Ieri Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, si è presentato alla Conferenza Europea sulla Popolazione Rom in qualità di docente all'Università per stranieri di Perugia. Era stato inserito nel programma iniziale per offrire un quadro sulla presenza di Rom e Sinti in Italia e i Europa, attraverso una ricostruzione storica.
E subito è partito male affermando: «Chiarisco subito che in questa mia relazione utilizzerò per parlare delle popolazioni, rom, sinti e camminanti, il termine “zingari”. Questo termine, con le sue varianti linguistiche, è usato da secoli in tutta l’Europa per definire queste popolazioni. E’ una definizione coniata dalla cultura “non zingara” che è poi entrata nel linguaggio comune. Di per sé il termine “zingaro” non racchiude alcuna sfumatura negativa o dispregiativa».
Spieghiamo a Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio e docente all'Università per stranieri di Perugia, che utilizzare l’eteronimo “zingari” ma anche l’eteronimo “nomadi” sono evidenti forme di discriminazione razziale.
Questi termini hanno fortissimi limiti concettuali che si possono identificare su due piani diversi: in primo luogo sono denominazioni costruite e decise da appartenenti alla società maggioritaria (in senso numerico) che applicano una vecchia necessità etnocentrica di categorizzazione; in secondo luogo, questi termini, non sono in grado di designare con precisione le popolazioni sinte e rom, presenti in Italia, perché non hanno una definizione semantica precisa.
Il divario che esiste tra la classificazione “colta” degli studiosi e quella propria delle popolazioni rom e sinte non è mai stato superato ed è dovuto al fatto che i due gruppi hanno interessi molto diversi.
Il primo deve categorizzare per dare risposte compiute sostenute da metodologie scientifiche; il secondo deve semplicemente chiamare per nome una realtà concreta, contingente, estremamente prossima: la sua stessa vita quotidiana.
Più precisamente si dovrebbe segnalare anche un minor interesse dei Rom e dei Sinti a fornire dati per l'identificazione "arbitraria" da parte degli appartenenti alla società maggioritaria. Questo perché, ad oggi, pochi sono i progetti che vedono protagonista la partecipazione attiva degli stessi Sinti e Rom.
Nessuno è riuscito fino ad ora a proporre elementi comuni alternativi che giustifichino sia il termine "nomadi" che il termine “zingari” tanto che è quasi lecito affermare che queste parole non significhino niente perché non designano nulla. Categorie, quella dei “nomadi” e quella degli "zingari" inventate da appartenenti alla società maggioritaria per porre di fatto i Sinti e i Rom a distanza dal “normale cittadino”.
Per i prossimi interventi chiediamo a Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio e docente all'Università per stranieri di Perugia, di utilizzare gli autonimi Rom, Sinti, Kalé, Manouche e Romanichals per designare le popolazioni presenti in Europa e di utilizzare gli autonimi Rom e Sinti per designare le popolazioni presenti in Italia.
20 commenti:
L'Istituto di Cultura Sinta è disponibile ad aiutare gli studiosi per evitare di affermare concetti errati sulle popolazioni rom, sinte, kalé, manouche e romnichals.
'Zingari' potrebbe derivare da 'Gitani', che potrebbe a sua volta derivare da 'Egiziani'. Questo avevo trovato su un dizionario. Gli abitanti dei paesi in cui i Rom si trasferivano, li credevano provenienti dall'Egitto, quindi da qui il termine 'Egipzi' o 'Gipsy' o 'Gitani'. Termini che poi hanno dato origine a 'Zingari'. Non so fino a che punto sia una notizia attendibile. Ciao.
C64
"Zingari" deriva da "atighanoi" setta eretica dell'asia minore, secondo alcuni studiosi il termine si potrebbe tradurre in "intoccabili".
Trovo giusto utilizzare i termini giusti, che sono quelli da voi proposti: tuttavia il vostro testo mi sembra un tantino troppo duro, a partire dal titolo, tanto più che voi stessi dite che Pagliazzo ha specificato che il termine da lui usato è un eteronimo, riassuntivo, non specifico e non significativo, preso dall'uso comune. alle volte, credo, sia necessario ammettere nella comunicazione alcune semplificazioni, soprattutto quando si specifica che le stesse non vogliono avere connotazioni discriminatorie, che infatti non hanno avuto, in molti casi, nella storia del rapporto con la cultura maggioritaria: altre volte ciò è accaduto, tuttavia e purtroppo, non credo che attribuire un diverso nome avrebbe cambiato qualcosa.
Renato
Li chiamavano Egizi perché era un termine che indicava quasi lo stupore di vedere popolazioni sconosciute e che rimanendo un pochino isolate creavano mistero intorno ai luoghi da cui provenivavo.
c64
Ho cercato qualche notizia e riporto una conclusione magari un po' fantasiosa.
Le migrazioni potrebbero essere avvenute in due direzioni: una attraverso l'Asia Minore e i Balcani fino al Centro Europa e all'Euoropa occidentale (fino alla Francia); un'altra attraverso l'Egitto e le coste dell'Africa Settentrionale fino allo Sretto di Gibilterra e quindi in Spagna.
In Francia, ad esempio, si dice ''Bohemien'' oltre che ''Gitan''. Dunque si usano due termini abbastanza diversi. L'uno, ''Bohemien'', potrebbe derivare da Boemia (una zona, se non dico errato, della attuale Repubblica Ceca, al confine con la Germania); l'altro, ''Gitan'', potrebbe invece derivare dallo spagnolo ''Gitano'', che a sua volta, stando al vocabolario, deriverebbe dal latino parlato ''(Ae)gitanu(m)''.
Perché due termini diversi, in Francia? Forse perché le migrazioni sono confluite fino in Francia e in Spagna da direzioni diverse, una a Nord e una a Sud?
c64
ciao Renato, mi dispiace che tu ritenga troppo duro l'articolo ma da circa un decennio continuiamo a spiegare questo concetto.
alla stessa conferenza chi voleva "semplificare" ha utilizzato il termine "Roma" che appare in diverse risoluzioni europee ed internazionali.
per altro affermare: «Di per sé il termine “zingaro” non racchiude alcuna sfumatura negativa o dispregiativa» è una bugia perchè i Sinti e i Rom sentono come dispregiativo il termine "zingari" ma anche il termine "nomadi".
la tesi della semplificazione comunque non regge.
prova ad immaginare se in un convegno negli Stati Uniti sugli italo-americani, chi fa l'intervento di introduzione utilizzasse il termine "mafiosi" per "semplificare"...
tu cosa risponderesti?
ciao Carlo64, per la storia puoi leggere la seguente pagina: http://www.sucardrom.eu/cenni.html
Oh cavoli! E' probabile che l'avevo già visto e me n'ero dimenticato!
Ci sono proprio le migrazioni che dicevo, sia da nord, in due rami, uno più orientale e uno più occidentale, e a sud, attraverso Gibilterra.
Adesso mi rileggo tutto, grazie.
c64
Credo che siamo davvero pochi a non aver pregiudizi nei confronti dei sinti, rom, ecc, e a condividere con loro un cammino ognuno nelle proprie città. Allora perchè perder tempo a far la "guerra" fra di noi e, fra l'altro, per problemi terminologici quando c'è molto da fare per aiutare i nostri amici a vivere meglio e i nostri concittadini a cambiare mentalità.
ciao Nadia, noi non facciamo guerre. non crediamo che Sant'Egidio sia nostro nemico. non crediamo che Marco Impagliazzo sia un nostro nemico.
crediamo che Sant'Egidio, come tante altre associazioni, sia una risorsa importante per i Sinti e i Rom.
crediamo però giusto esprimere ciò che pensiamo, senza censure.
dobbiamo lavorare perchè si possa organizzare un coordinamento tra tutte le associazioni per trovare i punti di sintesi condivisi e insieme costruire percorsi di interazione e partecipazione diretta.
...ma per lavorare insieme occorre cercare ciò che unisce e non evidenziare ciò che divide, altrimenti nascono le inimicizie e non le collaborazioni. Nessuno mette in discussione la libertà di esprimere il proprio pensiero, ma proprio perchè il lavoro di S. Egidio come quello di Sucar Drom è una risorsa importante, sarebbe più utile un dialogo costruttivo anzichè distruttivo del lavoro altrui.
ciao Nadia, non ci sembra di essere stati distruttivi, infatti non abbiamo certo intentato una causa legale per discriminazione razziale.
abbiamo semplicemente spiegato il perchè utilizzare il termine "zingari" sia sbagliato e discriminante.
sappiamo che a Roma c'è qualcuno che divide il mondo in "amici" e "nemici" e le "guerre" sono la normalità ma noi non condividiamo tale impostazione e non siamo gli ipocriti del "politicamente corretto".
non abbiamo criticato Sant'Egidio ne vogliamo fare una crociata contro il suo Presidente, abbiamo solo spiegato che utilizzare il termine "zingari" è scorretto.
e siccome lo scriviamo da una ventina di anni ci è sembrato strano che ancora oggi qualcuno si ostini ad utilizzarlo, soprattutto nella prolusione iniziale della Conferenza Europea sulla Popolazione Rom e ripeto Rom e non "zingara".
tutti i ricercatori del nostro Istituto utilizzano i termini corretti e mai vi sono stati problemi di comprensione o scrittura.
concludiamo dicendo che siamo d'accordo con te quando dici che per lavorare insieme bisogna si ricercare ciò che unisce ma, affermiamo noi, senza però essere ipocriti, perchè altrimenti si lavora sull'effimero e non si costruisce un rapporto serio, chiaro e duraturo.
- «Chiarisco subito che in questa mia relazione utilizzerò per parlare delle popolazioni, rom, sinti e camminanti, il termine “zingari”.
- Questo termine, con le sue varianti linguistiche, è usato da secoli in tutta l’Europa per definire queste popolazioni.
- E’ una definizione coniata dalla cultura “non zingara” che è poi entrata nel linguaggio comune.
- Di per sé il termine “zingaro” non racchiude alcuna sfumatura negativa o dispregiativa»
Credo che sia un difetto della comunicazione.
1. Si chiarisce che nella relazione si utilizzerà un termine;
2. si dice che questo termine è usato da secoli, che è usato con varianti linguistiche e che è usato in tutta l'Europa;
3. si chiarisce che è una definizione coniata dalla cultura ''non propria di quel termine'' e
4. si chiarisce che questa definizione è poi entrata nel linguaggio comune;
5. e infine si conclude che il termine non racchiude alcuna sfumatura negativa o dispregiativa.
Dunque, dalle premesse, si dovrebbe concludere che il termine non ha sfumature negative.
Ma però queste premesse non vogliono affatto dire che il termine non ha sfumature negative. Ecco dunque secondo me dove sta il punto: è vero che uno può usare un certo termine spiegandone i motivi; è vero che il termine in questione è usato da secoli, in varianti linguistiche e in tutta Europa; è vero che è entrato nel linguaggio comune. Però è anche vero che il vocabolario dice che nell'uso popolare è usato anche in senso dispregiativo.
Dunque un po' più di attenzione forse ci voleva.
Comunque al di là delle intenzioni mi sembra un errore comunicativo. Dunque penso che la mediazione sia importante per tutti.
c64 (reparto logistica).
ciao Carlo64, la nostra critica è formulata su tre concetti
1) Il termine "zingari" è un eteronimo, ovvero un termine dato da altri che non sono ne Rom ne Sinti; chi utilizza questo termine si pone in una posizione etnocentrica e tanti sono stati i danni. un esempio: se un antropologo vive per due anni con una comunità di Rom Lovara e poi utilizza nel libro che scrive il termine "zingari", descrivendo quella singola comunità di Rom Lovara, chi leggerà penserà che tutte le minoranze Rom e Sinte hanno tratti culturali che sono propri solo dei Rom Lovara. in termini pratici poi succedrà che il sindaco del Comune di Cremona, dove ci sono solo dei Sinti Lombardi, penserà di fare bene leggendo un libro che in effetti parla di una minoranza molto diversa da quella effetivamente presente nel suo territorio.
2) Impagliazzo nell'intervento riportato sul sito di Sant'Egidio, afferma: «Di per sé il termine “zingaro” non racchiude alcuna sfumatura negativa o dispregiativa.», avrebbe potuto dire: utilizzo questo termine non in maniera dispregiativa anche se so che viene comunemente (esempio: "sei sporco come uno zingaro", "ti comporti come una zingara"...) utilizzato in maniera dispregiativa.
3) Possibile che in tutta Europa utilizzano solo i termini "Roma and Sinti" o solo "Roma" e quì in Italia sia così difficile; la scusa più "accreditata" è che ci sono così tante minoranze che diventa difficile in un discorso pubblico o in un testo nominarle tutte correttamente, fatto sta che i nostri ricercatori pubblicano libri da una decina di anni, fanno formazione e intervengono pubblicamente senza aver mai avuto il bisogno di "semplificare"...
Infine ricordiamo a tutti che in alcuni Paesi europei, utilizzare il termine "zingari" è reato penale.
A pansarci bene, se non mi sbaglio, nominando i vari gruppi col loro nome si dà riconoscimento a tutta la varietà di cultura rom. Però dipende anche dal contesto in cui si usa il termine. Per esempio pensavo che tra gli studiosi si potesse anche usare questa generalizzazione, ma invece capisco che - come l'esempio che avete detto - questa generalizzazione poi crea incomprensioni. Allora bisognerebbe che vi metteste d'accordo tra studiosi sui termini da utilizzare.
c64
Scusate la mia pignoleria, perché dovrei essere più pignolo con me stesso ma ho letto l'articolo di Marco Impagliazzo e mi pare che non sia esente esente dall'uso di stereotipi.
Da santegidio.org:
''In questo clima intollerante, appena mitigato durante l’illuminismo, o da leggende più positive in epoca romantica, si sono radicati alcuni stereotipi sugli zingari, destinati a incidere sul profondo della mentalità europea.''
''Identificati come gruppi dediti al vagabondaggio e all’accattonaggio, rom e sinti furono associati alla stregoneria, al rapimento dei bambini, al furto.''
''La miscela di stereotipi, pregiudizi diffusi, teorie “scientifiche”, violenze perpetrate senza remore lungo sei secoli, costituiscono la premessa ai tragici avvenimenti del XX secolo, in cui si è tentato di attuare un progetto di eliminazione totale degli zingari dal suolo dell’Europa, tanto da potersi definire genocidio.''
''La “congiura del silenzio” era accompagnata dal richiamo degli stereotipi con cui i rom erano stati identificati nei secoli.''
''Mi chiedo allora se non dobbiamo finalmente parlare di un vero e proprio antigitanismo che ha attraversato l’Europa, soprattutto nella prima parte del Novecento, nutrendosi di pregiudizi e di stereotipi coltivati per secoli.''
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Dal De Mauro versione online:
ste|re|ò|ti|po
...
3c s.m. TS ling., successione fissa di parole che assume un significato globale e autonomo | singola parola o locuzione usata secondo preconcetti diffusi in una società (ad es. in Italia tedesco per “rigido”, in Francia ital, cioè italien, per “imbroglione”, e sim.) (abbr. ster.)
zìn|ga|ro, zìn|ga|ro
...
2 s.m., estens., ster., persona senza fissa dimora o dall’aspetto trasandato e sporco
...
c64
Mi permetto di intervenire perchè riguardo al vostro intervento sul discorso di Impagliazzo. Ma di cosa stiamo parlando? Credo che si sia perso di vista il problema più importante che è quello di difendere oltre alla cultura sinta anche le persone delle varie popolazioni Rom, Sinti, Kalé, Manouche e Romnichals. A guardarsi intorno mi sembra che in Italia si respiri un un clima carico di razzismo verso le popolazioni Rom, Sinti, Kalé, Manouche e Romnichals. O se volete per brevità zingari (...perdonate il razzismo). E allora non si trova di meglio che tacciare di discriminazione razziale chi propone un discorso storico e un approccio meno appiattito sul presente e una conoscenza del problema zingari meno dettata dall’emozione del momento. Dibattiamo pure per carità, ma forse dovremmo guardare un pò più aldilà del nostro naso.
Gli zingari che chiedono l’elemosina vengono sempre più trattati male: nei loro confronti aumenta il pregiudizio e un disprezzo che mi preoccupa. Ormai l’unica soluzione proposta dalle amministrazioni locali alle problematiche dei Rom, Sinti, Kalé...ecc. ecc. è quella degli sgomberi forzati e noi siamo qui a disquisire sulla terminologia esatta della “categorizzazione delle popolazioni sinte e rom”. Francamente mi sembra un po’ poco. Il problema forse, è fare fronte comune contro una cultura razzista e non inventarsi un nemico tra quelli che gli zingari vogliono difendere. Altrimenti il razzismo, quello vero, quello che colpisce senza a stare a guardare se uno è Rom, Sinti, Kalé, Manouche e Romnichals, si farà beffe di noi.
ciao Carlos, non penso che l’intervento di sucardrom riguardi una questione di poco conto. Chi non riconosce ai Sinti e ai Rom (in Italia non ci sono Kalé, Manouche e Romanichals) il diritto di essere denominati con gli autonimi propri, come potrà mai riconoscere tutti gli altri diritti che oggi sono negati?
E se permetti questo passo è molto più facile di tanti altri e sucardrom ha ben spiegato le motivazioni del perchè sia giusto compiere questo passo. Se tu questo passo non lo vuoi compiere “per brevità” sei libero di farlo ma permetti che sucardrom affermi che tu stai commettendo uno sbaglio.
Gli eteronimi “zingari” e “nomadi” definiscono mondi molto estranei ai Sinti e ai Rom, costruiti da appartenenti alla cultura maggioritaria (in senso numerico), che, secondo il sottoscritto, hanno portato al disastro attuale.
La prima questione che si pone i Italia è la conoscenza, perché è proprio l’ignoranza che porta al razzismo. La conoscenza può avvenire solo attraverso la partecipazione diretta dei Sinti e dei Rom. Ma la loro partecipazione è oggi di fatto negata in Italia. E credo che sarà difficile costruirla se già si parte nel modo sbagliato.
Il 2007 è stato un anno terribile che dovrebbe far riflettere tutti noi perché una parte della responsabilità è anche nostra che abbiamo lavorato in questi anni tra divisioni, guerre, personalismi…
Mi chiedo: si può unire tutte le forze per costruire un percorso condiviso? Si, secondo il sottoscritto. A patto che i Rom e i Sinti ne siano protagonisti e in molti si faccia un passo indietro. Tu sei pronto a fare un passo indietro?
Balocchiamoci pure con le parole e spariamo con disinvoltura su chi difende i Rom, Sinti, Kalé, Manouche e Romanichals e chi più ne ha più ne metta (modo più semplice per designare un gruppo umano non c'è?). Nel frattempo i campi Rom, Sinti ecc. ecc. bruciano. AVETE PROPRIO PERSO IL SENSO DELLA MISURA. Ma non vi vergognate?
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