La Sicilia è un problema? No. La mafia siciliana soltanto pone grandi problemi sia in Sicilia che fuori. La Calabria è un problema? No. La ‘ndrangheta è un problema sia in Calabria che nelle altre regioni dove si è diffusa. La camorra è un problema? Si, la camorra napoletana è un problema che bisogna cercare di risolvere, ma la Campania è una regione che ha grandi valori dei quali può gloriarsi e che si spera vengano diffusi nel resto della nazione.
Milano è un problema? Per chi è milanese lombardo è già un’offesa porre la domanda, ma anche la “locomotiva d’Italia” (lo è da un punto di vista economico) ha i suoi difetti oltre ai suoi pregi. Dieci anni dopo la guerra si cominciava a dire “veri milanesi” non se ne vedevano molti in giro. Il lavoro cresceva in continuazione, ma i figli dei lombardi erano pochi per mancanza di nascite nel territorio. Arrivarono da fuori i lavoratori e la Lombardia potè migliorare il suo tenore di vita. Però nel frattempo condivideva il metodo europeo di ridurre le nascite il più possibile. Dai due figli in ogni famiglia (tanto meglio se un maschio e una femmina) si è arrivati all’attuale media italiana di un figlio per ogni donna (precisamente 1,2). Ho parlato di Milano e della Lombardia, ma vi sono due regioni nel nord, qui in Italia, che stanno scomparendo come etnia perché mancano i due figli. Milano e la Lombardia (e le due regioni delle quali non ho fatto il nome) sono un problema?
I Rom, i Sinti e gli altri gruppi umani che vengono chiamati zingari sono un problema? No. Sono diversi e la loro diversità risulta fastidiosa alla maggioranza della popolazione. Perché? Per il motivo che essi sono diversi.
In Italia ancora oggi muoiono sulle strade sei mila persone l’anno. Che facciamo? Cinquecento omicidi ogni mese sono troppi. Che dobbiamo fare? Gli italiani sono un problema? L’Italia è un problema nel mondo? Nell’antichità circolava questa storiella: “Giove ci diede due bisacce da portare sulle spalle. In quella che teniamo davanti sono contenuti i difetti degli altri e in quella dietro stanno i difetti nostri”.
I Sinti e i Rom non sono un problema. Sono gruppi di persone che possono insegnare tante cose e che devono imparare molto dagli altri. Concludiamo che tutti siamo simili e anche diversi. Smettiamola di guardare i difetti degli altri ritenendoci migliori in tutto. Ai Rom e ai Sinti venuti molto prima in Italia vorrei dire che non ripetano ciò che diverse volte ho sentito: “Questi nuovi arrivati ci rovinano tutti quanti”. Ripetendo la lamentela si resterebbe persone chiusi nei propri difetti. Ai Gage direi di non ritenersi gli unici “civili” al mondo perché la civiltà ha tante facce, cioè tante coloriture tutte con possibilità di venire inserite armonicamente nell’insieme dell’umanità. di Mons. Antonio Riboldi (rivista annuale “Rom Sinto”, curata dal comitato per la Canonizzazione del Beato Ceferino Giménez Malla “El Pelé”)
Nessun commento:
Posta un commento