martedì 29 aprile 2008

Roma, trionfa Alemanno

Terremoto a Roma, trionfa Alemanno. Basterebbe partire da qui, dal titolo scelto dai principali giornali italiani per annunciare la vittoria di Gianni Alemanno. Le parole non sono mai casuali, esprimono idee. L'idea data dai giornali è stata che il "trionfo" di Alemanno è come un "terremoto". Vi sembra una corretta immagine da dare ai lettori? Il terremoto è un atto catastrofico, quello di Alemanno è stato un trionfo. Ma perchè un simile titolo, che cosa nasconde?
Nasconde quello che Rutelli prima e Veltroni poi, le loro giunte e le loro squadre, hanno fatto a Roma. Roma: la Città del Mondo. Non solo dei romani. Quindi uno scempio più grande, che esce dal solco civico e diventa un fatto globale.
Roma è da anni precipitata in un degrado che è soprattutto urbanistico. A parte alcuni quartieri, dove si è concentrata l'azione dei due sindaci soprattutto a scopi di consenso elettorale e di appartenenza politica, i municipi sono scivolati in uno stato di abbandono sempre peggiore. Descrivo quello che ho visto e che tantissimi come me hanno cercato in questi anni di denunciare: strade piene di buche, marciapiedi pericolosi, illuminazione poca o nulla, pali della segnelatica divelti, centraline del gas e dei telefoni rotte. Poi sporcizia, raccolta dei rifiuti e pulizia delle strade scarsa, malfatta e senza soprattutto alcuna cura di educare e imporre anche norme civili. E giardini abbandonati, verde incolto ma con la pista ciclabile che in sè non sarebbe un'idea sbagliata, ma così come è stata realizzata dimostra che non vi è stata nessuna pianificazione.
Ma veniamo alle cose più direttamente collegate al tema della sicurezza: i quartieri degli immigrati, i campi nomadi e la gestione degli stranieri.
La sinistra, visto che Veltroni e Rutelli sono uniti nel centrosinistra, ha sempre sbandierato l'ideale della solidarietà. In questi anni abbiamo tutti ricevuto messaggi o sentito Veltroni predicare la sua filosofia del volontariato applicato a progetti tutti costosi e fallimentari. Lo stesso aveva fatto Rutelli prima, con le proprie modalità. Veltroni ha addirittura vantato "un modello per Roma", ci ha spiegato che aveva reso Roma una città internazionale con le "notti bianche", il Festival del Cinema e tutti gli altri eventi per cui sono state investite somme ingenti. E' vero, questi eventi ci sono stati, sono stati attrazione e vetrine, ma dietro a queste iniziative di facciata negli anni si è prodotto un degrado che io non ho visto in nessun'altra città e che riguarda i quartieri dove vive la gente più povera.
Il discorso sulla sicurezza è tutto incentrato sulla questione dei "nomadi" e degli stranieri che giungono numerosi in cerca di lavoro e molti ammettono di venire a Roma perchè le leggi sono tolleranti, quando non nulle. Così nel tempo bisognosi cittadini dell'Est europeo si sono mescolati a persone con problemi penali. Il fatto grave è che nè agli uni nè agli altri è stata offerta una dimensione di controllo, dove per me controllo sta per "umana" considerazione dei problemi. E dico subito che nei confronti anche di quei cittadini qualificati come "soggetti pericolosi", o delinquenti, a volte basta in collaborazione coi Paesi di origine, trovare per loro una dimensione che possa offrire opportunità di inserimento. L'ho verificato personalmente. Sono stata alla stazione Termini a parlare con gli stessi che la polizia mi ha sconsigliato di avvicinare. Ma io uso un metodo "antico": mi metto seduta sui gradini con loro e quelli con cui ho parlato li ho toccati cone le mani nei volti, gli ho sorriso di quel sorriso che dice "vedi la luce?". Luce di che cosa? E qui inizia il discorso che spiega il degrado di Roma e, secondo me, d'Italia.
Il nostro Paese durante i governi di centrosinistra, anche se la questione viene da lontano, è stato "privato", letteralmente privato, della dimensione religiosa. Non mi riferisco al rapporto tra Chiesa e Stato, ma alla spiritualità. Anche se non ce ne accorgiamo, mentre alcuni pensano che sia giusto così, gli italiani e i romani sono stati spogliati della loro storia spirituale e di una propria identità. Non è facile neppure scriverlo, perchè mentre scrivo immagino le obiezioni di chi con pervicacia direbbe "ciascuno ha la sua religione", un ragionamento che seppure è corretto in termini di rispetto di tutti i culti non lo per come è stato offerto alla condivisione. Anche se per logiche di potere non sono mancati gli accordi con i leaders delle altre principali chiese, come quella islamica ed ebraica. Ma in questi anni il centrosinistra ha prodotto la cosa più grave: il silenzio dei fedeli. Tutti. E di conseguenza lo svuotamento delle coscienze ideali, salvo unirle in quel coacervo di interessi dei partiti. Potrei fare qui un lungo elenco di iniziative che definisco "colpevoli" per ciò che hanno causato.
La questione dei rom è indubbiamente dovuta agli arrivi massicci dai Paesi dell'Est, e non solo ovviamente dall'Est, di quei cittadini che cercano casa e non hanno lavoro. Ma questo era inevitabile e un governo che ha voluto l'entrata dell'Italia nell'euro allargando gli ingressi giustamente alle nazioni dell'Est, doveva pianificarlo. Invece, nulla, non c'è stata nessuna prevenzione, nessun monitoraggio efficace dei flussi, soprattutto nessun progetto di accoglienza e di impiego di una pur preziosa forza lavoro.
Faccio una breve digressione. Roma è la città che vedete, che gli stranieri ammirano, perchè è stata costruita da mille braccia. Questo avevano capito gli "imperatori" che hanno lasciato le vestigia e il segno della gloria portando a Roma forza lavoro da quelle terre che conquistavano. Certo lo facevano in schiavitù. Ma erano secoli fa e con gli strumenti dell'epoca non avrebbero mai potuto innalzare i monumenti che vediamo e costruire Roma. Il concetto che voglio accreditare è quello di "collaborazione sovranazionale" epurato dalle forme di schiavitù. Invece gli stranieri sono tenuti in forme di "schiavitù moderne": i vuccumprà, i mendicanti, i lavavetri. A nessuno di essi è stato offerto un protocollo di inserimento, così che molti sospinti dal freddo, dalla fame, dalle privazioni, delinquono.
L'atto criminoso non è mai espressione dell'individuo criminale: non esiste l'uomo criminale. Esiste l'uomo che diventa criminale per tante ragioni. Nostro compito offrire opportunità. A tutti. Proprio per eliminare la piaga della criminalità, che mette in pericolo cittadini, donne, bambini e gli stessi che la praticano. Questo deve fare un buon sindaco, un buon amministratore e non dividere il mondo in buoni e cattivi. Anzi, dovrebbe collegarsi con quei Paesei più a rischio per offrire progetti. Non è giusto dire o pensare: i criminali tornino nei loro Paesi. Per avere che cosa, Paesi criminali? Quale logica.
Dal 1992 in Italia non è stato fatto nulla per risolvere il problema della sicurezza, questa è la verità. I luoghi frequentati dai cittadini stranieri, per lo più “nomadi”, sono stati lasciati in uno stato di abbandono totale, come racconto qui. Per questo ho chiesto e chiedo a voi tutti di sollevare un'azione collettiva contro le giunte Rutelli e Veltroni, affinchè essi paghino le colpe ricadute sulla città e sui cittadini. Oltre che sugli stranieri. Per me è una violazione dei diritti della persona umana, lasciata vivere senza pietà, senza Stato e senza controllo di alcun genere. Non credo che questo si possa cancellare semplicemente perchè dopo la sinistra arriva ora la destra, dove c'è chi fa richieste drastiche e altrettanto disumane di espatri forzati, demolizione dei campi senza alternative di tipo "globale", come spiegavo.
La sinistra ha fatto tutto questo. Ma dovremmo dire che lo ha fatto prima in sede ideologica, nella propria ideologia. Perchè mi accorgo che oggi in Italia la sinistra non esiste più. In Parlamento non ci sono i comunisti, i verdi, i socialisti...Ricorderà qualche amico, come Vincenzo Vita, che un giorno andai a trovarlo nel suo ufficio e piangendo gli dissi che volevo collaborare con loro, io che non ero mai stata di sinistra, "perchè vi faranno fuori uno a uno", gli dissi così. E' una frase che avevo sentito e mentre la ascoltavo capivo cosa sarebbe accaduto. Quel giorno, ricordo, chiusi l'agenda e le carte da lavoro, lasciai il mio posto fisicamente uscendo dall'ufficio, poi diedi anche le dimissioni. Pensando: se questo è il progetto combatterò, non solo per la sinistra ma per i diritti di tutti. di Donatella Papi

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