le strutture italiane sottraggono i figli a quelle famiglie italiane che non hanno mezzi di sostentamento idonei alla crescita naturale dei propri figli.
Mi domando però come si possa giungere a concepire una simile frase che la dice lunga sul valore che alcune persone danno alla vita umana:
"La bimba potrebbe essere morta a causa delle basse temperature registrate la scorsa notte nella capitale. Ad avvertire il 118 è stata la mamma della bambina, preoccupata che la piccola non respirava più."
Avete letto bene chi ha avvertito il 118? "la mamma della bambina".
Avete letto bene perchè ha avvertito il 118? "preoccupata che la piccola non respirava più".
PREOCCUPATA? Dio Santo ma come si può essere preoccupati quando una figlia non respira? forse si è DISPERATI!
Mi auguro sia una distrazione dell'estensore del post... ma ho i miei dubbi in merito.

u velto ha detto...

ciao Anonimo, la tua premessa è errata. Le leggi italiane non permettono di sottrare i figli alle famiglie in difficoltà economiche. Al contrario la legge impone agli Enti Locali di sostenere le famiglie in difficoltà. L'unità della famiglia è un bene primario, sancito dalla costituzione e ribadito ultimamente dal Ministro Bindi all'ONU.
Il "preoccupata" è un errore di chi ha scritto il post, la mamma della bambina era ed è disperata.