Questa mattina Vigili Urbani accompagnati da ruspe e camion si sono presentati al "campo" occupato da famiglie Rom in via Bovisasca per un’operazione definita di “alleggerimento e messa in sicurezza dell’area”. Un’operazione che ha spostato una parte delle baracche dei Rom all’altro lato del campo - lasciando sostanzialmente invariata la situazione esistente.
Ma la notizia è un’altra. È l’assemblea che ieri sera si è svolta alla Biblioteca Bovisa-Dergano, a poche centinaia di metri dall’insediamento in questione. Partecipata, preoccupata ma civile. Così è stata l’assemblea, che ha visto raccolti circa 150 abitanti del quartiere Bovisa, periferia nord di Milano, per discutere del degrado del quartiere e della convivenza con la comunità Rom che si è insediata su un terreno dismesso ma pesantemente inquinato.
Il momento di confronto, indetto da tre associazioni di quartiere (Associazione "Luca Rossi" per l’educazione alla pace e all’amicizia tra i popoli, Bovisa verde e Centro Culturale Multietnico "La Tenda") ha visto partecipare molte realtà presenti localmente.
A cominciare dai gruppi cattolici direttamente impegnati nel campo Rom (Valerio Pedroni per i padri Somaschi e sr. Claudia Biondi della Caritas), passando per scrittori, architetti, insegnanti, iscritti a partiti o gruppi politici, esponenti di comitati locali (Bovisa anti degrado), consiglieri di zona, comunali e provinciali. Ma anche un sacco di cittadini qualsiasi. E per finire un gruppo di rappresentanti della comunità Rom al centro dell’incontro, cosa che raramente si vede in queste occasioni.
La discussione, ampia e approfondita, si è soffermata in particolar modo sulla consapevolezza del doppio problema che tale situazione comporta. La presenza di un importante baraccopoli (abitata da parecchie centinaia di persone), che da sola sarebbe in grado di mettere in crisi qualsiasi comunità urbana, e la sfortuinata scelta, fatta dalle famiglie Rom, del terreno su cui insediarsi (probabilmente uno dei più pesantemente inquinati della zona) che rende estremamente pericolosa (prima di tutto per loro stessi) la permanenza.
La soluzione, secondo gli intervenuti, è molto distante dalla politica degli sgomberi ciechi (particolarmente richiesti in periodo pre-elettorale) e passa attraverso un coinvolgimento sinergico di tutte le realtà coinvolte: politiche, amministrative, di volontariato, culturali e associative, anche locali. La drammaticità delle condizioni del campo rendono urgente un intervento. Ma, data la complessità del problema, è impensabile che tale soluzione possa essere rappresentata da una stretta repressiva, magari sostenuta da realtà che rifiutano il dialogo e sfruttano strumentalmente il disagio dei residenti.
L’incontro si è chiuso con l’invito, da parte della biblioteca, ad approfondire la conoscenza della cultura Rom attraverso lo spettacolo “Rom cabaret” di Dijana Pavlovic, che verrà presto messo in scena presso la stessa biblioteca. Solo la preoccupazione dell’imminente sgombero dell’area (che i più informati già prevedevano come “dimostrativo”) turbava il clima di responsabile collaborazione. La presenza di alcune cittadine e cittadini questa mattina al momento dell’operazione di “alleggerimento” è invece servita anche ad “alleggerire” una possibile tensione tra i Rom e il quartiere - e l’impegno ad un comune lavoro per meglio affrontare questa “strana“ convivenza.
Associazione "Luca Rossi" per l’educazione alla pace e all’amicizia tra i popoli, Bovisa verde, Centro Culturale Multietnico "La Tenda"
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